Che cosa accadde davvero la mattina della prima Pasqua cristiana? Quale evento («fattore X», Hans Kessler) innescò nei primi testimoni quella reazione che li portò dalla fuga alla pubblica confessione della risurrezione? A queste antiche domande non pochi autori del Novecento teologico hanno risposto richiamando il valore imprescindibile dell'incontro con Gesù risorto. Una categoria, quest'ultima, la quale, benché assunta significativamente anche da Benedetto XVI e da Papa Francesco, pare manchi ancora di un reale approfondimento teologico; cosa che questo saggio intende propiziare.
La scrittura frammentaria, rapida e, nello stesso tempo, incisiva di questi libretti di sala rispecchia fedelmente gli spettacoli di Paolo Poli, il cui teatro è fatto di parodie di romanzi o di commedie dell'Ottocento e del primo Novecento. Capace di suscitare ilarità con una grazia lontana dallo snobismo, dalla pubblicità e dalla moda, egli si muove tra i capisaldi della morale Liberty (la mamma, la guerra e il sentimento), fruga tra i romanzi d'appendice, per esempio le opere di Carolina Invernizio, e porta in scena La Vispa Teresa per criticare l'ottocentesco, selvaggio «consumo di virtù». Poli avanza con disinvoltura «nel magazzino del ciarpame di casa nostra» e in quello dei suoi ricordi personali: i dischi a settantotto giri, il fez da balilla, il cinema muto, il tip-tap, l'oratorio delle monache, il teatro dei burattini e il settimanale a fumetti per ragazzi. Il segreto del suo fascino, ha scritto Natalia Ginzburg, «è proprio nella maniera nobile, civile e intelligente con cui tocca, esamina ed esprime la volgarità rimanendone pienamente immune». Perché non siamo mai tanto comici come quando ci prendiamo molto sul serio.
"In realtà, questa era già una grande novità, l'ingresso nell'agenda conciliare della Chiesa popolo di Dio, composta da tutti i cristiani, vescovi, preti, religiosi e laici, una Chiesa che capiva l'esigenza di una partecipazione di «uditori in concilio» con la possibilità di prendere la parola, almeno dalla seconda sessione, anche se con l'eccezione, purtroppo, delle donne, ancora e sempre costrette al silenzio. Certo, era un timido inizio. Ma nel prossimo concilio si potrà ignorare la presenza delle donne? E si potrà ancora togliere loro la voce?" (tratto dall'Introduzione)
Se fossimo in una favola, Paolo Poli sarebbe insieme Biancaneve e la strega, il lupo e Cappuccetto Rosso, l'orco e Pollicino. Un'esistenza consacrata a vivere gli opposti senza neppure provare a conciliarli, al doppio senso elevato a forma d'arte: tra canzonette e canzonacce, monologhi e duetti, balocchi e mossette, parrucche e scarpine, divise militari e frac. In "Sempre fiori, mai un fioraio", tra una passeggiata romana e una serie di pranzi - sempre nello stesso ristorante -, Paolo Poli racconta a Pino Strabioli e ai lettori, che quasi per magia diventano spettatori, i suoi ottant'anni da "regina" delle scene: dall'infanzia funestata dal fascismo e dai preti sino all'ultima calata di sipario.
La fotografia digitale consente a chiunque di immortalare i momenti più significativi della propria vita in maniera rapida ed economica. Tuttavia non tutte le foto sono uguali e ottenere risultati piacevoli non è così semplice. Il libro accompagna alla scoperta di questo affascinante mondo. Dalle nozioni di base come messa a fuoco, diaframmi, profondità di campo, agli elementi che distinguono la fotografia digitale da quella analogica. Dalla scelta della fotocamera più adatta alle proprie esigenze, alle funzionalità di scatto automatiche, semiautomatiche e manuali. Dall'acquisizione delle foto, all'elaborazione attraverso Photoshop (nella versione CS5). Dall'archiviazione sul computer in cataloghi organici e funzionali, alla stampa vera e propria. Tra le pagine di ogni capitolo gli esperti troveranno consigli e trucchi per migliorare la qualità del proprio lavoro; mentre gli utenti alle prime armi apprezzeranno i suggerimenti su come risolvere i problemi più comuni e ottenere risultati dall'aspetto professionale.
La pubblicazione degli Atti del Convegno organizzato dal Rotary e tenutosi a L’Aquila in occasione della Perdonanza 2008, avviene dopo due date incise ormai per sempre nella storia dell’Aquila: il tragico sisma del 6 aprile 2009 e il grande incontro internazionale del G8 (8-10 luglio 2009). Che c’entra tutto questo con il messaggio di s. Pietro Celestino? Il legame, invece c’è, e sembra abbastanza profondo. La tragedia del terremoto rischia di ingenerare in molti un senso di frustrazione, una spiacevole impressione che ormai la nostra amata città sia destinata ad un lungo declino. Ecco di fronte a questo rischio terribile, tornare a parlare dell’umile eremita del Morrone divenuto papa, significa riaprire le pagine di una antica storia di civiltà, di fede, di spiritualità, di affascinanti realizzazioni artistiche. Tornare a parlare di Celestino significa riprendere coscienza che la nostra storia di aquilani e di abruzzesi non si è fermata. Si, ha avuto una tragica pausa. Ma per ricominciare ora un cammino nuovo.
Contributi di: Walter Capezzali, Luigi Mezzadri, Paola Poli, Francesco Zimei
Paola Poli, archivista dell’Archivio dell’Arcidiocesi dell’Aquila, si è diplomata presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica e ha conseguito il Master Post Lauream della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana. Dal 2000 è direttrice dell’Archivio Arcidiocesano e, dal 2006, della presente sezione di studi, Collectanea Archivi Ecclesiae Aquilanae, confluita nella collana dell’Istituto di Scienze Religiose Fedelmente.