In questo volume sono raccolti dialoghi che hanno come protagonista la liturgia, la sua musica, la sua arte. Aurelio Porfiri interagisce con noti esperti nel campo liturgico e artistico, come Andrea Grillo, Roberto Tagliaferri, Matias Auge, Mauro Gagliardi e altri, per cercare di fare il punto su come la liturgia ci parla nell'oggi, quali sono le sfide, quali i problemi in questa lunga stagione che segue il Concilio Vaticano II.
In questo piccolo volume Aurelio Porfiri raccoglie lettere che egli indirizza alla madre, dopo la scomparsa della stessa. Queste lettere sono la continuazione di un dialogo ma ad un livello più alto e allo stesso tempo più profondo. Si farebbe un errore pensando che questo libro sia un testo familiare o intimo, in effetti è tutto l'opposto. Attraverso il genere classico epistolare, si farà spazio a temi eterni e allo stesso tempo vicini ad ognuno.
Quali sono le caratteristiche che dovrebbero essere possedute dalla musica liturgica? L’autore dà la sua personale risposta ispirandosi al Magistero della Chiesa e chiama tali caratteristiche le dieci “E” della musica liturgica: essa deve essere Ecclesiale, Eccellente, Eccedente, Estatica, Estetica, Espressiva, Edificante, Elegante, Educante.
Una sorta di decalogo liturgico-musicale per i nostri tempi.
A che cosa vanno preparati gli studenti? Lasciandosi guidare dalla lezione di Divo Barsotti, l'autore dà una risposta che può sulle prime spiazzare il lettore affermando che gli studenti dovrebbero essere "preparati per la morte". Non si tratta di disdegnare la storia umana, che va rispettata ed amata, ma di riconoscere in essa il segno di un'altra realtà. "Ogni vita esige la fine della storia" perché è nella "fine" che trova senso (compiutezza) tutto ciò che si è vissuto in precedenza. Ma la "fine" è insieme lo svelamento della rivelazione definitiva.