Nel volontario esilio in campagna, nel possedimento di Boldino, Puskin scrisse le "piccole tragedie" di cui fa parte anche questo poemetto drammatico qui riletto da Erri De Luca, che afferma: «Puskin scrive la piccola tragedia in versi "L'ospite di pietra" contro se stesso... Scrive di don Juan contro se stesso. Non ne fa un fuggiasco, un clandestino, sì, a ribelle all'esilio del re».
Principi e regine, serpenti e draghi, spiriti magici e diavoli, personaggi indimenticabili come la strega Baba Jaga, la bella Vassilissa, Finist falco lucente o la piccola Masha e l'orso, protagonisti di un antico racconto recentemente riscoperto da un'amatissima serie televisiva. L'universo delle fiabe russe, disseminato di cupole d'oro e capanne sperdute nel folto di boschi secolari, costituisce da sempre un'inesauribile fonte di fascino e stupore per grandi e bambini. In questo volume, che affianca le più belle storie tratte dalla celebre raccolta di Aleksandr Afanasev a quelle rese immortali dal genio di Aleksandr Puskin, il mondo fantastico delle fiabe prende forma nelle incantevoli tavole di Ivan Bilibin. tra i più grandi artisti russi di inizio Novecento: contraddistinte da una perfetta osmosi fra tradizione e stile moderno, le sue illustrazioni ritraggono zar inflessibili e streghe spaventose, animali magici e giovani coraggiosi, immergendoli in paesaggi fantastici e in interni riccamente decorati. Età di lettura: da 6 anni.
Dedicato a... A chi ama le grandi storie, le grandi avventure e le magiche trasformazioni. A chi desidera volare lontano. A chi crede nei prodigi e nei doni gratuiti. Ai padri e ai figli che si cercano. A chi vuole fermarsi un momento e leggere, raccontare, provare a recitare una fiaba al proprio bambino. A chi vuole fermarsi un momento e ascoltare una fiaba bella come una poesia. Età di lettura: da 6 anni.
Un padre severo, un figlio ribelle spedito a prestare il servizio militare all'avamposto di Belogorsk, un bandito, una giovane donna contesa. Sullo sfondo di una Russia attraversata dalla rivolta cosacca di Pugacev, tra duelli, scontri e prigionie, Aleksandr Puskin narra il contrastato amore tra due giovani, il nobile Grinev e la dolce Masa, che per coronare il loro sogno dovranno superare innumerevoli traversie. Ultima prova letteraria di Puskin, "La fylia del capitano" fonde magistralmente le vicende dei protagonisti con la Storia, in un romanzo che si legge come un'"antica fiaba russa". Nota introduttiva di Leone Ginzburg
In una piccola casetta vicino al mare, vivevano in grande povertà un vecchio e sua moglie. Il vecchio fabbricava reti e pescava. Ma pochi pesci, solo quelli necessari per poter tirare avanti. Un giorno, però, tirando su la rete, si accorse che era molto pesante. Pensava che fosse piena, invece dentro c'era solo un pesciolino d'oro. Età di lettura: da 4 anni.
Il giovane Grinjov, mandato al fronte dal padre, raggiunge la fortezza di Belogorsk, dove si innamora di Masa, la figlia del capitano. Ma i ribelli conquistano la fortezza... Un' avventura russa tra nevi profonde, duelli e grandi amori. Età di lettura: da 10 anni.
Tra il 1824 e il 1825, nella solitudine inquieta della tenuta dove è stato confinato dallo zar Alessandro I, Puskin concepisce il "Boris Godunov", la prima "tragedia romantica" russa: nel far rivivere le tumultuose vicende dinastiche nella Moscovia dei secoli XVI e XVII, egli indaga la natura intrinseca del potere. Risalgono invece all'autunno del 1830 i quattro atti unici - o piccole tragedie - che mettono a fuoco altrettanti vizi: avarizia, invidia, lussuria, empietà. A queste opere teatrali sono affiancate in questo volume le "Favole" che Puskin scrisse nell'ultimo periodo della sua vita.
Nel volontario esilio in campagna, nel possedimento di Boldino, Puskin scrisse le "piccole tragedie" di cui fa parte anche questo poemetto drammatico qui riletto da Erri De Luca, che afferma: "Puskin scrive la piccola tragedia in versi 'L'ospite di pietra' contro se stesso... Scrive di don Juan contro se stesso. Non ne fa un fuggiasco, un clandestino, sì, a ribelle all'esilio del re".
In questa antologia sono rappresentati tutti gli stili della lirica di Puskin, e la complessità della sua tematica. Però si è voluto privilegiare non tanto le sue poesie politiche, quanto le poesie in cui meglio e più intensamente si manifesta il suo credo. Perché Puskin crede soprattutto nella bellezza, in termini prevalentemente neoclassici, crede nell'Eterno Femminino, che si esprime attraverso la bellezza delle donne, amate o solo desiderate dal poeta, e attraverso la bellezza della natura. Puskin è per eccellenza il poeta dell'armonia. E questa armonia diventa reale sia nell'armonia del suo verso, sia nell'armonia dei suoi sentimenti, dei suoi dubbi, delle sue speranze, delle sue delusioni, dei suoi amori.
Dai giorni della sua breve vita fino ad oggi i versi di Puskin non hanno mai abbandonato la memoria della Russia. Tradurre Puskin è stato sempre considerato una prova durissima e della più alta importanza, come se dalla conoscenza di questo poeta dipendesse la conoscenza di tutta una civiltà letteraria. I poemi e le liriche raccolti in questo volume delineano un panorama di tutta la sua produzione poetica dal 1815 al 1837.
Nella traduzione di Landolfi i tre più celebri racconti di Puskin: Il fabbricante di bare, Il mastro di posta, La dama di picche. Landolfi riversa nella traduzione italiana la febbrile ricerca di novità e perfezione verbale del testo russo, insieme a quel dinamismo narrativo che pone il lettore in un nuovo sorprendente rapporto con l'idea di libertà.
Scritto nel 1824 e pubblicato per la prima volta nel 1831, il Boris, poema epico in forma dialogata, è qualcosa di più di un dramma storico: l'"epoca dei torbi", come si chiama la grande crisi dinastica che investì la Russia all'inizio de XVII secolo, e la tragedia dello zar Boris Godunov, che sullo sfondo di tale epoca si staglia, sono il prototipo della crisi che, fino ai nostri giorni, scuoteranno la Russia. Il dramma di Puskin è l'emblema di un destino nazionale, è l'epopea di un monarca che ambiguamente non riconosce la sua colpa, è la storia di una usurpazione mantenuta tempestivamente e oppressivamente da un potere legittimo solo formalmente. Introduzione di Clara Strada Janovic e Vittorio Strada.