Tracce di una presenza umana ininterrotta fin dalla preistoria e due millenni di devozione cristiana fanno dell'area del Santo Sepolcro un luogo unico al mondo: una stratificazione fittissima di memorie, immagini e liturgie, nella quale ogni pietra rimanda a eventi storici e significati religiosi. Fulcro memoriale della Cristianità, racchiude segni di innumerevoli passaggi, costruzioni e ricostruzioni, saccheggi, progetti. Spazio simbolico aperto alla presenza di più comunità cristiane, è parte della storia di fede delle Chiese di tutto il mondo. Questo volume è uno strumento di visita per la conoscenza "in situ" dell'intero complesso e per l'approfondimento sulla storia del luogo e dei suoi elementi, rapportati con la complessa totalità di Gerusalemme.
Questo volume si inserisce nella collana Monumenta Studia Instrumenta Liturgica e raccoglie gli atti del convegno tenutosi presso l’Università Europea di Roma il 24 e 25 febbraio 2011 sul tema “LITURGIE E CULTURE TRA L’ETÀ DI GREGORIO MAGNO E IL PONTIFICATO DI LEONE III”. Il convegno, realizzato in collaborazione tra diversi atenei e istituti di ricerca, quali la stessa Università Europea di Roma, l’Università del Sacro Cuore, la Pontificia Accademia Teologica, ha l’obiettivo di analizzare dal punto di vista storico le diverse forme delle liturgie cristiane medievali mettendo in evidenza le trasformazioni degli usi nelle diverse aree liturgiche e i mutamenti ecclesiologici.
Lo studio risulta di particolare interesse oltre che per i liturgisti, anche per le facoltà di Teologia e gli studiosi di storia della Chiesa.
Un unico modello, il Santo Sepolcro, cuore dell'ecumene cristiana, moltiplicato in centinaia di repliche diverse le une dalle altre, sparse in Europa, nei paesi mediterranei, in Africa. Un caleidoscopio di forme, di strutture, di spazi costruiti per riti e celebrazioni che vengono ripetuti inalterati nell'impostazione a rinnovare un solo mistero, eppure sono variati nel tempo secondo le trasformazioni della Chiesa e delle chiese. L'exemplum di Gerusalemme e i simulacra costruiti nel mondo tra l'età tardoantica e i primi secoli dopo il Mille sono legati da rapporti che non sono solo devozionali, ma formano un fitto tessuto di relazioni culturali, figurative, ecclesiali, politiche. Vi si intrecciano immagini del cosmo, proiezioni ideali, forme del disegno, committenze di vescovi, ordini religiosi e ordini militari, esperienze di pellegrinaggio, memorie e celebrazioni di spedizioni armate. Lo stesso prototipo è cambiato nel tempo, edificato, distrutto e ricostruito più volte. Sono mutate le percezioni che ne hanno riportato i pellegrini e sono variate le sue copie, in un processo plurimo scandito da eventi singoli, rielaborazioni locali e percorsi artistici di lungo periodo. Buona parte della società medievale finisce, così, per riflettersi nella relazione profonda tra la tomba vuota di Cristo e le sue innumerevoli riproduzioni, che sono per noi oggi altrettanti specchi, talvolta deformati e frammentati, di un mondo straordinariamente ricco di scambi e di contaminazioni.