A ottant'anni Manlio Simonetti iniziò a scrivere sui giornali. Dal 2006 infatti tenne per un anno su Avvenire una rubrica settimanale, i cui brevissimi testi furono subito raccolti in Classici e cristiani. Poco dopo, nell'autunno del 2007, cominciò a collaborare con il quotidiano della Santa Sede, L'Osservatore Romano, dove scrisse per un intero decennio sull'antico mondo cristiano, fino a pochi mesi prima della morte (1° novembre 2017), ormai novantunenne. In questo libro, il quarto di Simonetti nei Sussidi Patristici, sono raccolti tutti i suoi articoli pubblicati sul foglio vaticano. Chi conosca la sua attività scientifica non faticherà a riconoscerlo in questi "scritti minori", giornalistici per la scioltezza e l'essenzialità della scrittura, scientifici per la sicurezza e la solidità della dottrina: riflessioni sulla storia degli studi, su questioni di metodo e su nodi storiografici rilevanti, profili di studiosi, recensioni e le novità su Origene e Agostino.
"L'autore non è né pretende essere storico della politica e delle istituzioni. Egli è sensibile alle voci e vicende individuali, alle sfumature e alle implicazioni dello stile epistolare o pubblicistico. Come scrive, egli considera "la politica e la letteratura non come due universi crocianamente distinti e incomunicanti, ma come due facce della medesima problematica"; e lo stile colorito, metaforico, allusivo della comunicazione politico-diplomatica gli offre un vasto, multiforme campo di osservazione. Facendo cominciare il suo libro dalle implicazioni politiche del Petrarca, egli termina con osservazioni sull'occulto, sottinteso petrarchismo di Machiavelli. Gli argomenti sono sempre sottili, talora penetranti" (Riccardo Fubini).