Questo Compendio è indirizzato innanzitutto a coloro che debbano affrontare lo studio del Diritto ecclesiastico in vista delle prove orali in occasione di concorsi pubblici ed esami di abilitazione professionale. In particolare, il Curatore e gli Autori hanno prestato massima attenzione ad agevolare l'apprendimento della materia innestando i contenuti della c.d. parte speciale su un’ampia trattazione della c.d. parte generale (disciplina costituzionale e sistema delle fonti), che di solito presenta le maggiori difficoltà per lo studente.
Al contempo, si è scelto di trattare non solo i temi "classici"
del Diritto ecclesiastico, ma anche argomenti più recenti, così da fornire un quadro il più possibile completo e attuale della materia.
Questo volume costituisce uno degli esiti del progetto di ricerca "Simboli contesi. L'uso dei simboli religiosi al tempo dei populismi e della comunicazione mediatica" (SiNtesi). All'origine della ricerca promossa da SiNtesi sta la consapevolezza che la crescente diversità culturale e religiosa che negli ultimi decenni ha interessato le c.d. società occidentali, inclusa quella italiana, ha prodotto mutamenti significativi sulla visibilità pubblica dei simboli religiosi. Attorno ad essi si sviluppano confronti e tensioni che animano il dibattito pubblico e generano talvolta accesi conflitti e contenziosi giudiziari. Il volume ospita contributi di numerosi giuristi che affrontano il tema sotto diversi angoli prospettici e si compone di due parti: la prima dedicata a "Simboli tradizionali nella società contemporanea", la seconda a "Nuovi simboli, sfide aperte e scenari futuri".
Nei settant'anni trascorsi dalla nascita dello Stato di Israele, come sono cambiate le percezioni e le narrazioni della vicenda all'interno della cultura, della società e della politica italiane? A partire dal 14 maggio 1948, e con una scansione decennale che arriva fino a oggi, l'anniversario della proclamazione dello Stato di Israele costituisce il punto di partenza per raccontare persistenze e mutamenti di sensibilità, orientamenti, rappresentazioni, stereotipi e, a volte, pregiudizi, con cui giornalisti, intellettuali e politici italiani hanno interpretato e narrato la complessità politica, religiosa e sociale di questa nuova realtà. Con un'attenzione ai grandi temi e problemi della politica internazionale e ai gravi avvenimenti bellici che hanno interessato la regione mediorientale, gli otto saggi raccolti nel volume propongono una periodizzazione originale e storicamente significativa: la messa a fuoco dei caratteri specifici di ogni anniversario, al di là degli aspetti meramente celebrativi, offre uno spaccato della storia della cultura, della società e dell'informazione in Italia in settant'anni di vita democratica.
Aldo Moro ha insegnato nella Facoltà di Scienze Politiche della " Sapienza" di Roma dal 1963 al 1978, anno della sua tragica fine. In quel quindicennio la politica e l'università vissero anni intensi e drammatici, segnati sul piano internazionale da grandi conflitti e sul piano interno dai problemi di una modernizzazione complessa, che richiedeva soluzioni politiche nuove. Aldo Moro operò con posizioni di grande responsabilità in questo contesto, fu protagonista della vita politica del centrosinistra alla terza fase, della politica estera, del dibattito interno alla Democrazia cristiana, senza che i suoi impegni politici riducessero quelli accademici.
In questo volume viene offerto un contributo alla conoscenza della sua complessa personalità e introducono ad una lezione valida oltre che sul piano storiografico e culturale, anche su quello della formazione della conoscenza etica e civile, che fu uno degli impegni dell'azione politica di Aldo Moro e della sua attività di professore
Il volume presenta una serie di ricerche sia empiriche che teoriche svolte nel quadro di un progetto di interesse nazionale che poneva al centro della riflessione il problema del lavoro, nei suoi sviluppi odierni e nelle sue molteplici forme di flessibilità e di precarietà. Come si conviene ad una indagine che ambisce ad utilizzare criteri scientifici, non è stato assunto nessun punto di vista pregiudiziale, lasciando alle concrete analisi l'opportunità di esprimere tutto il loro potenziale conoscitivo e costituire pertanto fonti originali per una riflessione aperta e non convenzionale. Un presupposto è stato tuttavia mantenuto: la centralità del lavoro anche in un'epoca che sembra far di tutto per ridurne il senso, minimizzarlo o dissolverlo. Per la generalità degli individui, al contrario e nonostante apparenze peraltro assai discontinue, il lavoro continua ad essere una risorsa assolutamente imprescindibile e un traguardo da raggiungere per la realizzazione del proprio progetto di vita. Ma anche il lavoro cambia: cambiano le modalità pratiche di effettuazione, cambiano gli stili, cambiano gli schemi, cambiano le relazioni. Il mondo del lavoro deve essere dunque storicizzato e reinterpretato alla luce di ulteriori fattori che agiscono sulle situazioni globali e su quelle locali.