In questo volume vengono raccolti alcuni dei suoi più importanti saggi sulla fortuna del grande poeta fiorentino e sull'influenza che ha avuto nella vita culturale europea. Nella stessa collana sono disponibili il I e II volume: I. Approcci a Dante; II. I commentatori, la fortuna di Dante.
Francesco Mazzoni (1925 - 2007) è considerato tra i massimi esperti del Novecento dell'opera di Dante Alighieri. In questo volume vengono raccolti alcuni dei suoi più importanti saggi sulla fortuna del grande poeta fiorentino e sull'influenza che ha avuto nella vita culturale europea. Nella stessa collana sono disponibili il I, il II e il III volume: I. Approcci a Dante; II. I commentatori, la fortuna, III. Ermeneutica della «Commedia»
Più che mai vale per Chicchinella il detto evangelico "La fede sposta le montagne". Non c'è momento della sua vita che non sia influenzato dal continuo contatto con il cielo: Gesù, la Madonna, i Santi, in particolare Padre Pio, le parlano, la confortano e la indirizzano. Lei corrisponde con le preghiere, fabbricando rosari con sassolini e soprattutto infondendo la forza guaritrice della fede in chi si rivolge a lei per problemi di salute del corpo e dello spirito. Un quarto prezioso regalo ai numerosi lettori e fedeli che la seguono da anni.
Il modo in cui una persona parla, il suo aspetto, la sua mimica, le posture, la prossemica, comunicano una varietà di informazioni che ci aiutano a creare un'immagine dell'altro. Quindi possiamo dire che durante le conversazioni il messaggio verbale è seguito, e in qualche modo influenzato, da un insieme di elementi non verbali che possono essere di tipo non vocale come i gesti, i movimenti del corpo, la postura, le espressioni del volto, lo sguardo, e di tipo vocale definiti paraverbali come l'intonazione, la qualità della voce, le vocalizzazioni e le pause. La comunicazione non verbale può non solo sostenere, modificare e completare la parte verbale, ma anche sostituirla completamente quando determinate condizioni non permettono l'utilizzo delle parole. Diventa importante, quindi, divenire consapevoli di questi segnali non verbali. Comunicare, quindi, è un processo sostenuto da una consapevolezza che non è solo cognitiva, ma soprattutto fisica e corporea.
Speranza e forza, sogno e carattere, vaghezza e testardaggine. Si potrebbe andare avanti a lungo ad elencare gli elementi che hanno fatto di Ronald Reagan un animale politico così singolare e memorabile. Ma è solo una parte della spiegazione più ampia del perché Reagan abbia vinto le elezioni del 1980, diventando il quarantesimo presidente degli Stati Uniti e costruendo una solida, duratura alleanza politica, che ha retto fino all'elezione di Barack Obama, quando si è chiusa un'epoca americana. Francesco Chiamulera affianca alla biografia di una delle figure più rilevanti del Novecento un'analisi delle profonde mutazioni che interessano la destra statunitense, il partito repubblicano, e più in generale la società e l'opinione pubblica nei tormentati anni Settanta. Narratore prima e più che "comunicatore" (parola abusata e poco significativa), Ronald Reagan e?, soprattutto, un grande, spregiudicato interprete del sogno americano dei Padri fondatori, in particolare nella sua declinazione jeffersoniana. In perenne rivolta contro lo stato centrale e contro l'autorità.
Questa grande lettera, posta sempre in fondo all'elenco delle lettere paoline, non è di Paolo ma di un ignoto autore, probabilmente della cerchia dei discepoli di Paolo, di notevole personalità e cultura. Gli "Ebrei" destinatari sono cristiani provenienti dal giudaismo, forse viventi a Gerusalemme, a contatto del culto e del tempio, cui si fa costante riferimento nella lettera, e tentati di ritornare alla loro fede ebraica. Il contenuto della lettera verte sul rapporto tra Cristo e l'ordinamento religioso ebraico, tra il suo sacerdozio e quello di Aronne, tra il suo sacrificio redentore e i sacrifici del tempio, tra l'antica e la nuova alleanza. È chiaro dunque che la dottrina cristologica costituisce l'aspetto più rilevante di questa grande lettera. La conseguenza da trarre è che davanti a un sommo sacerdote come Cristo, mediatore di una migliore alleanza, è impensabile tornare alle ombre dell'Antico Testamento. La lettera si articola perciò spontaneamente in una parte dottrinale-dogmatica (1,1 - 10,18), alla quale fa seguito una parte parenetica, con l'invito a perseverare nella fede abbracciata e a praticare le virtù cristiane (10,19 - 13,16). Seguono, come conclusione, alcuni ammonimenti, notizie e auguri (13,17-25).
Il libro degli Atti degli Apostoli è dello stesso autore che ha scritto il Vangelo di Luca. Si presenta infatti come la seconda parte di un'unica opera dedicata alla stessa persona, Teofilo, la cui identità rimane per noi sconosciuta. La prima parte, il Vangelo, narrava la storia di Gesù e la sua attività fino all'ascesa al cielo in Gerusalemme; la seconda, gli Atti degli Apostoli, presenta l'origine e la traiettoria della chiesa da Gerusalemme fino all'arrivo dell'apostolo Paolo a Roma, svelando così un disegno non soltanto geografico, ma storico e teologico, che presenta il cammino della fede dal popolo d'Israele a tutte le genti. Il compito di estendere così la fede è affidato nei primi 12 capitoli del libro principalmente a Pietro, che appare come il capo e il portavoce degli altri apostoli; dal c. 13 fino alla fine domina invece la figura di Paolo, il quale continua l'opera avviata da Pietro e dai Dodici, in comunione con loro e per loro mandato. Il racconto si estende dal 30 d.C., anno in cui si colloca verosimilmente l'ascensione, fin verso il 60 d.C., probabile data dell'arrivo di Paolo a Roma. L'opinione più seguita colloca la composizione degli Atti intorno all'anno 80. Narrando le origini della Chiesa Luca mette in rilievo anche le strutture portanti che reggono la comunità cristiana (2,42-47): la celebrazione dell'eucaristia e la preghiera comunitaria, l'insegnamento degli apostoli e la comunione e carità fraterna. Quale fu la Chiesa delle origini tale ha da essere la Chiesa per sempre, se vuole essere fedele alla testimonianza affidatale dal Signore (At 1,8).
Nel periodo più critico della prima fase della pandemia, non essendo possibile celebrare con la presenza della comunità, il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha presieduto la liturgia eucaristica domenicale e delle principali feste, in diverse chiese della Diocesi, con l'aiuto del mezzo televisivo. Questo volume intende conservare la memoria di giorni difficili in cui, con l'aiuto della Parola di Dio, si è voluto invitare a ripensare la storia ponendo al centro la persona, sottolineandone la dimensione relazionale da cui deriva una società solidale. Le ventuno omelie raccolte segnano un ideale percorso che, a partire dalla Parola di Dio, rimane in stretto dialogo con la difficile situazione che si viveva. Sono riflessioni che coprono l'arco temporale che va dal Mercoledì delle Ceneri alla solennità del Corpus Domini; il filo rosso che le unisce è la centralità e insostituibilità dell'Eucaristia, a riguardo della fede a sostegno delle nostre comunità affinché siano segni umili ma vivi di una speranza cristiana non astratta e capace di un amore che esprima concretamente i principi sociali del Vangelo. Il tutto a partire da una logica di continuità che distingue senza separare libertà e grazia, vita civile e vita cristiana, nella scansione di una sana e piena laicità, oggi più che mai necessaria, in una prospettiva credente di ampio respiro.