Luigi Sturzo (1871-1959) fu un formidabile animatore della terra siciliana e poi dell’Italia intera, appassionato della libertà e sempre dalla parte dei deboli. Prete e politico scomodo, fu odiato da Benito Mussolini per il suo rigore nello spiegare l’inconciliabilità tra cristianesimo e fascismo. L’immensità del suo pensiero oggi brilla per la Chiesa e per la nostra confusa e avvilita società.
Dai suoi inizi a Caltagirone all’appello «a tutti gli uomini liberi e forti», fino all’esilio all’estero e al rientro nella vita politica postfascista, produsse una monumentale opera di intuizioni ancora feconde e animate da un profondo spirito di amore e servizio al prossimo, che ha portato la Chiesa ad avviare il processo per la sua beatificazione.
«Mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola!».
È l'invito rivolto da papa Francesco agli aderenti dell'Azione Cattolica Italiana il 30 aprile 2017, quando il Santo Padre ha incontrato l'associazione in piazza San Pietro.
Un'indicazione importante, che assume ancora più significato in una stagione in cui il tema del contributo dei cattolici alla vita del Paese è al centro di molti dibattiti.
Nel dialogo agile e serrato con Gioele Anni, giovane giornalista di Lodi, il Presidente nazionale dell'AC offre alcune indicazioni per capire in che modo l'Azione Cattolica, e più ampiamente la comunità dei credenti, sono chiamate a concorrere alla costruzione del Bene comune.
Non stando al di sopra delle parti, ma sotto di esse.