Il lavoro, frutto di un avvicinamento al Crocifisso protrattosi per più di un quarto di secolo, mette il lettore dinanzi a una lettura del tutto inedita del Crocifisso di San Damiano: per la prima volta, infatti, è indicata come soggiacente all’iconografia del Crocifisso l’iconologia mutuata dall’inno kenotico della Lettera ai Filippesi, riproposta nella partitura del dipinto nel duplice movimento di discesa e risalita, katabasis e anabasis, abbassamento ed esaltazione, kenosis e doxa.
La suggestione così riassunta scandisce il volume in tutte le parti, fino a mostrare come l’icona sia la trascrizione pittorica dell’inno; detto altrimenti, qui come altrove – ed è elemento costitutivo dell’arte cultuale cristiana – l’iconologia biblica supporta la rappresentazione iconografica.
Questo libro è un interessante saggio, unico nel suo genere, che delinea un sentiero mai percorso in precedenza da chi ha voluto studiare san Francesco e il Crocifisso di san Damiano. Un testo che mira a far conoscere più a fondo il santo di Assisi, la figura a cui guardare per comprendere l'essenziale della fede. Lo scritto è frutto non solo dello studio e dell'intuizione dell'autore, ma in modo particolare dell'esperienza di fede che sa legare teologia, arte e letteratura per farle diventare strumento di evangelizzazione attraverso la via della bellezza. Nelle pagine di Valenziano, che evidenziano la poliedrica ricchezza del pensiero cristiano posto dinanzi al mistero della croce, si incontrano diversi autori (da Agostino a Jacopone da Todi, da Efrem il Siro a Bonaventura...), tutti in grado di unirsi verso l'unico obiettivo: il senso dell'amore gratuito, totale e unilaterale rivelato da Dio.