
La Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. con la pubblicazione della presente Miscellanea intende esprimere la propria gratitudine al prof. Vincenzo Battaglia per i lunghi preziosi anni di insegnamento, di ricerca e di servizio a favore della Facoltà, dell'Università e della Chiesa.
I vari contributi che costruiscono la trama di questa Miscellanea fanno riferimento, da molteplici prospettive, al titolo generale: L'amore di Cristo ci spinge.
In questo modo si intende rendere omaggio alla continua e feconda dedizione al mistero di Cristo Signore che ha segnato tutta la vita accademica del prof. Battaglia.
I curatori. il prof. José Manuel Sanchis Cantò e la prof.ssa Mary Melone sono entrambi ex-studenti e discepoli del prof. Battaglia.
Il prof. José Manuel Sanchis Cantó ha conseguito il dottorato in teologia sistematica, con uno studio sulla teologia trinitaria di Ilario di Poitiers, presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. di cui attualmente è Vicedecano.
Insegna cristologia presso la Facoltà di Teologia dell'Antonianum e presso l'Instituto Teologico de Murcia, aggregato alla Facolta di Roma.
La prof.ssa Mary Melone ha conseguito il dottorato in teologia sistematica presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum con uno studio sulla teologia trinitaria di Riccardo di S. Vittore.
Nell'Università ha svolto, tra altre, le cariche di Rettore Magnifico e Decano di Teologia. È docente stabile per la cattedra di teologia trinitaria presso la stessa Facoltà.
La filosofia della storia rappresenta uno degli aspetti più suggestivi e fecondi della riflessione di Ruggero Bacone. In un mondo che appariva gettato in un crescente caos destinato alla devastazione, il frate inglese propone una lettura dei processi storici profondamente calata in un orizzonte ermeneutico escatologico e apocalittico, nel quale ogni momento acquisisce un senso in cui si legano, in una costante tensione dialettica, orrore e speranza.
Ma è proprio questa correlazione dinamica che riapre la la storia: a uno sguardo capace di abitare il tempo fluido e fertile delle possibilità, si apre anche la facoltà di scorgere le crepe che segnano l'apparenza di un presente chiuso e statico, che propone un'immagine del domani come mera reiterazione di se stesso.
Il futuro può presentarsi a figure quali Ruggero Bacone, viceversa, come un fascio di potenzialità ed eventualità molteplici e aperte. Agli uomini, pertanto, è così restituito un forte grado di libertà, contro ogni visione di rigida necessità storica.
L’Enchiridion Theologicum Lullianum è una raccolta di 150 testi che si pone come una summa del pensiero teologico e filosofico di Raimondo Lullo, forma italianizzata di Ramon Llull (1232-1316). La ricerca scientifica su Raimondo Lullo ha reso possibile l’identificazione della predicazione agli infedeli non solo come un proposito determinante della sua attività, ma anche come una condizione epistemologica del pensiero che lo caratterizza e che lo porta a una riflessione teologica sistematica e comprensiva, plurale e diversificata, originale e disseminata in numerose opere. Questi sono alcuni dei tratti che permettono di definire lo stile distintivo della peculiare teologia di Raimondo Lullo nel complesso della teologia del Medioevo, situandolo a fianco ai grandi teologi cristiani suoi contemporanei: Bonaventura da Bagnoregio (1221-1274) e Tommaso d’Aquino (1225-1274). A quelle finalità Lullo adegua tanto il linguaggio quanto il genere letterario e la forma stilistica. La selezione dei testi è stata realizzata da Jordi Gayà i Estelrich che, per seguire in maniera esaustiva l’evoluzione di ogni tematica, ha proceduto con puntuali riferimenti incrociati ai numerosi scritti di Lullo e privilegiato opere di diversi generi letterari per presentare uno stesso tema. I testi sono riprodotti nella lingua originale (latino o catalano) con la traduzione in italiano a fronte, curata da Simone Sari e da Letizia Staccioli, specialisti riconosciuti dell’opera dell’Autore. Il contatto diretto con le fonti permetterà al lettore di conoscere l’autentico pensiero teologico di Raimondo Lullo, una delle figure più emblematiche della storia della cultura catalana e europea.
CURATORE
Jordi Gayà Estelrich (Sant Joan, Mallorca 1948) è un sacerdote e un ricercatore su Ramon Llull. È professore di Teologia del Centre d’Estudis Teològics di Mallorca. Ha conseguito il dottorato in Teologia presso l’Università di Friburgo nel 1975. È stato il primo segretario dell’Institut d’Estudis Baleàrics. Ha realizzato diverse edizioni critiche e importanti studi dell’opera di Ramon Llull.
Abbiamo bisogno di saper immaginare un mondo diverso, evitando certo le fughe in avanti del sogno utopico, come di cadere nelle nostalgie della retropia o di cedere alle previsioni apocalittiche della distopia.
Il libro raccoglie gli articoli e i contributi per convegni e miscellanee più significativi che l’autore ha prodotto lungo gli anni della sua carriera accademica. Il filo conduttore della raccolta è il profetismo biblico nella sua qualità di operazione letteraria originale, in particolare di quella che gli studiosi chiamano l’attività redazionale del deuteronomismo. Il movimento o scuola scribale che ha creato una gran parte della letteratura biblica, sia quella storica che quella propriamente profetica, è la testimonianza della razionalità del genio ebraico che medita sulla sua storia: una solida fede dall’anima etica rivestita dell’armatura della ragione.
Scritto a Montpellier nel 1283 circa. Con esso l’autore ha voluto dare un ritratto completo dell’umanità, dal piccolo nucleo famigliare in cui nasce il protagonista Blaquerna al mondo intero sotto la guida del papato. Questa raffigurazione lo rende un romanzo totale ma non necessariamente utopico, visto che la chiave che permette di risolvere le molteplici avventure che lo caratterizzano é |’ applicazione dei rigorosi metodi dell’ Arte lulliana. La lettura del romanzo permette di acquisire tutti gli elementi necessari alla comprensione del Libro dell’amico e dell’amato, gioiello mistico creato dallo stesso protagonista, incastonato come capitolo 100 del romanzo e parte integrante di esso.
Questa prima traduzione integrale in italiano permette perciò di accedere ad una delle opere fondamentali della letteratura europea medievale, scritta da un laico illuminato che voleva riformare l’umanità per condurla alla giusta intenzione.
Il Libro della Doctrina puerile è una versione in volgare toscano della Doctrina pueril di Raimondo Lullo. Scritta in catalano tra il 1274 e il 1276, la Doctrina pueril è un trattato pedagogico in cui i fondamenti della fede e del sapere del tempo convivono in un unico sguardo d’insieme. Ebbe un’ampia diffusione, come testimoniano le traduzioni in occitano, latino e francese promosse dall’autore stesso e dai suoi collaboratori. Da una versione occitana deriva la redazione, datata 1379, che viene qui pubblicata per la prima volta sulla scorta dell'unico esemplare a noi pervenuto nel codice Riccardiano 1367. Il manoscritto è una copia del 1418 sopravvissuta alla condanna di eresia inferta ad alcune proposizioni della Doctrina pueril dall’inquisitore Eimeric nel suo Directorium inquisitorum del 1376.
Molti sono i motivi per riscoprire oggi, a cinque secoli dalla sua composizione, la Via spirituale di Mariano da Firenze. Anzitutto la personalità sfaccettata del suo prolifico anello di congiunzione tra i cronisti e agiografi: medievali e l'erudizione moderna, di cui qui possiamo comprendere le tecniche di lavoro quasi spiando il suo scrittoio.
Poi un testo ricchissimo di storie, che congiunge un'ampia tradizione memoriale con informazioni inedite, di prima e di seconda mano, sui tempi più recenti e che, con un interessante esperimento letterario, incanala i contenuti agiografici nel reticolo della trattatistica spirituale. Infine la sua copista, la volterrana suor Dorotea Broccardi, esempio di quella scrittura femminile claustrale di cui abbiamo imparato a riconoscere la ricchezza. Lasciata inedita e forse incompiuta per la prematura morte dell’autore, l' opera viene ora pubblicata per la prima volta, in edizione critica, a cura del Laboratorio di agiografia tenutosi presso la Scuola superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, con un'introduzione, che ne illustra gli aspetti letterari e la genesi compositiva e con la prefazione di Carlo Delcorno.
«Nel variegato panorama dei contributi dedicati al pensiero filosofico di Giovanni Duns Scoto, si ritiene mancasse una ricostruzione sistematica di quella dinamica che coinvolge la libertà umana, presupponendola, e che origina – mediante l’agire della sinderesi e della coscienza – il comportamento etico del viator.
L’architettura del presente volume, pertanto, si fonda sul binomio sinderesi-coscienza, sviluppato secondo tre fondamentali dimensioni caratterizzanti la riflessione antropologica: l’essere, l’agire ed il conoscere. L’intreccio di tali dimensioni è colto a partire da chiavi ermeneutiche offerte dalla riflessione antropologica scotiana, tra cui: il primato della volontà sull’intelletto e, di conseguenza, il primato della prassi sulla conoscenza; l’indiscussa libertà quale anima della volontà; la singolarità del soggetto in virtù della quale il viator è relegato in una solitudine ontica (ultima solitudo) che rivela la cifra della sua libertà di autodeterminazione e costituisce, ad un tempo, la premessa del suo agire morale».
«Giammarco Fiore, frate minore, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia presso la Pontificia Università Antonianum (Roma), specializzandosi nel pensiero degli autori della tradizione francescana del secondo Medioevo e coltivando, in modo specifico, il proprio interesse per l’insegnamento teologico e filosofico di Giovanni Duns Scoto († 1308). Per diversi anni Socio della Commissio Scotistica Internationalis, si è recentemente diplomato Archivista-Paleografo presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica ed Archivistica (Città del Vaticano). Membro della Società Italiana per lo studio del pensiero medievale (SISPM) dal 2020, è attualmente collaboratore con l’équipe dei Frati Editori di Quaracchi.

