Scritto a Montpellier nel 1283 circa. Con esso l’autore ha voluto dare un ritratto completo dell’umanità, dal piccolo nucleo famigliare in cui nasce il protagonista Blaquerna al mondo intero sotto la guida del papato. Questa raffigurazione lo rende un romanzo totale ma non necessariamente utopico, visto che la chiave che permette di risolvere le molteplici avventure che lo caratterizzano é |’ applicazione dei rigorosi metodi dell’ Arte lulliana. La lettura del romanzo permette di acquisire tutti gli elementi necessari alla comprensione del Libro dell’amico e dell’amato, gioiello mistico creato dallo stesso protagonista, incastonato come capitolo 100 del romanzo e parte integrante di esso.
Questa prima traduzione integrale in italiano permette perciò di accedere ad una delle opere fondamentali della letteratura europea medievale, scritta da un laico illuminato che voleva riformare l’umanità per condurla alla giusta intenzione.
C’era una volta un gentile, cioè un uomo che non praticava nessuna religione. Egli era molto saggio, ma non aveva nessuna conoscenza di Dio, né credeva all’esistenza di qualcosa dopo la morte. Cercando rimedio alla sua tristezza arrivò in un bosco pieno di sorgenti e begli alberi da frutta. Nel frattempo, tre saggi si incontrarono all’uscita di una città. Uno era ebreo, uno cristiano e il terzo musulmano. Al vedersi si salutarono, si presentarono e proseguirono insieme il cammino. Ognuno raccontava agli altri la propria fede, spiegava le sue convinzioni e così parlando parlando giunsero al bosco dove si trovava il gentile… Con il "Libro del gentile e dei tre saggi", Raimondo Lullo ci offre una sorprendente parabola interreligiosa con un finale sconcertante.
Il Libro di santa Maria è il capolavoro della mariologia di Lullo ed è un originale esempio della "nuova" letteratura del francescano, il quale, dopo aver scritto dei romanzi "tradizionali", sfrutta le sue capacità di narratore per scrivere un'opera interamente dedicata alla Vergine. Il libro non è, infatti, un vero e proprio mariale né tantomeno un trattato teologico, ma una trattazione di argomenti relativi a Maria, sviluppati con la fluidità del testo narrativo e la passione della preghiera cristiana, così da conseguire la singolare capacità di parlare con semplicità al cuore dei fedeli senza rinunciare a profondità dottrinale e teologica.
Quest'opera, raro esempio di poesia mistica in lingua catalana, descrive la relazione dell'essere umano, l'amico, con il trascendente, l'amato, e il legame che li unisce, l'amore: è un libro che ancora oggi ci colpisce perché capace di esprimere un sentimento universale, un desiderio che resiste all'erosione del tempo e della storia. Chiunque, a un certo punto della sua vita, abbia sperimentato in sé la segreta forza dell'amore, sarà commosso da queste parole: vi si riconoscerà e si sentirà compreso, scorgendo in esse i movimenti del proprio cuore.
Il testo è icona della singolare e per alcuni versi eccezionale attività intellettuale e pastorale di Raimondo Lullo, impegnato nella Maiorca del XIII secolo a intessere un dialogo interreligioso tra i tre cristiani, ebrei e musulmani, dialogo basato sul rispetto della fede dell’altro e sulla convinzione della possibilità di attingere, attraverso strade diverse, a una medesima verità.
L’attività filosofica dell’autore, prevalentemente orientata alla ricerca delle “ragioni necessarie” dell’esistenza di Dio comuni alle tre fedi e alla creazione di un metodo razionale, che potesse fungere da strumento di dialogo, trova nel Libro del Gentile e dei tre Savi la rappresentazione narrativa e, per così dire, operativa.
Si tratta, infatti, di un dialogo tra un filosofo (il Gentile), privo di alcuna fede in Dio e perciò affranto, e tre teologi delle diverse fedi (i Savi), impegnati in un dialogo fondato sul rispetto reciproco, in cui vengono mostrati prima i caratteri comuni poi quelli specifici delle rispettive religioni, attraverso un metodo filosofico razionale intellegibile per il Gentile e lontano da atteggiamenti di intolleranza.
La struttura dialettica e la novità del “metodo razionale” di Lullo guidano anche il lettore contemporaneo alla scoperta del testo che, fino all’ultimo, non offre soluzioni dottrinali scontate; la struttura “aperta” (la ricerca della verità da parte del Gentile non sembra trovare una risposta univoca) ne conferma il carattere dialogico ed è elemento di grande modernità.
L’introduzione presenta con chiarezza gli elementi propri del pensiero di Lullo e dello specifico testo, calati nel contesto culturale in cui opera, con numerosi affondi di carattere storico-culturale.
Destinatari
Studiosi di storia del Cristianesimo, dell’Islam e, soprattutto, dello “spazio” religioso e culturale del Mediterraneo in epoca tardo-medievale.
Chi è impegnato nel dialogo interreligioso.
Autore
Raimondo Lullo (1235-1316). Abbandonata la famiglia e il lavoro all’età di trent’anni, si dedicò fino alla morte alla predicazione della fede cristiana,sviluppando un impegno missionario, intellettuale ed esistenziale al tempo stesso, che lo vide instancabilmente impegnato in progetti di studio, viaggi, relazioni con i principi e papi dell’epoca. La sua attività fu accompagnata da una vastissima produzione di testi.
Curatore
Sara Muzzi, è segretaria del Centro Italiano di Lullismo con sede a Roma presso la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum e autrice di alcuni recenti volumi sull’opera e la figura di Raimondo Lullo; ha tenuto corsi su “Raimondo Lullo e il dialogo interreligioso” presso l’Istituto Teologico di Assisi.
Traduttrice
Anna Baggiani, esperta di catalano, già traduttrice per la prima edizione in italiano di altre opere di Lullo.
Sono poche le personalità capaci, con la loro storia, di suscitare ancora, dopo secoli dalla loro vita, interesse, ammirazione e stupore; capaci di risultare attraenti tanto da essere oggetto di lettura, di studio, di pubblicazioni e di convegni.
Quella di Raimondo Lullo (1232 ca.-1316) è una di queste: giovane dalla vita contraddittoria, convertito, poi mistico, missionario, filosofo, teologo e infaticabile scrittore e annunciatore del Vangelo, in particolare al mondo islamico, attraverso l’ideazione di un metodo dalle connotazioni combinatorie (la sua Arte) e lo studio delle lingue.
Nella propria opera letteraria ha saputo coniugare rigore ed efficacia nelle dimostrazioni teologiche, ma anche la lirica dell’amore mistico; considerato il creatore della lingua letteraria catalana, ha prodotto uno dei più bei poemi mistici della letteratura universale (il Libro dell’Amico e dell’Amato) e uno dei primi romanzi autobiografici dal sapore moderno (il Blaquerna).
Raimondo ha però corso il rischio, in questi secoli, di essere considerato marginale, o peggio di diventare un "personaggio", piegato e declinato di volta in volta all’interesse di chi lo ha studiato o ne ha fatto la propria "caricatura".
A lungo inascoltato dalle corti d’Europa e persino dalle stessi corti pontificie, rischia anche oggi di non essere accolto per quello che è.
La prima traduzione in lingua italiana della Vita Coetanea, dettata a un discepolo nel 1311 dallo stesso Raimondo Lullo, intende iniziare a colmare una lacuna e delineare il profilo di una figura che, come la sua, non può essere ridotta a uno stereotipo.
"Il llivre d'amic i amat" è un raro gioiello di poesia filosofica nascosto nei meandri tortuosi di quell'immenso laboratorio culturale che è stato il nostro Medioevo. Il suo autore, il beato Raimondo Lullo, maiorchino, siniscalco e poeta poi missionario francescano, mistico, scrittore e filosofo ci ha donato uno dei testi d'amore più belli della letteratura mondiale: il presente volume ce lo riconsegna nella sua struttura originale dopo l'edizione critica aggiornata dal filologo catalano Albert Soler, del 1995. Federica D'Amato con la sua traduzione in lingua italiana conduce il lettore in quel dialogo atemporale tra la creatura e il creatore, cammino di rose e spine che conduce l'amico al suo amato.