"Il germe della stupidità, a dire il vero, era presente nel mondo da milioni di anni, e anche nell'albero genealogico del giudice di corte d'appello Erich Stoiber si era manifestato con frequenza e con un certo vigore". Sarà per questo che il giudice Stoiber, dopo un'intera vita immutabile, decide di farsi crescere la barba e di corteggiare con ardente passione la stagionata segretaria Verona, ignorata da più di vent'anni. Parte da questo irresistibile spunto narrativo una girandola di situazioni paradossali, assurdità quotidiane e umanissime miserie, come un presepe di quadri viventi raccolti intorno al Dio della stupidità, che "ha incominciato a trasmettersi da un individuo all'altro come la tosse asinina o il colera". Ma anche nel mondo degli inferi c'è qualcosa che non va, se a raccontarci il dirottamento del volo United Airlines 93 il giorno 11 settembre 2001 è il Diavolo in persona, un povero diavolo innamorato che ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza senza prevedere lo scompiglio dei sentimenti. Non resta che aspettare il "grande caldo dei prossimi mille anni", un immane deserto di senso dove un esserino impazzito come la Mosca potrebbe essere la sola entità trascendentale capace di decidere chi vive e chi muore. Un romanzo in tre movimenti, drammatico e divertente, in cui Vassalli prosegue nella sua analisi spietata della contemporaneità, allargando il campo all'esistenza dell'uomo sia come possibilità fisica che come bisogno di risposte metafisiche.
Tutti conoscono oramai il grande scrittore John Reuel Ronald Tolkien, l'autore del romanzo "II Signore degli Anelli" portato con grande successo sugli schermi dal regista Peter Jackson. In Italia ancora troppo pochi conoscono invece il maggior ispiratore della sua narrativa, lo scrittore scozzese George McDonald (1824-1905), maestro indiscusso del fantastico "nobile" ottocentesco inglese, sontuoso cantore del "mondo intermedio" delle fate, dei giganti, degli gnomi, che dopo decenni di notorietà internazionale volle finire i suoi giorni nelle bellezze dell'Italia, venendo sepolto a Bordighera. Questo saggio ne scopre la grandezza letteraria e culturale, restituendoci la bellezza di un grande scrittore veramente europeo.
Il tema del nuovo libro di Sebastiano Vassalli è un condensato della sua poetica: undici storie paradigmatiche del carattere degli italiani, colto nella debolezza, nella meschinità, nell'infantilismo, nella vigliaccheria. L'ultimo doge di Venezia, Ludovico Manin, svillaneggiato come traditore della patria, lascia tutti i suoi averi ai matti perché sono forse le persone meno stolte che ci siano. Saverio Polito è "Il trasformista": ex funzionario dell'Ovra, generale di Badoglio, cerca di approfittare della moglie del duce. Viene denunciato da donna Rachele e arrestato; dopo la liberazione, forte del fatto di essere stato incarcerato da Mussolini, fa carriera e diventa questore di Roma. Togliatti durante una conferenza alla Normale di Pisa è attaccato da un giovane studente, perde la pazienza e sbotta: "Provaci tu, a fare la rivoluzione". "Ci proverò stia tranquillo", risponde il giovane Adriano Sofri.
Questo di Vassalli è un libro di racconti fortemente compatto, pensato e organizzato unitariamente. Il suo cuore "politico" è la parte centrale, formata da racconti, ma anche da apologhi e da un dialogo di tipo leopardiano. È in questa parte che concetti come democrazia, uguaglianza, cultura di massa vengono messi in discussione alla luce di come questi ideali sono diventati realtà negli anni più recenti. L'uguaglianza è stata realizzata "dalla cintola in giù", come dice un personaggio constatando la diffusione pressoché universale dei jeans. O anche riducendo l'uomo a entità numerica, come nelle elezioni, nei sondaggi o nelle rilevazioni di mercato. Un'uguaglianza che ha livellato verso il basso ogni comportamento e ogni sensibilità umana.
In questo libro le donne, protagoniste e soggetti del dialogo filosofico, discutono di ragione, identità, conoscenza, scardinando i percorsi consolidati dalla tradizione.
Dopo la trilogia dedicata all’arte del “buon vivere” nella Terra di Mezzo, l’attenzione di Luisa Vassallo e Paolo Gulisano si sposta sull’amico fraterno di Tolkien, C.S. Lewis, e sul suo Ciclo di Narnia, diventato familiare anche in Italia grazie alla trasposizione cinematografica, cominciata nel 2005 e che proseguirà fino alla completa realizzazione del Ciclo. Il libro affianca parti “saggistiche” (affidate all’“esperto” Gulisano) ad altre “pratiche” (a cura di Vassallo), dedicate a ricette realizzabili (ben 150) e alla costruzione di menu a tema.
Cinque testi d'autore ambientati a natale e firmati da uno dei più importanti scrittori italiani contemporanei. Un inedito su una storica abbuffata natalizia in età napoleonica fa da contrappunto a storie di natale disincantate e totalmente immerse nella contemporaneità, come quella dell'uomo morto davanti alla tv il giorno di natale e scoperto cinque anni dopo o come l'epopea del primo robot inviato su Marte. Vassalli riflette anche sulla necessità di un ipotetico nemico dallo spazio per rendere unita e solidale la razza umana sulla terra e rilegge anche la storia di Maria di Nazareth e della nascita di Gesù.
Questo di Vassalli è un libro di racconti fortemente compatto, pensato e organizzato unitariamente. Il suo cuore "politico" è la parte centrale, formata da racconti, ma anche da apologhi e da un dialogo di tipo leopardiano. È in questa parte che concetti come democrazia, uguaglianza, cultura di massa vengono messi in discussione alla luce di come questi ideali sono diventati realtà negli anni più recenti. L'uguaglianza è stata realizzata "dalla cintola in giù", come dice un personaggio constatando la diffusione pressoché universale dei jeans. O anche riducendo l'uomo a entità numerica, come nelle elezioni, nei sondaggi o nelle rilevazioni di mercato. Un'uguaglianza che ha livellato verso il basso ogni comportamento e ogni sensibilità umana.
In un villaggio padano del Seicento, cancellato dalla storia, si consuma la tragica vita di Antonia, strega di Zardino. Dalla nebbia del passato riemergono situazioni e personaggi a volte comici e persino grotteschi, a volte colmi di tristezza.
È la Musa ispiratrice per eccellenza, tra le donne più cantate di ogni epoca. La Madre di Dio è il soggetto dichiarato, celato o anelato di queste liriche bellissime, sapientemente scelte dagli autori. Una raccolta che mette insieme appositamente poesie di Mario Luzi, Ada Negri, Salvatore Quasimodo, Clemente Rebora, Eugenio Montale… e molti altri, tra i maggiori autori del ’900, per disegnare i tratti poetici della figura di Maria.
Si tratta di una ricca antologia che attraversa tutta la poesia italiana contemporanea, per rintracciare e raccogliere i segni di quella ricerca di Dio che ha segnato, nonostante le contraddizioni e le asprezze di un secolo che ha visto nascere ideologie atee e profeti della “morte di Dio”, anche il Novecento. Una selezione di oltre 70 poeti, che ripropone i nomi più famosi, ma offre anche ricchezze inaspettate tra i “minori”, spesso sconosciuti al grande pubblico.
Autrice di numerosi saggi e volumi sulla teoria della conoscenza, Nicla Vassallo affronta anche in questo saggio il tema gnoseologico. L'aspirazione a conoscere è radicata infatti nella natura umana e capire che cos'è la conoscenza significa acquisire consapevolezza della propria identità.