In una cultura come quella attuale, che privilegia il provvisorio e la pluralità, i legami familiari sono al tempo stesso forti e fragili. Da un lato, infatti, si continua ad attribuire valore ai rapporti tra le generazioni e a considerare la famiglia uno dei luoghi primari di sviluppo dell'identità personale; dall'altro lato, le rotture coniugali sono sempre più frequenti, le famiglie si disperdono, si dividono, si ricompongono. E ciò che risulta sempre meno evidente è il radicarsi della famiglia nel corpo: i legami familiari non sono soltanto razionali, contrattuali; sono anche "carnali", attraversati dall'affetto, dal piacere, dalla sofferenza; sono "per la vita e per la morte". Ma è ancora possibile parlare di legami, nel nostro mondo che proclama il primato della felicità del singolo, che fa della libertà individuale la misura di tutte le cose? Xavier Lacroix propone un'etica dei legami. Si spinge ad affermare che la coppia coniugale, anche se resa fragile, resta il perno della famiglia. Contesta l'idea che essa possa essere fondata sul solo legame con il figlio. Propone di riscoprire il senso del matrimonio come la migliore chance per vivere la relazione tra carne e parola, corpo e istituzione, vita e libertà.
Dizionario di Teologia Biblica di Xavier Leon Dufour in lingua Albanese.
INTELIGENCIA Y LOGOS es el segundo volumen de la trilogía que sobre el tema general de LA INTELECCION HUMANA publica el filósofo XAVIER ZUBIRI (San Sebastián, 1898). Este volumen es continuación del primero (INTELIGENCIA SENTIENTE) y se completa con el tercero y último, INTELIGENCIA Y RAZÓN. La obra completa analiza, entre otros muchos, los temas y problemas fundamentales de la disciplina filosófica conocida con los nombres de Teoría del conocimiento, Epistemología y Crítica, replanteando en una dimensión hasta ahora inédita cuestiones tales como las de la intelección, el juicio, el conocimiento, la razón, el saber, la comprensión, la verdad, la ciencia, etc. No hay duda de que el enfoque que Zubiri da a estas cuestiones es profundamente original. Desde los tiempos de Parménides la filosofía ha solido resolver el problema de las relaciones entre la inteligencia y la realidad en el punto que constituye el tema central de este volumen, el «logos», cuya expresión más clásica es el «juicio». Zubiri se opone frontalmente a esta tradición, que según él conduce a un logicismo formalista que desvirtúa el papel de la inteligencia e impide el acceso a la realidad. Afirmar que el logos es la estructura fundamental de la intelección supone logificar la inteligencia, es decir, hacer de ella una facultad puramente formal y conceptiva. El resultado de esto es el conceptismo y el idealismo, los males seculares de la filosofía. Frente a esto, Zubiri afirma la preeminencia de la intelección sobre el logos. La inteligencia, como quedó expuesto en el volumen anterior, meramente actualiza las cosas en tanto que «reales». El logos es un modo ulterior de la intelección que permite expresar lo que esas cosas reales son «en realidad». El desarrollo de esta idea central constituye el argumento del presente libro.
Esta nueva edición de Sobre la esencia incorpora como principal novedad un apéndice con las anotaciones de Xavier Zubiri a su propio ejemplar de la primera edición (1962), conservado en su biblioteca personal. Se trata de indicaciones de Zubiri en el mismo texto y de fichas manuscritas, añadidas al libro, en las que Zubiri iba matizando, corrigiendo e interpretando su propio pensamiento. Estas anotaciones hacen ahora posible entrever el modo en que la reflexión filosófica posterior de Zubiri, que culminaría en la trilogía sobre la Inteligencia sentiente (1980-1983), hubiera podido afectar a algunos de los contenidos de Sobre la esencia.
Contienen la introducción al evangelio según san Juan, a las tres cartas atribuidas a este apóstol, al Apocalipsis y a las tres cartas que la tradición ha atribuido a Santiago, Pedro y Judas. En todos los casos estos escritos bíblicos del Nuevo testamento se estudian desde una triple perspectiva: literaria, teológica y socio-histórica.
Perché il male? Come dire l’innominabile? Come prenderne le distanze per capirlo meglio? Noi vi siamo implicati: il male sconvolge le nostre vite. È un fatto: tristezza, dolore, sofferenza, morte irrompono in ogni esistenza, anche prima che ci pensiamo.
Sia come sia, le diverse forme del male hanno un punto in comune: il male non è una cosa. Si presenta come una frattura in ciò che è, come un parassita che corrode il bene, senza il quale però non potrebbe nemmeno esistere. Il bene ha dunque un primato assoluto, che nutre la speranza: il bene sarà sempre più forte. L’esperienza stessa dell’infelicità, per esempio, testimonia implicitamente che siamo fatti per essere felici.
L’intelligenza che cerca di affrontare il paradosso del male si sforza così di distinguere, senza separarli, il male oggettivo dalla sua risonanza soggettiva. L’impresa è rischiosa perché, volendo fare il bene, l’uomo compie talvolta atti orribili, in cui il male si mescola con l’amore. E questo rende la ricerca ancora più intrigante.
I filosofi, nell'età moderna, hanno abbozzato le loro teorie eucaristiche sullo sfondo delle controversie teologiche e delle eresie: da Descartes a Pascal, da Leibniz all'idealismo tedesco, fino a Blondel, Simone Weil, Teilhard de Chardin e altri protagonisti del XX secolo. La sorte filosofica del Cristo eucaristico è identica a quella del Cristo tout-court: in gioco è l'attitudine di un pensiero o di un sistema a innalzarsi alla comprensione del mistero rivelato. Nelle diatribe sul "pane eucaristico" - sulla presenza reale o simbolica di Cristo - si è disegnato un capitolo importante della filosofia per lo più non indagato, e che queste pagine riportano alla luce. Un capitolo che completa l'indagine di cristologia ed ecclesiologia filosofica di Xavier Tilliette, confermando come in lui l'originalità storiografica faccia tutt'uno con l'acutezza speculativa.
Xavier Zubiri (1889-1983), uno dei più importanti filosofi e teologi spagnoli, ha creato un sistema metafisico e antropologico incentrato sull'uomo inteso come "intelligenza senziente" situata nella realtà e in un contesto storico preciso. L'uomo è definito quindi "l'animale della realtà", ove la realtà è intesa in senso classico aristotelico, con alcune avvertenze: Zubiri contesta sia la "logicizzazione dell'intelletto", sia l'"entificazione della realtà" (l'identificazione immediata della realtà con l'essere). Dio viene inteso neoplatonicamente come al di là dell'essere e di ogni ente. Il suo pensiero ha avuto grandi influenze in America Latina (soprattutto nella teologia della liberazione), ma anche nei teologi cristiani ecumenici che puntano alla riunificazione dell'Oriente con l'Occidente.
Nell’attuale dibattito sull’evoluzionismo e sul darwinismo, questo libro di Zubiri offre un interessante contributo da una prospettiva rigorosamente filosofica. Si delinea, infatti, una teoria del divenire, anzi, una metafisica della realtà che diviene e delle sue strutture dinamiche. Nel trattare il tema dell’evoluzione Zubiri si pone da un punto di vista formalmente filosofico: il suo approccio non si confonde né si risolve nelle indagini scientifiche delle strutture che compongono l’universo. Non si tratta pertanto di indagare in modo concreto su quanto le diverse scienze ci dicono, ad esempio, sul divenire dell’universo fisico o degli organismi, sulla loro evoluzione nel corso del tempo. Occorre invece far emergere tutti questi temi da un punto di vista rigorosamente e formalmente filosofico. Si tratta di un’evoluzione concepita in senso metafisico perché concerne nientemeno che la realtà: pur tenendo in grande considerazione l’apporto delle scienze, siamo dinanzi all’ontologia del divenire, ad una metafisica strutturale del divenire. Il dinamismo, che abbraccia tutte le strutture cosmiche, dalla più elementare alla più differenziata e formalizzata, è l’elemento costitutivodella realtà. Le essenze sono fondate le une sulle altre attraverso un processo genetico-strutturale. Ecco un’interpretazione strutturale dell’evoluzione e una lettura evolutiva delle strutture. Il significato metafisico del dinamismo è che diviene la realtà in quanto tale.
A cura di Armando Savignano
GLI AUTORI
XAVIER ZUBIRI (1898-1983) ha dedicato la sua vita alla ricerca in solitudine avendo rinunciato giovanissimo alla cattedra per motivi politici in connessione alla tragica vicenda franchista. Ha elaborato in dialogo con Ortega, Husserl ed Heidegger, un vero e proprio sistema filosofico riproponendo un ritorno alla metafisica sulla base di un’originale teoria dell’intelligenza senziente espressa in una celebre trilogia. Dello stesso autore Marietti ha pubblicato L’uomo e Dio (2003).
En un diálogo continuo con la tradición filosófica, Zubiri va página a página describiendo el acto de la intelección humana y desmontando el cúmulo de hipótesis y teorías que subyacen al llamado «problema del conocimiento». Zubiri consigue descubrir, mediante el recurso a un procedimiento puramente descriptivo, en qué consiste el acto humano por excelencia, la intelección. La intelección humana, dice Zubiri, no es una síntesis trascendental, sino algo más simple a la vez que más radical, la mera actualización de lo real en la inteligencia sentiente.