Per questa prima edizione del Flower Diary, il Centro Studi Aboca Museum ha selezionato le più belle tavole dall'erbario Hortus Eystettensis (1613) del botanicofarmacista Basilius Besler. L'originale è conservato presso la Biblioteca Universitaria di Eichstätt, in Germania. L'erbario è composto da 367 tavole calcografiche di straordinaria bellezza in folio imperiale con 1084 disegni a colori di piante fiorite di provenienza europea ed esotica. L'opera completa è composta da 3 volumi. "L'Hortus Eystettensis" è considerato il più bel florilegiodel '600 e segna il definitivo passaggio dalla tecnica xilografica a quella calcografica apportando un rilevante contributo scientifico alla storia della botanica. È la prima volta che le piante sono rappresentate seguendo il naturale calendario della fioritura. Settimana dopo settimana proponiamo i fiori più belli che stupiscono ad "ogni voltar di pagina". Accanto ad ogni tavola viene riportato il nome botanico scientifico delle piante che l'autore rappresenta. Il facsimile, realizzato da Aboca Museum, è visionabile nel sito www.abocamuseum.it
Fin dagli albori dell'umanità l'interesse verso la medicina e la farmacia nasce e si sviluppa per combattere le malattie con la ricerca di farmaci che fossero in grado di debellarle. Merito dell'alchimia è stato quello di aver messo in pratica metodi sperimentali basati sull'osservazione e sull'applicazione, elaborando cognizioni e scoperte che costituiranno le basi della chimica e della tecnica farmaceutica. Il laboratorio della farmacia conquisterà gradualmente una funzione fondamentale nella preparazione di medicamenti personalizzati. Inoltre, il preparato galenico, prodotto nel laboratorio della farmacia, sia essa ubicata sul territorio che in ospedale, costituisce sempre più spesso, l'unico strumento terapeutico a disposizione del medico curante per la cura delle malattie rare e per la somministrazione dei farmaci orfani. Tali risultati sono stati ottenuti anche grazie ai grandi padri dell'alchimia che devono essere considerati i pionieri della moderna tecnica di preparazione deifarmaci. Questa "magnifica arte" ci ha consentito di combattere efficacemente malattie, un tempo non lontano, considerate incurabili.
Se gli uomini hanno dominato l'universo delle parole, le donne hanno avuto potere sul mondo delle cose. La vocazione femminile per la medicina ha una storia lunga e affascinante, che ci riporta alle radici delle civiltà. Le donne sono da sempre le custodi dei segreti delle erbe e delle piante officinali, e sono per natura e sensibilità inclini alla cura. Attraverso le pagine di questo libro scopriremo con un po' di stupore come la scienza medica sia stata soprattutto una fortezza della libertà di espressione femminile. In un certo senso un'anomalia della storia. Il libro si rivolge ad appassionati e curiosi della storia delle donne, oltre che a chiunque sia interessato ad approfondire il rapporto tra il femminile e la dimensione della cura, o questo particolare aspetto della storia della medicina e delle terapie naturali. Una scrittura semplice e comprensibile rende il testo fruibile ad un pubblico ampio e curioso.
Mate-Magica è un libro dedicato a chi desidera stupire e stupirsi con antichi giochi tratti dalla tradizione popolare e allenare la fantasia con indovinelli istruttivi, divertenti e curiosi. Queste pagine, sono dedicate a quanti amano la magia di carte, monete e dadi e vogliono scoprire la "forza" e il prestigio dei numeri nascosta nei loro divertimenti. Il libro si propone di trasmettere al lettore la passione per il mondo sconosciuto e seducente della Mate-Magia, riscoperta in antichi trattati e ripropostaci in tutta la sua straordinaria attualità. Nell'affascinante atmosfera di fine '400 gli autori ci conducono all'incontro con la figura geniale di Luca Pacioli e alla riscoperta del suo manoscritto "De viribus quantitatis". In un'alternanza stimolante tra ragionamento e sorpresa, ci guidano mentre le nostre mani apprendono a ripetere giochi di abilità. Curiosità e divertimenti con i numeri aiutano il lettore ad apprendere la destrezza necessaria per risolvere arditi rompicapi matematici e ad intrattenere con effetti di divinazione. Le pregevoli illustrazioni sono tratte da manoscritti d'epoca e facilitano la lettura intensa e accattivante di un testo unico nel suo genere.
Questo libro racconta come, nel corso dei millenni, la dolcezza ha assunto un significato fortemente simbolico. È un lungo percorso che va dall'assaggio dei frutti, alla scoperta del miele e dell'allevamento delle api, passando per la mitica manna e lo zucchero di canna (con l'amara e terribile esperienza dello schiavismo), fino a giungere alla barbabietola e, più recentemente alle nuove frontiere chimiche e naturali della dolcezza.
La più alta espressione del bello come percezione umana, ci deriva da come la natura sappia esprimersi con perfetti rapporti nelle forme, nelle collocazioni spaziali, nell'equilibrio fra i colori e nelle cadenze musicali. Inoltre, alla proporzione divina, che è essenzialmente geometrica e matematica, rispondono sia le parti del corpo umano, che opere dell'ingegno come i megaliti di Stonehenge, la pianta del Partenone, la cattedrale di Notre Dame, le sinfonie di Beethoven, la Primavera di Botticelli e la Gioconda di Leonardo. L'antologia fa comprendere come il tema della divina proporzione abbia affascinato i più alti ingegni del Rinascimento: Piero della Francesca, che nel "Libellus" espone in nuce le teorie che saranno poi sviluppate da Luca Pacioli nel "De divina proportione" e infine interpretate graficamente da Leonardo da Vinci con i poliedri.