La figura del Custode di Terra Santa non è solo una carica religiosa; il continuo confronto con le istituzioni locali e internazionali porta chi ricopre questo ruolo a trasformarsi in una sorta di diplomatico, divenendo la figura più attenta ai processi in atto nel Medio Oriente. Essere Custode significa anche essere protettore dei luoghi santi della cristianità, compito ricoperto dall'Ordine dei Frati Minori sin dal XIII secolo quando lo stesso san Francesco d'Assisi si recò in Oriente incontrando il Sultano. Il dialogo con padre Pierbattista Pizzaballa, da poco rinnovato per la terza volta nel mandato di Custode, tocca temi come la veridicità storico-scientifica sull'origine dei luoghi sacri, la città di Gerusalemme, il delicato dialogo tra le fedi, i pellegrinaggi in Terra Santa, il ruolo della Chiesa nella diplomazia della pace.
Mario Tagliani è un maestro, a questo lavoro è arrivato un po' per caso, un po' per passione, un po' per amore. Quando negli anni Ottanta arriva a Torino, vince un concorso pubblico e si presenta a scuola per il suo primo giorno da maestro. La direttrice lo guarda, quasi scrutandolo, e poi dice "Che ne pensa del Ferrante Aporti, il carcere minorile della città?" Comincia così la storia di Mario, il maestro che accompagna sui banchi centinaia di ragazzi che tra quelle mura scontano la loro pena. Il suo è un mondo sconosciuto a chi sta fuori, un mondo di sconfitte e rabbia, ma anche di sorrisi, vittorie e persone che ti cambiano la vita. Un mondo fatto di un'umanità che è arrivato il momento di conoscere. Prefazione di Fabio Geda.
Questo libro arriva nel pieno della crisi finanziaria globale, ed è un testo che nasce come risposta alla dilagante incertezza e alla caduta dei mercati. In queste pagine Pierre Rabhi, personaggio di grande carisma e fascino, sottolinea come lo stile di vita del benessere e dell'opulenza non sia più praticabile e sia quindi arrivato il momento di fare spazio a una "decrescita sostenibile" e, dunque, a una sobrietà che sappia essere felice. Quelle di Rabhi non sono solo parole, ma una scelta di vita che ha messo in pratica sin dal 1961 nell'Ardèche, una presa di posizione politica, una dichiarazione di resistenza contro la società dei consumi. Con una lucidità poetica e visionaria Rabhi descrive il presente in cui l'uomo sopravvive in un costante stato di alienazione, ossessionato dal tempo e dalla produttività, e in cui il progresso sta distruggendo l'intero pianeta e le sue fonti di sostentamento. Dopo il successo di "Manifesto per la terra e per l'uomo", Rabhi ritorna con la sua esperienza di "contadino-poeta" e la sua armonica convivenza con la natura.
Eric Cantona ha smesso di giocare a calcio una prima volta a ventiquattro anni, poi una seconda a trenta. Ha preso a calci e pugni un tifoso del Crystal Palace nel gennaio del 1995 ed è stato squalifcato per otto mesi. Ha scagliato il pallone su un arbitro che gli aveva fischiato un fallo contro nel 1991. Ha gettato a terra la maglia dell'Olympique Marsiglia durante un'amichevole di beneficenza. Ha dato del "sac à merde" ad Henri Michel, allenatore della nazionale francese, nel 1988. Nel 2005 è stato eletto miglior giocatore della storia del campionato inglese. Eric Cantona è una persona estremamente irritabile. Eric Cantona ha vinto cinque campionati su sei giocati in Inghilterra. Ha vinto due campionati francesi di cui non gliene è fregato niente con l'Olympique Marsiglia. Con la maglia della Francia ha vinto un Europeo Under-21 da capocannoniere ma non è stato convocato per l'Europeo del 1996. Con la maglia della Francia ha vinto la Coppa del mondo di beach soccer nel 2005, da allenatore-giocatore. Eric Cantona è imprevedibile. Eric Cantona ha recitato in una ventina di film e molte pubblicità. Ha fatto un film con Ken Loach. È il direttore sportivo dei New York Cosmos. Dipinge e colleziona quadri da quando ha vent'anni. Ha pubblicato libri di fotografe in bianco e nero. Nel 2010 ha provato a far crollare il sistema bancario invitando tutti a ritirare i propri risparmi il 7 dicembre. Eric Cantona è una persona estremamente sensibile. Raccontare Cantona non è un gioco. L'autore lo fa.
Don Cristiano Mauri è un prete di provincia. Vive e lavora a stretto contatto con la gente e ha deciso di raccogliere tutto in questo libro: i suoi incontri con i fedeli, le chiacchiere tra un caffè e l'altro, le omelie, orali e via Twitter, in pratica, come dice lui, "quel che mi attraversa e mi lavora". Nella Bottega del vasaio (nome del suo blog), don Cristiano non si limita a proporre esperienze e opinioni ma anche a misurare la sua voce con quella degli altri. Predilige il dialogo e ama interrogarsi con libertà e coscienza critica anche circa le posizioni più discusse della Chiesa, provocando alla riflessione e al confronto. Nelle sue parole e nel suo modo di vivere la fede non si tira indietro quando c'è da evidenziare le ambiguità, le mediocrità, i compromessi della Chiesa, locale o universale che sia, nelle occasioni in cui questa si allontana dal Vangelo e dai veri bisogni della gente. Nelle pagine di questo libro ci sono umiltà, amore, comprensione, a tratti disappunto. Ma ci sono anche Bruce Springsteen, Giorgio Gaber, Jovanotti e gli U2. Con un linguaggio vivace e ricco di ironia, don Cristiano riporta in primo piano le parole del Vangelo, spostando l'attenzione sui valori universali dell'uomo.
Enfant terrible del design, innovatore iperattivo, ideatore del marchio Italian Independent che sta diventando un riferimento nel mondo del made in Italy, Lapo Elkann firma il suo primo libro dedicato allo stile e al suo concetto di eleganza. Una carrellata di idee, spunti, consigli e riflessioni che diventano quasi un'autobiografia, con foto inedite create appositamente per questa pubblicazione. Lapo parla di sé, del suo mondo e di come lo vive; una visionarietà che nasce anche dalla capacità di stupirsi continuamente, di spingersi oltre i limiti: perché l'originalità bisogna saperla costruire. E soprattutto saperla indossare. Il libro continua sul sito web dell'autore con contenuti crossmediali.
Ogni anno, inesorabilmente, scompaiono alcune parole. Cancellate, come se avessero perso il diritto di cittadinanza nel nostro linguaggio. Lo dicono i dizionari che in ogni nuova edizione eliminano alcuni lemmi perché ormai in disuso. Succede spesso, in tutte le lingue del mondo e uno dei primi ad accorgersene fu Javier Marías, lo scrittore spagnolo che vide una delle sue parole preferite (acercanza), sull'orlo del precipizio. Decise di dover intervenire e, per farlo, tornò a usarla in un suo testo, chiedendo ad alcuni colleghi di fare altrettanto. Solo così la parola sarebbe tornata viva, riconosciuta dall'uso. Enrica Caretta è andata a fondo della questione, mettendosi sulle tracce delle parole espunte dal Dizionario Devoto-Oli. L'idea: farle adottare da personaggi del mondo della cultura, del cinema, dello spettacolo, della letteratura, da studiosi, filosofi, scienziati, chiedendo loro di prenderne una sotto la propria ala protettiva, ma anche, come antidoto, di inventarne una e di rispolverarne un'altra per darle nuovo vigore. E per ogni parola salvata è nato un piccolo mondo, fatto di ricordi, idee e riflessioni, un mondo da condividere e da rimettere in gioco perché ci sono ancora parole da salvare, le troverete in queste pagine, e potete salvarle anche voi, scegliendo la vostra e scrivendoci a info@addeditore.it. Prefazione di Andrea Bajani.
Si comincia con una casa da rimettere in sesto, nel sud del Libano, una casa di famiglia in cui sono passati i propri avi accumulando oggetti, sentimenti, culture. Per un anno intero Anthony Shadid abita e ristruttura quella casa, scoprendo in quelle stanze, attraversate con il passo del cronista, la storia della propria famiglia e di tutto il Medio Oriente. Muovendosi tra le grandezze e le meschinità dell'uomo, tra epoche di glorie e declino fino a una quotidianità sempre più difficile, Shadid racconta come si mischiano tra loro e come si scontrano le culture e perché ognuno di noi è inscindibilmente legato alle proprie radici.
Da anni si afferma che è malata, la si accusa, ma le si rimane attaccati come all'ultimo baluardo di libertà e uguaglianza. Da anni si sente parlare di democrazia zoppa, di democrazia finita, di democrazia fallita. Ma a cosa ci riferiamo quando parliamo di democrazia? A una forma utopica e ideale, o a un meccanismo concreto di gestione del potere capace di ridurre le distanze tra i cittadini? L'idea di democrazia ha dovuto adeguarsi a molte sollecitazioni, a cambiamenti sociali così radicali da mettere in crisi non solo le grandi ideologie, ma anche gli ideali che tenevano insieme popoli e nazioni. Cosa rimane al concetto e alla pratica democratica dopo l'improvviso accelerare della storia degli ultimi anni? Cosa dopo decenni di liberismo sfrenato, dopo crisi finanziarie, dopo l'avvento sempre più incontrollabile dei poteri forti? Con questo saggio Paolo Flores D'Arcais riflette sullo stato di salute e sugli spazi di azione ancora propri della democrazia, cercando prima di individuarne nemici e punti deboli, poi di trovare possibili soluzioni per un ritorno vero e condiviso del fare democratico.
Non è una provocazione, è una constatazione; è, insieme, un ragionamento e un ritorno al futuro, quello che Régis Debray presenta nel suo "Elogio delle frontiere". Il filosofo e giornalista francese denuncia lo scacco che l'illusione di un mondo senza frontiere porta con sé: un mondo globalizzato, ma non unificato, in cui si tendono a cancellare le diversità e, persino al di là delle intenzioni, si propone il pensiero unico. Il tema delle frontiere sta tornando di grandissima attualità, alla luce delle rivolte dei popoli arabi, delle difficoltà economiche, dell'incerta identità europea. Di frontiere si parla e si parlerà molto, della loro assenza e del loro più volte ipotizzato ritorno. La frontiera è fondamentale per riconoscere l'altro e per considerarne la pari dignità. Favorisce la ricerca dell'equilibrio attraverso il negoziato e la mediazione. Impone l'incontro. E l'incontro è necessario.
Indignatevi! è un pamphlet liberatorio e corrosivo di Stéphane Hessel, diplomatico francese, ex partigiano, novantatreenne combattivo che ha conquistato con questo testo migliaia di lettori. Dove sono i valori tramandati dalla Resistenza, dove la voglia di giustizia e di uguaglianza, dove la società del progresso per tutti? A ricordarci le cose che non vanno sono gli eventi di una quotidianità fatta di ingiustizie e di orrori come le guerre, le violenze, le stragi. Hessel parte da qui, per indicare a tutti quali sono i motivi per cui combattere e per cui tenere alta l’attenzione. L’indignazione è il primo passo per un vero risveglio delle coscienze, e il grido di Hessel ce lo ricorda con fermezza e convinzione.
Piero Calamandrei diceva che per cercare i luoghi in cui è nata la Costituzione bisogna andare sulle montagne in cui caddero i partigiani, nelle carceri in cui furono imprigionati e nei campi dove furono impiccati: ovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità di un popolo, lì devono andare i giovani perché lì è nata la nostra Costituzione. Parole forti, che mai come oggi suonano sconosciute proprio a quei giovani che della vita democratica sono linfa vitale e che invece vivono sempre più lontani da quei luoghi del pensiero e dell'azione che i costituenti trasformarono in un grandioso inno alla convivenza civile e alla vita democratica. La Costituzione è la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano. In vigore dal 1° gennaio 1948 la Costituzione non è un atto politico e non è lo strumento di una parte contro l'altra, ma un terreno di confronto pensato e strutturato per adeguarsi alle trasformazioni del paese. Oscar Luigi Scàlfaro e Gian Carlo Caselli si confrontano sull'attualità della carta costituzionale, sul suo stato di salute e sulla necessità di una rivalutazione e di una vera presa di coscienza del suo ruolo centrale nella vita democratica dell'Italia. Completa il libro la pubblicazione integrale della Costituzione della Repubblica Italiana.