Il volume, ricalcando l'edizione della Pléiade che ha celebrato il centenario della nascita di Simenon, presenta una raccolta di dieci romanzi, fra cui uno inedito. Fra essi, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1947, due appartengono alla serie delle inchieste del commissario Maigret, gli altri otto a quella dei "romanzi-romanzi", compreso l'inedito "La casa sul canale". La raccolta presenta, quindi,: "Il cavallante della 'Providence'", "Il caso Saint-Fiacre", "Il fidanzamento del signor Hire", "Colpo di luna", "La casa sul canale", "L'uomo che guardava passare i treni", "Il borgomastro di Furnes", "Gli intrusi", "La vedova Couderc" e "Lettera al mio giudice".
Considerato uno dei massimi poeti contemporanei di lingua inglese, Murray è portavoce e interprete dell'anima australiana, appassionato custode dei suoi valori originari e più nobili e, al tempo stesso, critico pungente delle sue debolezze. Nella dedica "alla gloria di Dio" che da anni apre le sue opere, si condensa l'impulso primario della sua poesia: la celebrazione dell'esistente in quanto creazione di un Dio generoso. Una celebrazione affidata a un linguaggio inteso come sfida ai cattivi usi che quotidianamente lo mortificano in cui Murray fa propria, improntandola della sua originalità, una grande varietà di misure, forme e generi. Questa antologia ripercorre la sua opera dalla prima raccolta del 1965 alle "poesie formato foto" del 2002.
A lungo trattate dagli studiosi come un oggetto misterioso, le opere mnemotecniche di Bruno si sono rivelate come il centro e il motore occulto di tutta la sua opera. Il loro aspetto cifrato non finisce di stupire, sin dalla definizione della disciplina. Nata come tecnica utilizzata dagli oratori per esercitare la memoria, la mnemotecnica è diventata nel corso dei secoli un nuovo "regime delle immagini", intese come fantasmi mentali, una sorta di pratica teurgica, collegata a quella primordiale sapienza egizia che fu lo stendardo dell'ermetismo rinascimentale e che Bruno innova con tecniche appropriate alle sue teorie. All'edizione critica del testo latino si affiancano la traduzione italiana e il commento storico-filosofico.
"Sebbene io abbia della vita una concezione tetra, ho sempre nutrito un grande amore per l'esistenza, un amore talmente grande da convertirsi in negazione della vita, perché non possedevo i mezzi per soddisfare la mia voglia di vivere". Fra le tante, appuntite gemme racchiuse in questo volumetto, questo autoritratto spirituale di Cioran rappresenta la chiave che forse più di ogni altra permette di accedere ai segreti della sua anima in perpetua oscillazione fra il nulla e il tutto, in un dualismo esistenziale che intride anche ogni fibra della sua opera, diretta emanazione della vita. Parte integrante di quest'opera si possono a buon diritto considerare le "Conversazioni", dove più apertamente si offre il lato ilare, vitale, corroborante di Cioran.
Diciotto poesie, scritte nell'arco di trentatrè anni, fra il 1962 e il 1995. Negli anni Sessanta e Settanta le poesie o i poemetti natalizi sono variazioni via via fantastiche, rabbiosamente amare, malinconiche, scherzose, ispirate dalla festività, ma quasi svincolate dalla ricorrenza concreta. Negli anni Ottanta la svolta, che è insieme tematica e stilistica: proprio l'evento della Natività, un miracolo che puntuale si ripete e illumina il nostro destino, si fa specchio di una riflessione sul tempo, la solitudine e l'amore che ha la levità ironica di una sonata mozartiana.
Nina e Rowland Mahler, una coppia di giovani e cinici inglesi, hanno messo a segno il colpo della loro vita: sfruttare l'inesauribile fame di bon ton di una rampante e cosmopolita nuova casta disposta a spedire i suoi rampolli in Svizzera, dove potranno apprendere le regole dell'etichetta. Tutto funziona egregiamente, fino a quando piomba al College Sunrise un diciassettenne dai capelli rossi. Brillante e capriccioso, Chris ama circondarsi di mistero. Non solo: sta scrivendo un romanzo su Maria Stuarda e non nutre dubbi sul suo futuro di grande scrittore. Quanto basta per suscitare ammirazione, desiderio, astio e invidia. L'autrice fa vibrare una corda segreta in ciascuno di noi, scatenando una tensione che solo un inaspettato evento saprà allentare.
Sono ormai cinque, in meno di sei mesi, le donne accoltellate. Tutte nella stessa zona, il XVIII arrondissement, a nord di Place Clichy. Tutte alla stessa ora, tutte con lo stesso rituale: dopo averle colpite alle spalle, l'assassino straccia loro le vesti. Ma non le deruba, né le violenta. La polizia brancola nel buio. Sarà Maigret - dopo un interessante discussione con uno psichiatra - a risolvere il caso. Per riuscirci dovrà tendere all'assassino una doppia trappola mortale, ma soprattutto dovrà scavare nell'oscura psiche di un uomo apparentemente rispettabile, sviscerare il suo perverso legame con due donne - la madre e la moglie - tiranniche e protettive al tempo stesso e smontare il tortuoso meccanismo che l'ha indotto a uccidere.
Una serie di memorie musicali che attraversano le grandi opere del Novecento nelle loro metamorfosi. Accanto alle "novità" da festival, alle "prime" storiche e memorabili di Stravinskij, di Shönberg e Prokofiev si affollavano nei primi anni Cinquanta un gran numero di compositori già vietati e repressi dalle varie intolleranze ideologiche e accademiche o avanguardistiche del Novecento: dunque da recuperare o scoprire in qualunque occasione.
Apparso nel 1972, "L'oro delle tigri" si inscrive in uno dei periodi più intensi dell'attività poetica di Borges e ne documenta un volto nuovo. La meditazione sui temi del tempo, dell'identità, del sogno è percorsa da un sentimento elegiaco di rimpianto e di nostalgia meno dissimulato e controllato e le domande sul mistero dell'esistenza, della morte, della divinità esprimono ora un senso di profonda desolazione più che un'urgenza speculativa. Il Borges di questi anni è meno restio ad abbandonare la sua "estetica del pudore" e più incline a parlare di sé, delle sue tristezze, della sua solitudine, delle assenze, degli amori mancati.
Alberto Savinio propone in questo volume venti fra i più bei racconti di Maupassant. Un incontro, quello tra lo scrittore italiano e Maupassant, avvenuto nel 1944 e dal quale sono scaturiti una serie di traduzioni e un saggio, "Maupassant e l'Altro", tra i più riusciti di Savinio. Mai come qui, infatti, la sua scrittura è tanto sapida e scintillante, in particolare nel gioco di rimandi ironici fra il testo e le note, e mai la faccia nera e nascosta dello scrittore francese è stata così acutamente messa in luce.
Molti grandi nomadi, prima o poi, si lasciano sfuggire la vera motivazione della loro irrequietezza: la ricerca di un posto ideale dove vivere. Nel caso di Robert Louis Stevenson, questa ammissione ha preso forma nel 1884 in un breve testo, "La casa ideale", in cui le caratteristiche di questo luogo immaginario - costruito però con i frammenti di molti paesaggi visti e attraversati - vengono elencate con estrema precisione. Usando la voce narrante dello scrittore, Tullio Pericoli ha deciso di girare un documentario per immagini apparentemente fisse. E per farlo ha scelto un formato che ricorda quello dei cinematoscopi, le curiose scatole magiche usate per vedere le forme prima immobili prendere vita all'improvviso.
Tommy è un orsetto simpatico e sbruffone, che si vanta di saper disegnare a occhi chiusi. Bisogna ammettere che il grande cuore dipinto di rosso, rosa e giallo gli è venuto proprio bene. Ma un soffio di vento improvviso glielo porta via costringendolo a un affannoso inseguimento che ci concluderà in maniera del tutto inaspettata.