Nell'opera del Belli, la cui cupezza nichilistica e insolubile ambiguita' appaiono col tempo sempre piu' evidenti, i molti sonetti dedicati a temi delle Sacre Scritture formano una sorta di itinerario nascosto. Raccolti ora, per la prima volta, questi testi ci offrono l'occasione di ripercorrere, tappa per tappa, la storia sacra nella prospettiva strepitosamente comica e feroce del poeta. E cio' che certamente piu' colpira' il lettore di oggi sara' la sconcertante commistione fra uno straordinario acume teologico, che fa individuare al Belli con sicurezza tutti i punti piu' delicati della dottrina cristiana, e una furia distruttiva che non ha eguali nella poesia italiana dell'Ottocento, furia congiunta a quella inventivita' linguistica che permette al Belli di mettere alla temibile prova del suo romanesco i fatti piu' grandiosi della storia sacra senza affatto diminuirli, ma anzi quasi esaltandone la beffarda incommensurabilita' con i fatti della cronaca umana. Questa raccolta, corredata, oltre che da un'introduzione anche del saggio "La via dell'omo" e il quaresimale del Belli", da note esplicative dei termini romaneschi e da un ampio commento, e' stata curata da Pietro Gibellini.
Come nasce la poesia? Di quale misterioso lavoro è l'esito? E qual è il suo compito? Chiunque si sia posto, almeno una volta, domande del genere potrà finalmente trovare in queste interviste - che coprono l'intero arco della vita di Brodskij in esilio, dall'inizio degli anni Settanta fino a poche settimane prima della morte improvvisa, avvenuta a New York nel 1996 - risposte di un'audace limpidezza. Scoprirà così che la poesia è "uno straordinario acceleratore mentale", "lo scopo antropologico, o genetico" della nostra specie, e che non vi è strumento migliore per "mostrare alla gente la visione reale della scala delle cose". Scoprirà, poi, che quelli che ha sempre ritenuto imperscrutabili artifici tecnici - gli schemi metrici ad esempio sono in realtà "formule magiche", "magneti spirituali", capaci di incidere profondamente sulla poesia, al punto che un contenuto moderno espresso secondo una forma fissa (un sonetto, per intenderci) può sconvolgere quanto "una macchina che sfreccia contromano in autostrada". Per di più Brodskij sa illuminare anche il lavoro dei poeti che amava - Auden, Frost, Kavafis, Mandel'stam, Achmatova, Cvetaeva, Milosz, Herbert, per limitarci ai contemporanei - con una lucidità mai disgiunta da una vibrante partecipazione: "Non mi capita spesso di leggere qualcosa che mi dia una gioia così intensa come quella che mi dà Auden. È vera gioia, e con gioia non intendo un semplice piacere, perché la gioia è qualcosa di molto oscuro".