Il libro che ha svelato a una immensa quantità di lettori, in tutto il mondo, gli incanti e le trappole di un’Eterna Ghirlanda Brillante i cui fili si chiamano intelligenza artificiale, macchina di Turing, teorema di Gödel. Una «fuga metaforica» nel variegato mondo che si dispiega fra la mente, il cervello e i computer.
«Ogni due o tre decenni un autore ignoto produce un libro di tale profondità, chiarezza, vastità, acume, bellezza e originalità che subito esso viene riconosciuto come un avvenimento di prima importanza: Gödel, Escher, Bach è un’opera di tal genere… La struttura di questo libro è satura di complicato contrappunto non meno di una composizione di Bach o dell’Ulisse di Joyce»
MARTIN GARDNER, «Scientific American»
Opera filosofica e poetica composta tra il 1883 e il 1885. In quest'opera le idee del "superuomo" e dell'"eterno ritorno" raggiungono una forma compiuta. Dopo dieci anni di solitudine Zarathustra sente il bisogno di donare agli uomini la sua sapienza, ma il popolo distratto ride delle sue parole. Dovrà così cercarsi dei discepoli cui indirizzare i suoi discorsi. Tema dei discorsi è la ribellione alla cultura e alla morale dominanti e la visione della vita come forza indomabile e della volontà come strumento di affermazione. Agli elementi polemici sono inframmezzati brani poetici (canti e canzoni) di grande bellezza. Molteplici le fonti stilistiche, la Bibbia, le poesie di Goethe, la prosa di Lutero, gli aforismi dei moralisti francesi.
Opera filosofica scritta e pubblicata nel 1887. Scritta con l'intenzione di accentuare la portata di "Di là dal bene e dal male" è composta di tre saggi, intitolati: "Buono e malvagio, buono e cattivo", "Colpa, cattiva coscienza e affini", "Che cosa significano gli ideali scettici?". Nel primo N. tratta dell'essenza e dell'origine del Cristianesimo; nel secondo la coscienza è riconosciuta non come la voce di Dio nell'uomo, ma come l'istinto della crudeltà che si ripiega su se stesso dopo che non ha potuto sfogarsi esteriormente. Nel terzo N. trova la spiegazione della potenza, da lui considerata negativamente, dell'ideale ascetico-religioso nel fatto che questa forma di disciplina era l'unica, "fino a Zarathustra", che fosse proposta agli uomini.
Opera filosofica in prosa e versi scritta tra il 1881 e il 1887; le edizioni postume aggiunsero al volume poesie del periodo 1871-1888. Il titolo dell'opera si riferisce alla poesia dei trovatori provenzali chiamata "gaya scienza", "gai saber", come sintesi di canto, cavalleria e spirito libero. Scritta nelle pause di una dura infermità, quest'opera è pervasa dal sentimento della vittoria spirituale contro la tirannia del male, accettando la vita, senza rifiutare nemmeno il dolore. Il preludio in versi consta di 63 epigrammi simbolici. Seguono gli aforismi ordinati in cinque libri.