L'adozione non finisce, e chi la sceglie l'ha scelta per sempre. Essere genitori adottivi può rivelarsi meraviglioso, faticoso, a volte drammatico, o più spesso sorprendentemente impegnativo. Giorno per giorno i figli crescono, affrontano la vita, esprimono la loro personalità e cercano il proprio posto nel mondo. E i genitori adottivi, dopo l'attesa, l'incontro e i primi anni insieme, partecipano alla loro crescita attraversando giorni sereni e periodi di crisi, distanze e avvicinamenti, cercando di fare sempre le scelte migliori per vederli diventare uomini e donne realizzati e felici. Le autrici del libro hanno raccolto contributi, interviste, storie vere e offrono spunti di approfondimento originali, capaci di far spostare lo sguardo sull'adozione dal qui e ora, per cogliere le trasformazioni e le connessioni di un intero percorso di vita.
L’esperienza pluriennale conferma che molte persone con disabilità intellettiva sono attratte dalla vita religiosa: preghiere, sacramenti, Messa, catechesi. Vivono una loro spiritualità, momenti di vita contemplativa, apertura al mistero. Se le proposte sono a misura delle persone a cui si rivolgono, c’è interesse e coinvolgimento. Stefano Biancotto, religioso guanelliano, ci introduce in questo mondo ricco di significato e di senso guardando all’opera del fondatore e santo don Luigi Guanella che, sul solco dei santi della carità, cercava di rispondere alle esigenze del quotidiano costantemente proiettato verso la beatitudine eterna (dalla Prefazione).
Paola è tenace e la tetraparesi spastica non le impedisce di sperimentare faticose meraviglie: un impensabile viaggio in Terra Santa, il mirabolante uso del computer, una Via Crucis sulle pietre toccate da Gesù. "Nel 2011 ho realizzato il sogno di quel viaggio e non chiedo di più". Una richiesta invece la fa, a nome di tutti: "Vorrei capire con il cuore qualcosa che con la testa so da tanto, e cioè che la disabilità non è la fine del mondo, poiché quaggiù un poco disabili lo siamo tutti". Un piccolo libro che è anche un coro di voci, nel quale l'autrice fa parlare parenti e amici, l'eroica mamma Gemma e i giornalisti che l'hanno aiutata a raccontare l'avventura del viaggio e della vita.
I giocatori per i quali l'azzardo è ormai una vera malattia sono sempre di più. A cadere nella dipendenza sono spesso i poveri, le donne, gli anziani. Chi è in cura presso i Sert, i gruppi di mutuo aiuto e le comunità di recupero è appena la punta dell'iceberg. Eppure gli inviti a giocare d'azzardo sono sempre più pressanti, nuove sale aprono ogni giorno, la pubblicità incalza promettendo facili vincite e una vita felice. Lo Stato non reagisce, anche se i costi sociali superano di gran lunga gli incassi per l'erario. Sul ricco bottino allungano le mani le mafie. È un'emergenza sociale senza soluzione? No. C'è un'Italia che reagisce. È l'Italia dei volontari, dei medici coraggiosi, degli esercenti di bar e tabaccherie, di sindaci e Regioni che non chiudono gli occhi e resistono all'aggressione dell'azzardo. Non vanno lasciati soli. Occorre sostenerli. Il primo passo è conoscere il fenomeno: il Gap, gioco d'azzardo patologico; e Azzardopoli, il sistema di connivenze e furbizie che lo alimenta.
Tra le numerose pubblicazioni sul tumore – l’innominabile – questo libretto ha una caratteristica che lo rende unico: far sentire in contemporanea e sullo stesso argomento due voci. La voce di un malato che da anni combatte con un tumore, e quella di un oncologo di grande esperienza. Due punti di osservazione sulla stessa realtà – la cura della malattia – vissuta e raccontata da posizioni diverse ma in continua relazione. Dobbiamo essere riconoscenti agli autori, che hanno scritto a quattro mani questo prezioso libretto in cui si propongono di «parlarne insieme»: in modo che il malato sappia cosa pensa l’oncologo, l’oncologo sappia cosa pensa il malato, i famigliari e gli amici sappiano cosa pensano il malato e l’oncologo. È un piccolo manuale di consultazione per tutti coloro che a vario titolo entrano a con- tatto col vasto mondo dei tumori.
"Nel corso della mia vita ho tentato un paio di volte di scrivere un libro per comunicare agli altri il mio diverso mondo, ma si è trattato di miseri tentativi falliti in breve tempo, perché ero impreparato a scrivere e convinto che fosse un argomento poco interessante". Finché Walter non incontra Gianmario, istruttore in piscina, che lo convince: «E così ecco il mio tanto desiderato libro!». Ventiquattro brevi capitoli scoppiettanti di umorismo ad ogni pagina, per raccontare in prima persona le avventure, i pensieri, i desideri di una "palla al piede", come gli amici chiamano Walter.
«Prima l’uomo beve un bicchiere, poi il bicchiere beve un bicchiere, infine il bicchiere beve l’uomo» (proverbio giapponese). Così rischia di succedere ai nostri ragazzi, che si avvicinano sempre più presto all’alcol (in media 11-12 anni). Oggi il consumo di bevande alcoliche da parte dei giovanissimi è incentivato da forti pressioni non solo culturali e sociali, ma anche commerciali. Meno vino, più birra e superalcolici. Non più a tavola, ma nei pub, nelle birrerie e nelle discoteche, una volta la settimana. L’alcol è diventato un ingrediente fondamentale della «cultura dello sballo». In queste pagine – nate dal lavoro «sul campo» – adulti (genitori, insegnanti, educatori) e ragazzi troveranno informazioni e indicazioni pratiche per evitare che i giovani affoghino «in bottiglia».
Un manuale per le adozioni di bambini con bisogni speciali". Si tratta di bambini grandi, con qualche problema di salute o handicap fisici. "
L'Autore racconta il proprio rapporto con la malattia che l'ha colpito all'eta' di 24 anni: la distrofia muscolare.
Questo libro di parole e di immagini è il racconto del viaggio dalla malattia alla guarigione e, anche, del cambiamento che quest’ultima ha provocato nei tanti guariti al San Gerardo di Monza. Quasi 30 storie, trame e orditi di un’unica grande storia, che ci ricorda quanto preziosa e gioiosa sia la vita. Storie di prima linea, di medici e di pazienti nell’emergenza di salvare la vita e nella gioia della guarigione: il professor Masera, il dottor Jankovic, i loro colleghi, le infermiere, insieme ai volontari del Comitato “Maria Letizia Verga” e quelli dell’ABIO che, da sempre, ognuno con le proprie armi, combattono ad oltranza tutti i tipi di leucemia.
Il lavoro nasce dall’esperienza diretta dell’autore, che ha voluto vivere dall’interno la realtà del carcere minorile dell’isola di Nisida (Napoli), mangiando e dormendo dietro le sbarre, facendo la stessa vita dei ragazzi detenuti. Struttura piccola, con un sano rapporto tra operatori e ragazzi, Nisida si presenta come un carcere che mira ad educare e riabilitare più che punire. Il reportage ha spesso la forma del dialogo e ci mette in diretto ascolto dei protagonisti di questa particolare realtà educativa.
Prefazione di don Luigi Ciotti
Reportage giornalistico che dà voce ai protagonisti
Nisida è una delle 19 prigioni per minori in Italia […] dove negli anni Settanta e Ottanta è soffiato, lieve, il vento riformista che immaginava di sorvegliare e punire un po’ di meno, ed educare e riabilitare un po’ di più. Anche grazie a quel vento, oggi a Nisida ci sono un teatro nuovo di zecca (finanziato da Luca De Filippo e dal Comune di Napoli, con un laboratorio di scenotecnica, che quando funziona fornisce le maestranze al teatro San Carlo), un forno per cuocere la ceramica, un reparto di falegnameria. E poi una sartoria e una scuola di pasticceria per le ragazze, perché come negli anni Cinquanta gli uomini imparano a costruire un muro e le donne a cucire un vestito.
«La Repubblica»
Possiamo definirlo un foto-diario che racconta il viaggio di due “aspiranti genitori” verso l’incontro e il primo mese di convivenza con il loro figlio adottivo.Una “storia-vera”, raccontata con i toni dell’emozione e accompagnata da splendide immagini che documentano la nascita di una famiglia speciale, ma anche un Paese straordinario come la Bolivia.
Un libro bello da leggere anche con i più piccoli per la suggestione del racconto e la bellezza delle foto, ma anche da “usare” come laboratorio per costruire positivamente la propria storia di adozione, grazie alla competenza alla quale le esperte di “Amici dei Bambini” ci hanno abituato. Un libro destinato quindi a tutte le famiglie adottive per capire con le parole e le immagini che cosa è l’adozione internazionale.