Leoni, cervi, serpenti, draghi, sirene... Sulle facciate delle nostre cattedrali, come nei chiostri dei monasteri o sulle pagine di antichi codici, è tutto un brulicare di creature animali, reali o fantastiche, mansuete o feroci. Un "bestiario" sorprendente e affascinante, ma che oggi non riusciamo più a "leggere" e a interpretare con immediatezza. Questo libro racconta, in modo chiaro ma affascinante - anche attraverso un ricco e originale apparato di immagini - il significato simbolico delle numerose e diverse rappresentazioni "zoologiche" che affollano gli edifici sacri e le pagine miniate dell'età medievale. Riscoprendo un linguaggio complesso e misterioso, ispirato ai testi biblici e ai Padri della Chiesa, ma anche alla tradizione classica e alle credenze popolari, che si serve dei simboli e dei segni della natura per parlare delle cose celesti. Perché, come scriveva Alano di Lilla nel XII secolo, "ogni creatura del mondo funge per noi da specchio della nostra vita, della nostra morte, della nostra condizione ed è segno fedele della nostra sorte".
Questo libro si inserisce nel fortunato filone dei libri d’arte e meditazione di Àncora realizzati sulla vita di Gesù e su Maria. Commentando 20 dipinti, riprodotti – sempre a colori – a pagina intera e poi evidenziati nei particolari più significativi, quest’opera svolge il tema della paternità di Dio ricercato in diverse opere sia come raffigurazione antropomorfica del Padre sia come allusioni simboliche o figurali. L’iconografia è tratta da artisti del calibro di Michelangelo, Raffaello, Domenichino, Guercino, Tintoretto. Ad accompagnare le immagini, un articolato commento estetico-spirituale, chiuso da brani meditativi attinti da grandi autori come Teresa d’Avila, Tommaso d’Aquino, Agostino d’Ippona.
Cristo in azione nella storia e nella vita quotidiana dell’uomo.
I gesti più comuni, i grandi movimenti di folla, le sofferenze, i miracoli: quella presenza straordinaria agiva nella realtà, e iniziava a trasfigurarla.
Proseguendo nel percorso iniziato con il fortunatissimo “Un volto da contemplare”, Giuseppe Sala ci invita a guardare Gesù che agisce, si muove, comunica. La struttura del libro è semplice: un brano evangelico, l’immagine che lo rappresenta descritta e commentata, le risonanze nella letteratura. L’iconografia è attinta da tre autori: Beato Angelico, Giotto e Caravaggio.
Un’opera curata e di prestigio, un’ottima strenna di Natale.
Georges Rouault (Parigi 1871-1958), dopo qualche anno di apprendistato presso due maestri vetrai, nel 1890 entrò nell’Ecole des Beaux Arts, dove ebbe come maestro Gustave Moreau e come condiscepolo Matisse. Morto il suo maestro, Rouault, si trovò nel dilemma di fare una pittura che piaceva e si vendeva o seguire una ricerca di forme e mezzi pittorici nuovi, nell’incomprensione quasi generale. Scelse questa seconda e più difficile via. Aveva quattro bambini, e sua moglie Marthe, ottima pianista, lo sosteneva dando lezioni di pianoforte. Frequentava la casa di Léon Bloy, dove conobbe altri artisti e anche Jacques e Raïssa Maritain. Solo dopo la seconda guerra mondiale finalmente giunse il riconoscimento pieno della sua grandezza: le esposizioni si moltiplicarono in tutto il mondo, come pure gli studi critici