«La Chiesa non può essere se stessa senza la donna e il suo ruolo. La donna per la Chiesa è imprescindibile». Papa Francesco con queste parole fotografa bene la realtà: sono le donne che tengono in piedi la Chiesa, attraverso le più varie forme di partecipazione e impegno. Un esempio? I catechisti: in Italia l'8o per cento è femmina. Eppure, che siano religiose impegnate in parrocchia, laiche attive negli oratori o docenti negli istituti teologici, nella pratica delle realtà ecclesiali si scontrano quotidianamente con difficoltà, incomprensioni, disparità di trattamento. Ma loro come reagiscono? Che cosa pensano davvero, magari senza dirlo perché nessuno glielo chiede? Quindici donne attive nella Chiesa qui si confessano, qualche volta con critiche anche sferzanti nei confronti di una certa mentalità clericale, in altri casi offrendo idee utili al cambiamento, sempre con l'intento di valorizzare il meglio di una Chiesa alla cui verità e bellezza tutte tengono senza infingimenti né tornaconti. A loro la parola: ascoltiamole.
Fin dal suo apparire sulla scena del mondo, l'essere umano è segnato da due bisogni fondamentali cui deve la propria sopravvivenza: l'uno riguarda l'individuo, l'altro la specie. Alimentazione e sessualità interagiscono fra loro secondo natura, cultura e spiritualità, e connotano una vita virtuosa o viziosa (gola e lussuria aprono la serie dei vizi capitali!). Riservando un più ampio spazio al cibo, in questo libro se ne coglie la molteplicità di richiami, dall'opzione vegetariana, illustrata nelle sue motivazioni e nelle diverse modalità proprie delle tradizioni religiose, alla convivialità eucaristica, preludio del banchetto celeste.
«Sul diaconato femminile, mi sembra utile una commissione che chiarisca bene questa cosa, soprattutto riguardo ai primi tempi della Chiesa». È bastata questa frase di papa Francesco – pronunciata il 12 maggio 2016 durante l’incontro con le rappresentanti dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali – per riaprire una questione già affrontata più volte in passato, soprattutto in chiave di «rivendicazione femminile». Come contributo al dibattito in corso nasce questo agile saggio, in cui don Albanesi fa il punto sulla storia e la teologia del diaconato e ricostruisce anche la vicenda per molti versi oscura delle «diaconesse» nel primo millennio cristiano. E non teme di prendere posizione sull’oggi, con un «sì» deciso al diaconato femminile, visto come l’occasione per configurare in modo nuovo e convincente un ministero rinato con il Vaticano II e dall’identità ancora incerta. La vera posta in gioco non è infatti il riconoscimento anche ecclesiastico del ruolo fondamentale delle donne, quanto il riportare nel cuore stesso della missione della Chiesa il servizio della carità. Don Vinicio lo dice da esperto canonista, ma anche e soprattutto da «prete di strada» che ha dedicato la sua vita al servizio degli ultimi.
«L’interesse che guida questo libro è riflettere sull’antico legame che i cristiani intrattengono da sempre con l’arte, legame tenace, persistente, si potrebbe dire ostinato. Ripercorrerne la storia ci mostra quella che per molto è stata una simbiosi, talvolta una cordiale amicizia, infine un distacco tra amanti feriti, di quelli che si lasciano male. Oggi sembrano finalmente ritrovate le ragioni di un vincolo in via di ricostruzione. Nel frattempo però i due amanti sono molto cambiati. Ritrovarsi è sempre anche riscoprirsi. Richiede la dura prova di un’audace pazienza» (dalla Premessa).
In varie zone pastorali della Diocesi di Milano i docenti del Seminario hanno promosso la nascita di alcune «scuole di teologia», offerte in modo particolare ai laici affinché possano approfondire la loro fede. Dopo un anno biblico (il cui contenuto è stato raccolto nel volume AsSaggi biblici), ci si è proposti di riflettere sull’uomo. La domanda, raccolta dalla complessa ricerca della contemporaneità, trova la sua risposta più compiuta in riferimento a Cristo («chiunque segue Cristo si fa lui pure più uomo» dice il Concilio Vaticano II), conosciuto nella fede e testimoniato nella vita.
Ermenegildo Conti (1965), sacerdote della Diocesi di Milano, dottore in filosofia, insegna Filosofia contemporanea e Antropologia filosofica presso il Seminario Arcivescovile di Milano, Etica filosofica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano; tiene il Seminario filosofico presso la sede centrale della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.
Franco Giulio Brambilla (1949), dottore in teologia, preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, dove insegna Cristologia e Antropologia teologica. Fino a non molto tempo fa ha insegnato le stesse materie presso il Seminario Arcivescovile di Milano. E' stato recentemente nominato vescovo ausiliare della Diocesi di Milano.
Francesco Scanziani (1968), sacerdote della Diocesi di Milano, dottore in teologia, insegna Antropologia teologica e Mariologia presso il Seminario Arcivescovile di Milano e presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano.
Giuseppe Como (1961), sacerdote della Diocesi di Milano, dottore in teologia, insegna Teologia spirituale presso il Seminario Arcivescovile di Milano e presso il Centro Studi di Spiritualità della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.