Due termini accompagnano in modo trasversale tutte queste riflessioni sulla sinodalità nella Vita Consacrata: l’ascolto e il consenso. L’ascolto non può mai essere dato per scontato e richiede, anzi, un grande lavoro interiore; il consenso va ricercato vincendo la tentazione di chiedere semplicemente l’assenso a quanto è già stato deciso.
Quando sappiamo riconoscere la nostra finitezza appare chiaro il fascino che il potere ha su di noi e diveniamo più umani. È questa una necessità che oggi sentiamo con particolare forza e gli Orientamenti Per vino nuovo otri nuovi hanno insistito sulla necessità che nella Vita Consacrata si curino meglio le relazioni nell’humanum. La sinodalità non è una mera tecnica di governo, ma un’esperienza di fede nell’ascolto di ciò che “lo Spirito dice alle Chiese”.
Biografia dell'autore
Maurizio Bevilacqua, missionario clarettiano, ha conseguito la licenza e il dottorato in teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana di Roma. Dal 2012 è docente presso l’Istituto di Teologia della vita consacrata “Claretianum”, di cui è attualmente preside.
L'autore ritiene che debba essere affrontata oggi una riflessione quanto mai urgente sulla vita consacrata e sul suo futuro. Si deve andare in profondità, riformulando l'identità della stessa secondo il bisogno di una società completamente diversa da quella che l'ha vista crescere nella storia. Da qui propone di fare spazio alle tante domande di religiosi e religiose ai quali, in ragione dell'età, appartiene il futuro. Il libro vuole essere un contributo alla riflessione sul futuro della vita consacrata.
Il libro si propone di chiarire il rapporto tra Ordo virginum e sinodalità, due termini in apparenza non legati direttamente tra loro: da una parte la realtà ecclesiale dell'Ordo virginum, che ha restituito, dopo il Concilio Vaticano II, la possibilità del rito di consacrazione per donne che vivevano nel mondo; dall'altra gli sviluppi dell'ecclesiologia sul tema della sinodalità. Da qui la riflessione sul tema della Chiesa sinodale come realtà nella quale l'Ordo virginum si rispecchia. Se il compito delle vergini consacrate è quello di portare la Chiesa nel mondo e portare il mondo alla Chiesa, che posto occupa - si domanda l'autore - l'Ordo virginum nella Chiesa e, per contro, la Chiesa nell'Ordo virginum? La risposta a queste domande consente di chiarire lo statuto ecclesiale dell'Ordo e la funzione ecclesiale della vergine consacrata nel mondo.
La Chiesa di Milano, come tante Chiese italiane ed europee, sta vivendo una forte trasformazione. Diminuisce la partecipazione alle attività pastorali e ai sacramenti, ma ancor più diminuisce, e diminuirà ancora, il numero dei presbiteri. Finora si è scelto di rendere alcuni preti parroci di più parrocchie, fino ad otto, spesso aggregate in cosiddette Comunità Pastorali. Tuttavia, la fatica del clero, dentro queste scelte, è divenuta spesso insostenibile, e si faticano a tracciare percorsi fruttuosi e risolutivi per le comunità. Quali sono le priorità e i criteri per abitare il cambiamento? Alcuni docenti del Seminario, insieme a ricercatori e teologi, si interrogano rispetto ai possibili cammini.
Il libro presenta gli atti del convegno 2022 (13-16 dicembre) promosso, come ogni anno, dall'Istituto di Teologia della Vita Consacrata «Claretianum» di Roma. Il convegno riflette sui vari aspetti - pastorale, teologico, ecclesiologico - che impattano sulla vita consacrata.
Il libro affronta il tema della leadership nella Chiesa attraverso vari contributi, approfondendo i seguenti temi: il rapporto tra il carisma delle congregazioni religiose e le sfide del presente; l'esercizio della leadership attraverso l'assunzione della vulnerabilità; la cultura della formazione permanente; la leadership nelle esperienze di comunità offerte ai giovani; le peculiarità della leadership nella vita religiosa; la leadership nella vita religiosa femminile; le derive narcisistiche di chi esercita la leadership; un commento alla "Patris Corde" tra psicologia, spiritualità e formazione; la formazione dei leader in contesto interreligioso.
Riconoscere il cammino educativo che modella la vita di ogni creatura, e integrare tale percorso nel lavoro di crescita vocazionale vuol dire aprirsi alla presenza di Dio nella storia dell'umanità. Questo è l'itinerario che la vita consacrata è chiamata a percorrere. La prospettiva di amore e di speranza che caratterizza ogni carisma proietta i religiosi e le religiose a saper riscoprire ancora una volta il senso più profondo della propria esistenza. Il loro «sì» vocazionale diventa un compito che impegna a dare una risposta specifica, anche e soprattutto quando è più difficile. Anzi, è proprio in un mondo terribilmente diverso che la vita consacrata è chiamata a riscoprire più che mai il valore educativo della propria vocazione. Si tratta di un progetto formativo che diventa vero e proprio «laboratorio di speranza», un percorso di crescita quotidiana dove le fragilità psicologiche e le prospettive vocazionali si intrecciano e si completano a vicenda. Le pagine di questo libro aiutano a riconoscere l'urgenza di questo cammino educativo.
La missione della Chiesa, e quindi anche quella della vita consacrata, gravita attorno alla missione dello Spirito, caratterizzata dalla presenza e assenza del Gesù terreno, poiché solo allora Cristo può essere contemporaneo ad ogni tempo: il primo, vero protagonista della missione è lo Spirito Santo. Le consacrate e i consacrati sono chiamati ad essere dei complici anonimi dello Spirito di Gesù e alleati della sorpresa di Dio. La sfida che sono chiamati ad assumere è quella della credibilità: cosa fare, infatti, quando le grandi parole della dottrina non toccano la vita di tutti i giorni? È proprio a partire dalla loro capacità di vivere relazioni autentiche nella comunione che i consacrati saranno veri missionari. L'incontro con Cristo crocifisso dilata il cuore del consacrato, così che il cuore di Cristo diventa il cuore del missionario.
Quando parliamo di omosessualità, di cosa stiamo parlando? La risposta parrebbe scontata, ma non è così. Spesso non è così nemmeno per colui che, come seminarista o come prete che si interroga sul proprio orientamento sessuale, vive in una condizione che, non di rado, non sa decifrare o ritiene di non riuscire ad affrontare. Confrontarsi, poi, dentro e fuori la Chiesa, è reso oltremodo difficile da un dibattito che oggi, frequentemente, scade nel conflitto e finisce per creare opposti schieramenti. Il fatto di riconoscersi in uno schieramento, apparentemente mette ordine; paradossalmente può condurre a maggiore confusione e disorientamento. Accade così ogniqualvolta si intende rinchiudere l'umanità di una persona - dunque pure la sua ricchezza e il suo carisma - negli spazi angusti delle «etichette». Siano quelle che siano. Il testo intende procedere in un senso interpretativo e non riduttivamente diagnostico. L'orientamento sessuale non può essere esaminato alla stregua di un tratto isolato della personalità, ma va compreso all'interno di un sistema i cui attori sono la persona, ma pure il suo contesto. La sua valutazione in una prospettiva vocazionale, perciò, non può prescindere dalla valutazione del bene evangelico che la persona nel suo contesto è condotta a esprimere. Prefazione di Luca Bressan.
Le donne consacrate accolgono le sfide dei giovani e delle giovani a partire dal Sinodo a loro dedicato. Chiesa che vive il carisma dell'ascolto, fa esperienza del presente come tempo favorevole e prezioso per rilanciare ethos e percorsi viali. Da parole formative nuove nascono stili e cammini inediti, attesi all'identità di genere, senza timore di proporre per l'oggi la vis provocativa della vita consacrata, nelle sue varie forme. Invit discreto a procedere verso l'umano e il mistero: verso la Fonte.
«Il tema del ministero sacerdotale è stato sempre attuale nella Chiesa, ma oggi lo è in modo particolare. Situazioni nuove hanno gettato un'ombra dolorosa sul sacerdozio cattolico, ponendo all'intera comunità ecclesiale una sfida molto impegnativa. In questo contesto è urgente dedicare una rinnovata attenzione alla formazione dei candidati al sacerdozio, non solo dal punto di vista spirituale, ma anche da quello umano. È necessario incoraggiare tutta la comunità cristiana a ritrovare il giusto sguardo di attenzione e di amore per i suoi sacerdoti. Proprio per questo non solo la Scrittura, ma anche i Padri della Chiesa continuano ad essere una fonte di ispirazione» (dalla Presentazione di p. Federico Lombardi S.I.). Nasce così questo libro, offerto alla lettura di sacerdoti e laici, perché tutti conoscano meglio il dono di Dio.
La Chiesa deve avere il coraggio di proporre ai giovani cristiani di oggi la "misura più alta della santità", santità che non esclude nessuno e che consiste nella perfezione della carità. I giovani, da parte loro, ci confermano che non sono solo le opere assistenziali a essere importanti per loro, ma il coinvolgimento diretto con le persone. Saremo un segno solo nel contatto diretto con le persone. È nell'incontro, infatti, che la vita consacrata ha ancora senso oggi. Per evangelizzare i giovani non esistono regole universali. La Chiesa deve saper riconoscere i loro bisogni, ascoltandone gli appelli, creando una Chiesa sempre più familiare, mettendone in risalto la dimensione fraterna. Le vocazioni sono in crisi, lo sappiamo, per questo è necessario pensare a una pastorale vocazionale che non miri solo al numero, ma che tenga conto del processo culturale in corso.