Un’inchiesta documentata, un racconto avvincente, uno sguardo pacato sull’Istituto per le Opere di Religione, meglio noto come IOR, un aspetto controverso del “mondo vaticano” su cui si polemizza e si discute quasi sempre senza conoscerlo. Un libro scritto con il passo del cronista che non ha timore di porre domande apparentemente ingenue, senza le quali non è possibile afferrare il senso di quanto la storia e la cronaca (spesso quella nera o scandalistica) ci hanno proposto nel corso degli anni. Ad esempio, che cos’è precisamente lo IOR? E, prima ancora, che cos’è la Santa Sede e che cosa la differenzia dallo Stato della Città del Vaticano? Scrivere una storia dello IOR non è solo entrare nei meandri di una strana banca, ma è un po’ come fare una caccia al tesoro (senza offesa). Bisogna mettere assieme tanti tasselli sparsi e formare un disegno, cercando di non farsi prendere dal sensazionalismo e dal gusto di romanzare i pochi eventi noti, malattia che colpisce spesso chi si occupa di Vaticano e dintorni. Ma di romanzare non c’è alcun bisogno: la realtà supera largamente la fantasia.
E' la nuova edizione del volume del 2000 del piccolo ecclesialese illustrato, aggiornata con i nuovi vocaboli e arricchita nei testi conclusivi.
È una sensazione condivisa, di questi tempi, nelle nostre comunità cristiane: un senso di oppressione, quasi mancasse il respiro. Come per una Chiesa piuttosto in affanno, fino ad avere il “fiato corto”. Si attribuisce spesso l’inizio di tutti i mali presenti alla svolta segnata dal concilio Vaticano II, ma è una tesi non giustificata. Se ci fu un momento in cui il respiro della Chiesa si fece ampio, fu proprio quello: ricuperando le dimenticate profondità della Scrittura e della Tradizione, riattivando i legami con le altre Chiese cristiane, aprendo le finestre verso un mondo in fermento. Si era tornati, insomma, a respirare a pieni polmoni, utilizzando le molteplici risorse che lo Spirito mette a disposizione del Corpo di Cristo. Poi, per una serie di motivi che qui, almeno in parte, si cerca di individuare e documentare, si ebbe forse timore di osare troppo, impauriti, come l’apostolo Pietro, per un vento che soffiava forte. E ci si è rassegnati ad un piccolo cabotaggio, in un rassicurante andirivieni tra una sponda e l’altra. Eppure il vento soffia ancora.
Don Xeres ripercorre l'arco bimillenario della storia cristiana dal punto di vista della sua "missione" di annuncio di Gesù, comunicazione di fede tra uomo e uomo. Proprio perché dedicata a ricostruire "fasi e modalità di crescita della Chiesa nel tempo", l'autore per il titolo ha ripreso una metafora lunare tratta da un Commento al Cantico dei Cantici di Tommaso d'Aquino: "La Chiesa è bella come la luna, poiché viene illuminata dal chiarore del suo Sposo". Questo perché, continua don Xeres, "l’unica autentica crescita per la Chiesa può essere ritenuta quella corrispondente alla sua missione propria, dunque alla maggiore o minore capacità di porre non se stessa, quanto piuttosto Cristo, della cui luce essa vive e diviene a sua volta fonte di vita. Come la luna, appunto".
Robert Royal, storico e saggista cattolico statunitense, ripercorre le vicende dell'esercito più singolare del mondo in questa “storia autorizzata”, nata in collaborazione con il Comando delle Guardie e pubblicata in contemporanea in Italia e negli USA. Il testo ha un taglio divulgativo e ripercorre le vicende delle Guardie, dalla fondazione a opera del “papa guerriero” Giulio II, come corpo di mercenari specializzati fino alla trasformazione in tempi recenti in guardia del corpo personale del Papa, sopravvivendo alla soppressione degli altri corpi vaticani a carattere militare decretata da Paolo VI. Il racconto storico, ricco di aneddoti e dettagli curiosi (come la storia delle vistose uniformi delle Guardie, di foggia rinascimentale), fornisce anche un vasto affresco della storia italiana ed europea dal Cinquecento ad oggi, vista da un punto di osservazione particolare e privilegiato come sono Roma e il Vaticano.