Il termine pudore rischia ancor oggi di risuonare come sinonimo di limiti, tabù, complessi di altri tempi. Non si tratta solo di libertà e trasgressione: il vestire, il parlare, il comunicare in pubblico o in internet non sono mai neutri, perché rivelatori dell'intimità e della dignità di ogni persona. Il testo intende rispondere ad alcuni interrogativi sempre attuali: il pudore esiste ancora o è scomparso del tutto? È solo una questione di libertà, di buon gusto o di buona educazione nei rapporti con gli altri? La fede ha un qualche ruolo nelle scelte del vestire e della custodia del proprio corpo o della propria intimità? Non sarebbe forse il caso di riconoscere il valore intrinseco e pedagogico del pudore, come promotore della dignità presente in ciascuno di noi? Poche realtà come il pudore, forma sublime di amore, sembrano in grado di favorire una sana autostima e un'autentica capacità relazionale, costruite sul dono di sé e sul rispetto dell'alterità.
Nei contesti pastorali non raro che un prete si trovi ad avere a che fare con situazioni interpersonali difficili e perfino difficilissime, tirato dentro dal proprio spirito di servizio evangelico, dalla propria generosità, qualche volta dalla propria imprudenza. La sua condizione affettiva di celibe rende singolari quelle interazioni e difficilmente riconducibili ad altre forme di relazione.
Tutto ciò apre spazi di grande fecondità, psicologica e spirituale, ma pure di possibile problematicità. Occorrerebbe evitare la deriva dell'ingenua deregulation, da un lato, come pure quella opposta, della distanza estrema e, ultimamente, del non coinvolgimento, dall’altro. Il testo, anche a partire dall’esame di situazioni concrete, propone riflessioni e strumenti per un coinvolgimento autenticamente cristiano. Stefano Guarinelli e sacerdote della diocesi di Milano da] 1993.
Psicologo e psicoterapeuta, è professore straordinario di Psicologia alla Facoltà Teologica dell'Iltalia Settentrionale presso la Sezione del Seminario Arcivescovile di Milano, di cui è direttore. Come professore invitato insegna, inoltre, presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, l’Università Pontificia Salesiana di Torino e la Escuela de Formadores di Salamanca (Spagna). Collabora, come vicario festivo, con la Comunità pastorale di Giussano (MB).
EDITORIALE
228
L'esperienza insegna... ma non sempre
232
DONATO PAVONE
C'è sempre un di più da cui si viene e verso cui si tende. La cura come relazione e reciproca competenza
241
M. MANUELA ROMANO
Auto-appropriazione e capacità di discernimento
251
MARIA ROSAURA GONZALES CASAS
Divinizzazione di ciò che è umano e umanizzazione di ciò che è divino. Processo d'integrazione e trasformazione in Teresa di Gesù
265
FRANCO MANZI
Pedagogia della "minaccia" nella parabola degli invitati al banchetto nuziale
278
PAOLA MAGNA
Vivere relazioni autentiche. Alterità - dono di sé
290
MARIGLENA GJONI
Comportamento spaziale e stati di personalità
EDUCATORI AL LAVORO
298
ALESSANDRO LEMBO
Adolescenza e progetto vita (II). Spunti di riflessione sulle opportunità e i rischi del seminario minore
310
Simone desideri
Non sono degno. Dinamiche e resistenze dell'accompagnamento
319
MARCO RONDONOTTI - ELISA FARINACCI
L'asse "uno-molti" nei social. Molteplici volti per una stessa identità.
LETTO PER VOI
328
LUCA GARBINETTO
"La formazione permanente nella vita quotidiana. Itinerari e proposte" di Amedeo Cencini
Semplici e "complicate". Storie di vita familiare ascoltate e raccolte da don Stefano (sacerdote e psicologo) durante la sua esperienza tra la gente, tra moglie e marito, tra ex moglie e marito, tra figli e genitori, tra figli voluti e mai arrivati o altri non desiderati abbastanza. Uno spaccato di esperienze nel quale riconoscersi e riflettere, dove la famiglia è guardata attraverso l'esperienza della fragilità umana e non sotto la lente dell'analisi sociologica.
Secondo volume sulle dipendenze. La dipendenza sessuale esisteva certamente anche prima di internet. Il virtuale però esercita un fascino ancora più invasivo.
Revisione e integrazione generale dei contenuti. Il volume sottolinea l'importanza della relazione, per cui non solo gli adulti parlano di Dio ai figli", ma anche "i figli parlano di Dio". "
I giocatori per i quali l'azzardo è ormai una vera malattia sono sempre di più. A cadere nella dipendenza sono spesso i poveri, le donne, gli anziani. Chi è in cura presso i Sert, i gruppi di mutuo aiuto e le comunità di recupero è appena la punta dell'iceberg. Eppure gli inviti a giocare d'azzardo sono sempre più pressanti, nuove sale aprono ogni giorno, la pubblicità incalza promettendo facili vincite e una vita felice. Lo Stato non reagisce, anche se i costi sociali superano di gran lunga gli incassi per l'erario. Sul ricco bottino allungano le mani le mafie. È un'emergenza sociale senza soluzione? No. C'è un'Italia che reagisce. È l'Italia dei volontari, dei medici coraggiosi, degli esercenti di bar e tabaccherie, di sindaci e Regioni che non chiudono gli occhi e resistono all'aggressione dell'azzardo. Non vanno lasciati soli. Occorre sostenerli. Il primo passo è conoscere il fenomeno: il Gap, gioco d'azzardo patologico; e Azzardopoli, il sistema di connivenze e furbizie che lo alimenta.
Rabbia, tristezza, dolore, gelosia, angoscia o delusione. Sofferenze causate da ciò che invece dovrebbe dare sapore, colore, luce alla nostra vita: un rapporto affettivo. Lo scopo ambizioso di questo manuale è di fornire, pagina dopo pagina, una bussola emotiva che consenta di orientarsi tra le rotte possibili nella vita sentimentale e salvarsi dalla sofferenza affettiva. L'autore condivide con il lettore la propria esperienza di viaggio nell'affettività, conducendolo attraverso le sabbie mobili della vita sentimentale con ironia e leggerezza. Come ogni corso di sopravvivenza che si rispetti, potrà apparire duro, spiazzante, a tratti provocatorio. Ma chi avrà il coraggio di non mollare, imparerà a conoscere se stesso e a vivere le relazioni affettive senza fare (e farsi) del male.
"Il messaggio che viene trasmesso fin dalla più tenera età è che siamo troppo fragili per affrontare le difficoltà della vita e che è possibile al massimo limitare i danni, facendosi curare. È il paradosso del salutismo, che ha creato nuove forme di dipendenza: più ci si sottopone a cure e controlli, peggio si continua a stare." La nostra cultura è sempre più sensibile al tema della salute, fino all'ossessione. Una ossessione alla base del suo attuale disagio di vivere: più ci si cura e più ci si scopre fragili, ansiosi, impauriti. Da qui la tendenza a esasperare l'aspetto malato delle persone, non solo nell'ambito della salute mentale ma nei contesti più diversi della vita, come la politica, le relazioni affettive, l'educazione. Con effetti devastanti. Nel libro si presentano le molteplici sfaccettature di questa preoccupante novità del nostro tempo, cercando di risalire alle sue radici culturali. La salute a tutti i costi ha comportato un grave impoverimento culturale e spirituale che sta lentamente spegnendo il gusto di vivere dell'uomo occidentale.
Talora la psicologia travalica i propri limiti e accade che si confonda la direzione spirituale con la consulenza psicologica. Teologia e psicologia devono invece collaborare, ma senza sovrapporsi, perseguendo un obiettivo comune da impostazioni diverse. L'apporto primario della psicologia nella formazione sta nell'aiutare il soggetto a essere vero; ma a questo percorso va affiancato un atteggiamento orante. Non si tratta solo di un cambiamento del comportamento, ma di una conversione dei sentimenti, fino all'identificazione con gli stessi sentimenti di Gesù.