Il lavoro nasce da una frase di Agostino di Ippona utilizzata da Jacques Derrida per indicare “qualcosa” della propria pratica filosofica. Quella citazione attira l’attenzione per lo strano rapporto che essa crea tra la verità e il fare. In Agostino quel fare era legato al gesto particolare di scrivere le proprie confessioni davanti a Dio ma non per Dio, bensì per sé e per i fratelli: lo scrivere come un modo per fare verità o per scoprire la verità di sé, per professare la propria verità.
Come la scrittura agostiniana così anche il fare la verità della pratica della decostruzione tende a creare una comunione: con i testi che si leggono e con gli interlocutori che leggono ma anche con i contesti sociali ai quali quei testi si rivolgono. Derrida riconosce la presenza di un “di più” di umanità, di un’eccedenza di socialità che richiede una pratica capace perlomeno di problematizzare tutti quegli approcci che pregiudicano l’a-venire dell’impossibile.
Un'ermeneutica della Divina Commedia che propone la lettura dell'opera a partire dalle categorie metafisiche del cosiddetto Platonismo di Tubinga. Il nucleo fondamentale della proposta concerne la presenza di una scienza del bene e del male, che viene progressivamente acquisita nel corso del viaggio dantesco. Questa scienza - uno dei cardini del pensiero metafisico di Platone - viene sorprendentemente espressa nell'esperienza dantesca in modalità assai simili a quelle del filosofo greco. Da qui la ricerca di un nesso tra i due autori, che non sia esente da una riflessione di stampo ermeneutico e storico sugli influssi della tradizione platonica di Dante.
Il presente volume offre una introduzione storica, critica e bio-bibliografica sul pensatore e teologo tardomedievale Francesco di Meyronnes, focalizzando l'attenzione sul tema della liberta e della contingenza Dio e libero o no di fare cio che fa? E l'uomo e o non e libero? L'agire divino e o no contingente? Come si rapporta l'uomo a tale agire? Qual e la relazione fra la volonta divina e quella umana? Il volume affronta tali temi alle luce dei pensatori tardo medievali, in particolare analizzando l'opera e il pensiero di Francesco di Meyronnes.
L'esicasmo e uno stile di preghiera incessante e di vita ascetica che caratterizza il cristianesimo d'Oriente. Il presente volume esamina la piu importante controversia religiosa del periodo tardo bizantino: la controversia esicastica tra san Gregorio Palamas e Barlaam Calabro. Fyrigos, dopo un'attenta e serena lettura dei testi, propone una nuova ricostruzione storica della disputa sull'esicasmo tra Gregorio Palamas e Barlaam. Egli suddivide l'intera disputa dal punto di vista cronologico e dottrinale in due fasi, nella controversia palamitica" e nella "polemica esicastica"; individua e analizza le tematiche principali inerenti a ciascuna delle due fasi; prospetta una ricostruzione dei testi antiesicastici di Barlaam ed una datazione degli stessi; e offre una edizione critica delle "Epistole greche" di Barlaam, corredandola con i dovuti apparati scientifici. "
Un testo sulla storia di Gesu.