Pagine Facebook di ambasciate con migliaia di like, summit internazionali in diretta su YouTube, blog scritti da diplomatici, profili Twitter di ministri degli esteri e capi di stato. Negli ultimi anni, numerosi governi stanno utilizzando gli strumenti del Web partecipativo per promuovere i propri interessi strategici all'estero. L'uso dei social media per comunicare e interagire con l'opinione pubblica sta rivoluzionando una delle professioni più tradizionali: il diplomatico, in passato pronto a trincerarsi dietro il consueto "no comment", ora si avvale sempre più attivamente di internet per instaurare un rapporto diretto con i cittadini che, grazie alle nuove tecnologie, riescono ad avere un peso maggiore nei processi decisionali e che possono diventare dunque un ottimo alleato, o un insuperabile ostacolo, anche nella gestione dei rapporti tra le nazioni. Attraverso l'approfondimento di numerosi esempi e tecniche di comunicazione, il volume illustra l'innovativo uso dei social media in diplomazia per influenzare l'opinione pubblica, promuovere l'immagine degli Stati e perseguire gli obiettivi strategici nel panorama della nuova geopolitica digitale.
I media digitali impongono un passaggio da una logica di controllo e stabilità a un contesto di libertà, fiducia e fluidità. Questo libro vuole aiutare le aziende a cambiare punto di vista e a imparare a vivere questo momento non come cambiamento drammatico, ma come evoluzione della relazione alla base della loro esistenza: quella con i clienti.
Non un cambiamento a cui reagire dopo un iniziale periodo di resistenza, ma un’evoluzione da assecondare cogliendone le infinite opportunità, certo non solo di natura tecnologica o confinate in una specie di mondo parallelo quale ancora troppo spesso è considerata Internet.
Passare dalla pianificazione & controllo alla collaborazione & fiducia non è semplice: imparare ad assecondare le direzioni prese dalle persone che vogliono avere a che fare con noi è l’essenza del passaggio strategico dal marketing alla collaborazione. L’essenza di passare da una logica “io e voi” a una logica del "noi".
È la proposta di questo libro: allenarsi a collaborare con i propri clienti usando i social media partendo da zero, dove zero vuol dire capire cosa sono, a cosa servono, cosa comportano e perché non possono essere semplicemente ignorati.
Più che una colonizzazione degli spazi sociali della Rete, discutibile per tutta una serie di motivi, urge una contaminazione positiva al contrario, e cioè un forte cambiamento del modo in cui un’azienda solida dai prodotti di qualità comunica ai propri clienti su tutti i mezzi.
Imparare a progettare esperienze per una community invece di messaggi per un target è il passaggio più difficile, ed è quello che fa la differenza tra una strategia di relazione e una semplice tattica di occupazione dei social media.
Passare dall’interruzione sgomitante tipica della comunicazione di massa al coinvolgimento sognante tipico del racconto: è di questo che stiamo parlando.
Un modo completamente nuovo di rispondere ai bisogni dei clienti: invece di cercare di indovinarli e di controllarli, basterebbe ascoltare.
Fate attenzione a quello che sta veramente a cuore alle persone che immaginate come possibili clienti. Chiedetevi se il vostro prodotto migliorerà le loro vite, nel suo specifico, ovviamente. Chiedetevi se immaginarlo, sceglierlo, comprarlo, portarselo a casa, usarlo e magari anche finirlo o buttarlo sarà per loro un gioco e un piacere o – anche solo in uno di questi momenti – fonte di ansia, disagio, fastidio e difficoltà. Chiedetevi come potete fare per evitarlo. Credete alla storia che vi raccontate? Se non ci credete, come potete convincere altri a farlo? – Mafe de Baggis
L'autrice
Mafe de Baggis, freelance, socia fondatrice di Daimon, da dodici anni cerca di portare in Internet le aziende, le testate e le persone che ne sentono il bisogno, guidandole a interpretare e vivere correttamente un medium complesso e divertente. All’attività di consulenza di marketing digitale e di progettazione di ambienti sociali online (community, blog, social network) associa la formazione, in aula e personale, e la scrittura (Le tribù di Internet, 2001, HopsLibri; Lei non sa chi sono io, 2007, RGB Editore; Preso nella rete, 2009, Morellini Editore). Ha una rubrica su Punto Informatico ("NoLogo") e una su GraziaMagazine ("Yours Truly"). Per alcuni anni ha curato un blog doppio, Maestrini per caso; dal 2009 è tornata a scrivere su toni più personali sul blog Brightside e soprattutto su Twitter e Friendfeed.
Essere in grado di progettare e realizzare un file completo e pronto per la tipografia richiede la familiarità e la conoscenza di una serie di regole che riguardano la grafica, la prestampa e la stampa stessa. Saper usare un computer o aver seguito uno dei tanti corsi di grafica che il mercato offre o, ancora, avere la padronanza di un software specifico, non basta per pensare di conoscere un mestiere. Perché, in questo caso, proprio di Mestiere - con l'iniziale maiuscola - si tratta. Un mestiere complesso e costellato di pratica. Ecco allora lo scopo di questo libro: trasmettere tutta una serie di tecniche, regole e procedure che, nel mondo astratto di Internet e del facile impiego dei computer, hanno perso di significato, fino a farne dimenticare l'esistenza e l'utilizzo. Conoscenze che, invece, dovrebbero essere consolidate in chi progetta e realizza uno stampato editoriale. Qualsiasi esso sia.
In epoca medievale gli studenti dovevano iniziare il loro percorso di apprendimento attraverso il "Trivium": lo studio di logica (l'arte di ragionare correttamente), grammatica (la comprensione della struttura delle lingue) e retorica (l'arte di produrre testi efficaci). Il Trivium aveva un valore formativo essenziale, forniva strumenti metodologici di base sui quali poggiava tutto l'edificio delle conoscenze acquisite successivamente. Un ruolo analogo è oggi svolto dal cosiddetto "critical thinking". Questa disciplina, che nel mondo anglosassone è ormai considerata un prerequisito essenziale allo studio universitario e che anche in Italia viene guardata con crescente interesse, intende "insegnare a pensare e a comunicare": sviluppare argomentazioni corrette e presentarle efficacemente, valutare criticamente le argomentazioni altrui e individuare i tentativi di manipolazione che possono annidarsi nella comunicazione. In questo libro gli argomenti canonici del Trivium vengono presentati in modo chiaro ed essenziale e rivisitati alla luce delle specifiche forme che ha assunto oggi la comunicazione.
L'architettura dell'informazione, cioè la strutturazione e l'organizzazione dei dati e degli strumenti che ne consentono l'impiego, non si applica solo alle pagine web, ma a ogni oggetto appartenente alla quotidianità. Spesso non ce ne si accorge, abituati come si è a determinate soluzioni, determinate forme, ma quando l'informazione diventa più densa e complessa, legandosi magari a oggetti (o siti web) nuovi, allora la sua architettura fa la differenza tra ciò che funziona o meno. Un volume pratico che insegna a comprendere le strutture, gli strumenti, le architetture che sottendono i sistemi informativi che funzionano, che appaioni subito chiari senza dover imparare nuovi sistemi di utilizzo. Solo attraverso la comprensione di questi concetti chiave, il designer (sia esso architetto, webmaster, artigiano) può progettare e creare soluzioni funzionali, ma allo stesso tempo facili, per le quali l'utente, pur provenendo da contesti diversi, non debba reimparare a utilizzare un nuovo modello.