La fonte Q (da Quelle, che in tedesco vuol dire "fonte") è una raccolta di detti di Gesù che gli studiosi, a partire dal tedesco C.H. Weisse (1838), hanno identificato nei Vangeli di Luca e di Matteo. È una fonte scritta in greco, che i due evangelisti hanno usato, insieme con il Vangelo di Marco, per comporre i loro Vangeli (teoria delle due fonti). Sono circa 225 versetti e rappresentano la prima testimonianza scritta su Gesù, anteriore ai Vangeli stessi. Questi detti esprimono il pensiero cristallino di Gesù, riportandoci più vicini a lui nel tempo.
Oggetto dell'opera è il rapporto tra il cristianesimo e le altre religioni. Il tema, studiato già dalla metà del XX secolo, ha trovato ampia ricezione nel concilio Vaticano II, che su di esso ha suscitato un vasto dibattito teologico. È importante che ogni religione mantenga ben distinti il proprio valore e la propria identità, ma è anche indispensabile riaffermare la dimensione cristologica, soteriologica ed ecclesiologica di ogni tentativo di proporre una teologia delle religioni. Essa, a sua volta, richiede ancora precisazioni circa un proprio status metodologico. La questione principale riguarda la possibilità della salvezza escatologica e ultraterrena non come privilegio dei soli cristiani, ma come salvezza che abbraccia tutti gli uomini del mondo; una salvezza offerta a tutti attraverso l'unico mediatore e salvatore, Gesù Cristo: un evento storico-escatologico da intendersi in un orizzonte trinitario.
Il credente si appella alla Parola di Dio affinché, come afferma Efrem il Siro, "contemplando" la Parola, ma anche la realtà, la vita e tutta l'esistenza, ne trovi "ricchezza" e senso. Attraverso un excursus di testi biblici verranno offerti spunti per approfondire i diversi aspetti della bellezza e della ricchezza espresse nella Bibbia. Ne emergerà quanto è importante ogni uomo per Dio, ma anche quanto sia imponente la fatica della ricerca, del cammino segnato da debolezza e fragilità, dalla lotta tra il bene e il male. Dio, da parte sua, offre una risposta ai grandi "perché" dell'uomo attraverso la sua Parola vivente: Gesù, il Dio fatto uomo.
Letizia è una giovane psicologa che sta per incontrare Grazia, il suo primo caso clinico. Quest'ultima è una donna schizofrenica, reclusa in casa da oltre trent'anni. Sarà Pietro, un amico in comune, a metterle in contatto. Con il susseguirsi degli incontri con Grazia, Letizia aderirà alla solitudine della donna, accorgendosi della propria, più sottile e fatta di barriere invisibili ma ugualmente difficile da superare. Lo stesso sentimento con due sfumature diverse che entrano in contatto e si raccontano. Attraverso ponti invisibili, passando per un finale inaspettato, le due solitudini creeranno la comunione necessaria per uscire dall'isola.
Per arrivare in orario certe volte è necessario salire sul treno successivo. La differenza non sarà questione di tempo ma d'aver colto il bersaglio: gustarsi la luna di pomeriggio. Lui, negli anni del liceo, assomiglia al sole: al suo passaggio si alza un'iradiddio di oche. Lei, in virtù della teoria-della-serratura, agli occhi di lui è poco più che una fesseria: di pomeriggio si esce a contemplare il sole, non si perde tempo a guardare la luna. Che ognuno vada per la sua strada: "Tieniti le gatte morte. Alle leonesse ci pensano i leoni". All'indomani della maturità, incontrandosi in treno, ammetteranno a se stessi che una risposta giusta, data nel momento sbagliato, è una risposta sbagliata: loro due erano quelli giusti nel momento sbagliato. L'amore era altro: "Trovarsi senza cercarsi". È il sole che abbraccia la luna: l'eclissi. Ne "Il pomeriggio della luna" per fare ordine è prima necessario fare disordine. Perché l'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare: "Luna di pomeriggio è la più bella frase mai scritta in italiano".
Il Pontificio Istituto Liturgico presenta il nuovo elenco delle tesi di licenza e di dottorato che sono state discusse dal 1961 al 2015. Il volume contiene l'elenco nominale degli autori e dei rispettivi titoli. Sono riportati anche i nomi dei professori moderatori e le aree di studio, che vogliono essere un pratico segno di approccio alla liturgia in base alle sue varie diramazioni e ai diversi oggetti di indagine. Inteso come nuovo strumento di catalogazione del fondo d'Archivio, il volume è il contributo che riprende le fila della storia della scienza liturgica e rende noto il lavoro svolto. In quanto catalogo delle tesi di licenza e dottorato, è lo strumento offerto agli alunni ed ex-alunni perché essi possano orientarsi nel lavoro svolto, considerare le possibilità di ricerca e intraprendere nuovi itinerari di studio e approfondimento della liturgia della Chiesa.
I sistemi regolamentativi utilizzati nella storia della nostra area culturale e geografica di appartenenza, per razionalizzare la presenza sociale del cristianesimo nel tessuto connettivo della comunità politica, sembrano stabilmente orientati al perseguimento di due obiettivi: la predisposizione di modelli normativi che siano adeguati a corrispondere alla complessità istituzionale del cristianesimo; l’uso di quei modelli ai fini di integrazione delle istituzioni ecclesiastiche nei valori e nelle strutture dell’organizzazione politica della società. I sistemi unionisti del passato, fra imperi e Chiesa d’Occidente, descritti in queste pagine, sembrano efficacemente inscriversi in questa tendenza.
I principali momenti della storia del pensiero giuridico occidentale sono descritti (nella parte I) muovendo dalle lontane origini greche e romane, per giungere sino all’età contemporanea. Il lungo percorso storico, di oltre due millenni e mezzo, è affrontato esponendo le “riflessioni” sul diritto compiute, in vari periodi e luoghi, da filosofi, giuristi, politici, teologi, sociologi, in correlazione con il sistema normativo loro rispettivamente coevo. Le varie “concettualizzazioni” del fenomeno giuridico sono sintetizzate intersecandole con le problematiche di filosofia del diritto, di storia del diritto, di storia delle dottrine politiche e di storia delle istituzioni politiche, con costante attenzione al quadro storico generale. Viene, poi, esaminata in maggior dettaglio (nella parte II), la cultura giuridica italiana dal Settecento ad oggi, con peculiare attenzione al diritto pubblico.
"Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei", recita un celebre aforisma divenuto onnipresente, dai numerosi blog di cucina che popolano la rete ai moderni trattati sul gusto. Oltre alla dimensione fisiologica, legata al sostentamento del corpo, l'alimentazione rappresenta in effetti un vero e proprio sistema di comunicazione ed espressione dell'identità socioculturale. Un tema fondamentale e sempre più frequentemente al centro di dibattiti pubblici, esposizioni universali e comunicazioni multimediali; eppure non ancora adeguatamente approfondito a livello accademico, in particolar modo nell'ambito delle scienze umane e sociali. Nel tentativo di rispondere a tale esigenza, questo numero di Lexia propone una riflessione a più voci sui legami tra i segni, i testi, i discorsi e le pratiche inerenti all'universo alimentare, da un lato, e i processi di costruzione e le forme di espressione dell'identità culturale - o, più specificamente, delle identità culturali -, dall'altro.
Nel 2000 l'autrice ha pubblicato un piccolo volume il cui obiettivo era quello di trovare un solido fondamento metafisico alla differenza sessuale. Gli studi raccolti in questo volume si collegano, ognuno con una sua fisionomia, a quel testo e, ad eccezione del primo che è anteriore e che si propone come un iniziale svolgimento dei temi del libro, intendono sviluppare le linee tracciate nel 2000, muovendosi in diverse direzioni. Altro punto di contatto tra le due opere, pur così diverse, è il piano su cui esse si collocano. Un piano legato all’indagine filosofica, con intenzionali aperture alla prospettiva teologica, ritenuto di livello prioritario.