La conoscenza è forse la più straordinaria avventura dell'uomo. Per questo "Sui banchi di scuola" è un libro controcorrente, certamente lontano dal disfattismo a cui siamo abituati. L'autore, un giovane insegnante ricco di entusiasmo (ma anche di esperienza), si lascia attraversare dalle "urgenze" dei giovani cercando per loro risposte profonde, non dettate dal "pensiero unico". Per Giovanni Fighera, la scuola non è solo un luogo di trasmissione di informazioni, ma una realtà in cui il ragazzo può scoprire i propri talenti per metterli al servizio di tutti. Perché ciò avvenga, però, è indispensabile che si rimetta al centro la persona e che si riscopra "come" e "che cosa" studiare.
Tre anni, da estate 2011 a estate 2014, oltre centocinquanta cartoline, che l'autore, Pippo Corigliano, giornalista e già scrittore di successo per Mondadori, scrive settimanalmente commentando i fatti dell'attualità per invogliarci a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, nonostante la crisi, nonostante il governo, nonostante le alluvioni e i terremoti, nonostante tutto? Senza pretesa di insegnare nulla Pippo pagina dopo pagina sa fare breccia e donarci con un sorriso le ragioni profonde e per nulla scontate della sua speranza. Il volume esce in collaborazione con il settimanale "Tempi", dove le cartoline sono venute per prime alla luce.
"Mons. Álvaro del Portillo (1914-1994) è stato per quarant'anni il più stretto collaboratore di san Josemaría Escrivá, ed è stato il suo primo successore alla guida dell'Opus Dei. Questa intervista, uscita in prima edizione alla vigilia della beatificazione del fondatore, raccoglie la testimonianza non di un biografo meramente professionale, pur scrupoloso, bensì di un figlio spirituale che ha assimilato il messaggio e lo stile di vita del Padre, collaudandoli in prima persona. Mons. del Portillo ha registrato episodi, espressioni, gesti del fondatore non semplicemente da cronista o da storico, ma con l'affetto indelebile con cui, per fare un esempio alto, san Giovanni ha memorizzato perfino l'ora del suo primo incontro con Gesù ("Erano le quattro del pomeriggio", Gv 1,39). Da queste pagine emerge non solo la santità di san Josemaría, ma anche di colui che con tanta efficacia e con tanto affetto ha conservato memorie e documenti così dettagliati perché consapevole di dover rendere un servizio non solo ai membri dell'Opus Dei attuali e futuri, ma anche a tutti coloro che dagli esempi dei santi traggono linfa per la loro vita di fede. Alla vigilia della beatificazione di mons. Alvaro del Portillo, annunciata per il 27 settembre 2014, si può ben dire che questa intervista è la biografia di un santo, scritta da un santo." (Cesare Cavalleri)
«Il principale problema, presente nella Chiesa a proposito della famiglia», scrive nella prefazione il cardinale Fernando Sebastián, «non è il piccolo numero dei divorziati risposati che desiderano accostarsi alla Comunione eucaristica. Il nostro problema più grave è il gran numero di battezzati che si sposano civilmente e degli sposati sacramentalmente che non vivono né il matrimonio né la vita matrimoniale in sintonia con la vita cristiana e gli insegnamenti della Chiesa, che li vorrebbe come icone viventi dell’amore di Cristo verso la sua Chiesa presente e operante nel mondo».
«Quando verrà scritta la sua biografia», suggeriva mons. Javier Echevarría, Prelato dell’Opus Dei, «tra gli altri aspetti rilevanti della sua personalità soprannaturale e umana, questo dovrà avere un posto di risalto: il primo successore di san Josemaría Escrivá alla guida dell’Opus Dei è stato – prima di tutto e soprattutto – un cristiano leale».
Álvaro del Portillo (1914-1994) è stato il grande sostegno del Fondatore, e gli è rimasto accanto da quando era molto giovane fino alla sua morte. Ha svolto un ruolo rilevante nel Concilio Vaticano II ed è stato ordinato vescovo da san Giovanni Polo II nel 1991. Sarà proclamato beato il 27 settembre 2014.
L’autore ha compiuto un profondo lavoro di ricerca, costruendo il testo sulla base di lettere, documenti e testimonianze, mettendo a punto una biografia commovente e rigorosa.
L'autore
Javier Medina Bayo (Vizcaya 1950) si è trasferito a Roma nel 1970, e da allora è vissuto accanto a mons. álvaro del Portillo fino alla sua morte, nel 1994. È laureato in Scienze dell’educazione presso l’Università di Navarra (1975) e ha conseguito il dottorato in Filosofia presso la medesima Università (1979) e presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma (1992). Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1975. Ha collaborato all’edizione del Missale Romanum, iuxta ed. typicam tertiam, pubblicato da Midwest Theological Forum (Chicago 2005) e ha diretto l’edizione popolare della Bibbia di Navarra (Midwest Theological Forum, Chicago 2008).
Nel 2011 ha pubblicato Dora del Hoyo. Una luz encendida, profilo biografico della prima numeraria ausiliaria dell’Opus Dei.
"La relazione della Chiesa con il mondo può essere riassunta nella celebre affermazione di sant'Agostino: Mundus reconciliatus, Ecclesia; la Chiesa, nella sua dimensione di Popolo di Dio, è il mondo stesso in quanto riconciliato con Dio; e, pertanto, si rapporta al mondo come forza, come sacramento, mediante il quale Cristo continua nella storia la sua missione di salvezza, vincendo la resistenza che il mondo stesso contrappone alla propria riconciliazione con Dio". Questa affermazione, a p.69 del volume, è l'orizzonte entro cui il Vicario generale dell'Opus Dei analizza la situazione della Chiesa nella contemporaneità, con particolare riguardo al ruolo dei laici cristiani. In risposta alle incalzanti domande di Rafael Serrano, mons. Ocáriz spazia dai problemi teologici attuali all'eredità del Concilio Vaticano II, alla qualità della "nuova" evangelizzazione, ai temi sociali del lavoro e della povertà. Una lettura autorevole e serena della realtà in cui viviamo, orientata alla riscoperta della felicità e responsabilità di essere cristiani.
Nel Discorso della Montagna, i poveri son detti beati: ma bisogna voler capire, e «Chiesa dei poveri», «opzione preferenziale per i poveri» sono espressioni tanto equivoche da dimostrare che sulla figura del «povero» c'è davvero bisogno di far chiarezza. E' la via seguita dall'autore di questo libro certamente dissonante con lo «spirito del tempo» (pp. 232).
Se in generale la grande letteratura è non solo una lavagna su cui riprodurre creativamente la realtà ma uno strumento per indagarla e comprenderla, Turgenev, Tolstoj e Dostoevskij misero decisamente al centro delle loro opere personaggi di grande complessità e umanità, dando un contributo decisivo allo studio dell'Io. Lo fecero ognuno a suo modo, elaborando un personaggio-persona che anticipa le successive scoperte delle discipline dell'uomo, ma evitando le secche in cui queste cadono allorché muovono da un'antropologia parziale, riduttiva. I tre romanzieri si mossero così verso il recupero di un'antropologia tripartita dove, accanto alla sfera fisica e a quella psichica, emerge una sfera spirituale che consente l'inabitazione del divino nell'uomo. Solo l'esistenza di questa regione spirituale permette all'uomo di scegliere liberamente, di decidere responsabilmente sottraendosi ai condizionamenti dell'ambiente. Solo questa dimensione spirituale può spiegare il centro trascendente del personaggio, qualcosa che è nel personaggio ma che contemporaneamente lo supera. Lo supera dando vita a un amore benevolente, un amore che non nasce dall'uomo, ma che l'uomo può testimoniare ai suoi simili, restaurando la loro esistenza oltraggiata.
La prima intervista del Papa emerito Benedetto XVI in un libro a più voci che rende omaggio alla figura e al pensiero di Wojtyla. A un anno dalla rinuncia al suo Pontificato il Papa emerito Benedetto XVI ha rotto il suo silenzio. Lo ha fatto accettando l'intervista proposta dal vaticanista polacco Wlodzimierz Redzioch, dopo aver ricevuto le bozze del libro "Accanto a Giovanni Paolo II. Gli amici & i Collaboratori raccontano". Con i contributi di: Sua Santità Benedetto XVI - Amato - Bertone - Biocca - Buzzonetti - Deskur - Dziwisz Echevarría Grygiel - Kabongo - Mari - Mokrzycki - Mora Dìaz - Nagy - Navarro Valls - Normand - Oder - Póltawska - Ptasznik - Ruini - Sodano Svidercoschi. Il volume riunisce 22 contributi forniti da altrettanti amici e/o stretti collaboratori di Papa Wojtyla nell'occasione della sua canonizzazione fissata da Papa Francesco il prossimo 27 aprile. La vita, il pensiero, il programma e i sogni di Karol Wojtyla affiorano qui attraverso i ricordi partecipati e, spesso, commossi del vissuto quotidiano accanto al Pontefice. Il risultato è un ritratto a più mani, quanto mai vivo, variopinto e particolareggiato, assolutamente fedele e completo di Karol Wojtyla, l'uomo, il Papa, il Santo.
"Garibaldi seguì negli anni la vicenda Calabresi con passione civile e rigore di cronista, ne fece una battaglia di principio e di verità storica. Anche grazie a testimonianze come la sua, a Calabresi fu data dal presidente Ciampi, con trentadue anni di ritardo, la medaglia d'oro al valor civile. Un riconoscimento postumo, assai postumo, che si insinuava come una piccola parentesi nel fiume di parole, interventi, pressioni per la grazia a Sofri e Bompressi. Nell'immaginario collettivo del Paese, i martiri erano diventati loro, non Calabresi. La vicenda Calabresi resta una ferita profonda nella storia civile ma anche culturale del nostro Paese. Non possiamo dimenticare che si mobilitarono contro di lui, in un famigerato manifesto, i quattro quinti della cultura e dell'intellighentia italiana. Ottocento firmatari, l'intero establishment culturale, accademico, editoriale e giornalistico italiano, tuttora in auge, si schierarono contro di lui, lo squalificarono, lo delegittimarono. Garibaldi ripercorre in modo appassionato e incalzante, attento ai dettagli e alle sfumature, la vicenda Calabresi, preceduta dal caso Pinelli - che Garibaldi tratta col rispetto che merita - e dal caso Valpreda, con rimandi alla vicenda Tortora e al sequestro Sossi, per poi tuffarsi in quel tunnel misterioso delle stragi senza volto e senza mandante che restano come un macigno sulla coscienza civile e nella memoria divisa del nostro Paese". (Dalla Prefazione di Marcello Veneziani)
Questo studio non è il solito manuale che illustra i principali concetti filosofici né una storia della filosofia ridotta a successione di concezioni interessanti da includere in un "museo archeologico" della storia delle idee; bensì si propone di far capire che cosa sia la filosofia e si presenta nella forma di "esercizi a pensare filosoficamente" per rispondere al bisogno umano di porsi domande sull'esistenza, sulla verità e sull'uomo stesso. La filosofia, che nasce dalla meraviglia quale esperienza fondante, nel nominare le cose ci pone a distanza da esse e si profila come "pensiero dell'altro". Perciò è vero che, come afferma Heidegger, l'unico modo per comprendere il pensiero occidentale è di percorrerlo. Ma lasciando che il pensato di ogni filosofo ci venga incontro come qualcosa di sempre unico e irripetibile, di inesauribile, in modo tale che quanto è potenzialmente ricavabile dal suo pensiero rinnovi il nostro domandare. È per questo che nel libro il pensiero greco dalle origini all'età ellenistica è ripercorso in contrappunto sia con quello cristiano, sintesi della Bibbia e del lógos greco, sia con quello contemporaneo, specialmente con il dibattito filosofico italiano più recente. L'analisi è accessibile a un pubblico ampio in quanto si concentra sugli esponenti più noti della speculazione greca (Parmenide, Eraclito, Socrate, Platone, Aristotele, Plotino), interpretati in un modo originale e innovativo che fa emergere chiaramente quanto sostiene Gadamer...
Il fascino magnetico del gioco era in realtà semplicemente seguire il cammino instabile delle nuvole, che in pochi istanti cambiavano forma, si scioglievano e si addensavano, e il drago di un attimo prima era già un agnellino ricciuto, mentre il cane enorme si dileguava perduto chissà dove. Le nuvole inconsistenti come tante vicende della vita. Quello che credevi fosse un drago con artigli e sbuffi di fiamme, pronto a farti a pezzi, alla fine è soltanto un cumulo di niente, che si dissolve come se non fosse mai esistito e lì, dove invece non avevi previsto alcun pericolo, un leone ruggente si diverte a farti paura, e ci riesce. Perché la vita può risultare di gran lunga più sorprendente di un racconto di fantasia, e dentro gli eventi sono spesso racchiusi messaggi che tocca a ciascuno di noi scoprire. Come in questi racconti, è la vita la trama delle trame.