Il futuro entra in noi prima che accada (R. M. Rilke). Il futuro digitale è entrato già in noi, e sta per accadere. I governi autoritari sembrano trovare nei controlli informatici nuovi strumenti di oppressione, mentre le democrazie sono in difficoltà per il potere di grandi monopoli. Come progettare la formazione, curare le capacità di attenzione, concentrazione, giudizio critico? Abbiamo bisogno di un umanesimo digitale, capace di farci vivere connessi, ma anche in relazione. Questo libro apre uno sguardo sul presente e sui futuri, al plurale, della nostra vita sociale e personale.
Come ragione e fede debbono convivere nell'esperienza religiosa del cristiano? Come possono cooperare in quell'essenziale compito che consiste nell'incarnazione della Parola entro la vicenda storica, che è costituita non solo dai grandi eventi, ma anche dalla quotidianità, dai gesti, dalle decisioni, dalla testimonianza di ogni giorno? Come può attuarsi oggi la fatica della mediazione tra fede e storia di fronte alle questioni scottanti della crisi della democrazia, della globalizzazione, della convivenza di culture e fedi diverse nell'ambito di una società che è stata definita "multiculturale"? Quali lo spazio e quali i limiti della tolleranza, quale il rapporto tra Stato e mercato in una dinamica dell'economia che non può più essere contenuta nell'ambito dei confini nazionali? Quale significato è attualmente possibile conferire a termini come "vocazione", "responsabilità", "testimonianza"?
Sono questi alcuni degli interrogativi che questo libro affronta, invitando alla riflessione e al confronto tra quanti sono intenzionati a ricercare una forma giusta di coabitazione, sia nel nostro Paese, sia in quel
complesso e pluralistico luogo che è diventato il mondo.