I libro riporta alcuni interventi del Convegno svoltosi a Bologna il 21 settembre 2023, quasi come introduzione al Festival francescano nell'ottavo centenario dell'approvazione della Regola bollata di san Francesco da parte di papa Onorio IlI il 29 novembre 1223.
Gli interventi di Juri Leoni, Marco Guida e William Short riguardano la vita regolare prima di Francesco, vari attori che hanno contribuito alla nascita della Regola così come la conosciamo e questo testo come alimento per la vita spirituale e comunitaria.
Veniamo così aiutati a cogliere questo testo «non come un pezzo da museo, ma come una forma di vita, vissuta da migliaia di persone in tutto il mondo ancora otto secoli dopo la sua conferma solenne» (dall'Introduzione di J. Dalarun).
Nel 2024 ricorre l'ottavo centenario della stimmatizzazione di san Francesco alla Verna. Questo evento singolare può forse insegnare a tutti noi come trasfigurare in stimmate cristiane le ferite che la vita ci procura, attraverso un cammino di guarigione che ci permetta di accogliere e di fare nostro l'invito di san Francesco dopo l'esperienza delle stimmate: "Incominciamo servire il Signore Dio nostro, perché finora abbiamo combinato poco"
Il Crocifisso di S. Damiano è stato studiato sin nei minimi dettagli, costruendo percorsi possibili o anche solo immaginari. Questo libro è un invito ad una lettura diversa, su solide basi storiche e agiografiche. Qualsiasi studio sulla croce di S. Damiano non può che prendere avvio da san Francesco. Benché non manchino racconti di visioni, o miracoli di immagini che si animano e parlano anche prima del santo di Assisi, il colloquio di Francesco col Cristo di S. Damiano conserva un carattere assolutamente unico; il Crocifisso che ha parlato a Francesco inizia da quel momento una nuova storia che intreccia devozione, spiritualità ed agiografia fino a diventare, in tempi più vicini a noi, immagine stessa di Francesco e del francescanesimo. Il Crocifisso che ha parlato a Francesco parla anche a noi di Francesco.
Nel 2023 sono stati ricordati gli ottocento anni trascorsi dall'approvazione della Regola di san Francesco da parte di papa Onorio III. Essa rifletteva il cammino compiuto da quello che era ormai divenuto un vero e proprio Ordine religioso, ma che in origine era stato un piccolo seme, capace di dar vita a un maestoso albero.
La Regola "di" frate Francesco (il virgolettato è d'obbligo, perché essa è il frutto del lavoro di molti), ormai otto volte centenaria, ha ancora qualcosa da dire agli uomini d'oggi?
Sembra di sì, visto che tuttora tanti impegnano la propria esistenza professando quel testo che nel corso dei secoli ha modellato la vita di numerosissimi uomini e donne.
Essa, inoltre, fornisce spunti straordinari a ogni persona desiderosa di confrontarsi con l'esperienza cristiana di Francesco d'Assisi e dei suoi frati.
Greccio è il luogo che pubblicamente Francesco dichiarava di prediligere perché vi vedeva attuata la sua scomoda proposta di vita evangelica, di assoluta povertà, nei compagni e negli abitanti; a Greccio aveva ideato nel 1223 la strana celebrazione del Natale che aveva colpito profondamente i contemporanei e i frati dell’Ordine. A Greccio Francesco aveva attuato la sconfessione della crociata, riproposto, attraverso il presepe eucaristico, il bue e l’asino, il suo ecumenico progetto di pace. A distanza di ottocento anni, il volume, in sede critica, fa il punto — mai operato in precedenza — di un evento che come pochi altri ha generato una ricca tradizione religiosa e culturale.
Con saggi di Felice Accrocca, Luigi Pellegrini, Chiara,Frugoni, Massimo De Angelis
Quando ci avviciniamo al tema dello Spirito le nostre parole devono farsi umili, perché siamo di fronte al mistero, e il mistero non riguarda le cose non ancora conosciute, bensì quella realtà che non sarà mai conosciuta. (Abraham J. Heschel). San Francesco era innamorato dello Spirito: avrebbe voluto che nella Regola fosse indicato come Ministro generale dell'Ordine. L'intera vita del santo può essere vista come un'incessante ricerca per cogliere l'ispirazione e l'azione dello Spirito santo.In questo semplice libro anche noi veniamo aiutati: riflettere e ad aprirci per accogliere la luce dello Spirito del Signore Gesù.
Tutti conoscono il racconto che i Fioretti dedicano alla "Perfetta letizia"; pochi conoscono il testo originale latino, su cui si basa la poetica traduzione dei Fioretti.
Si tratta di un testo paradossale, nel quale la radicalità della scelta evangelica di Francesco d’Assisi si manifesta in tutta la sua crudezza. E' una lettura affascinante e, al tempo stesso, inquietante.
L'autore ci aiuta a situare questo racconto nel contesto storico della sua origine: emergono così le difficoltà incontrate da Francesco d’Assisi per rimanere fedele alla forma di vita che Dio gli aveva rivelato, difficoltà che provenivano sia dalla Chiesa del suo tempo, sia dai suoi stessi frati, non sempre consapevoli della radicale novità di vita che veniva loro richiesta.
Nel volume vengono analizzate e commentate le nuove costituzioni cappuccine. Il commento si propone di lasciar parlare i testi e le fonti. Il linguaggio è sobrio, quasi un invito al lettore a prendere lui stesso, in modo personale, le necessarie decisioni. Si tratta di testi che richiedono una "rilettura attenta, meditativa e orante, fatta personalmente e comunitariamente", come dice Mauro Jöhri, Ministro generale dei frati Minori Cappuccini. In questo modo, queste riflessioni acquistano un valore universale, in questi momenti difficili che richiedono un cammino su fondamenti sicuri.
"Nella Sapienza di un povero l'autore cerca di far rivivere l'esperienza delle notti trascorse dal santo a La Verna contemplando il mistero delle stimmate" (C.M. Martini). Con una scrittura essenziale, attraverso semplici pagine di esperienza quotidiana, Éloi Leclerc, frate minore francese scomparso nel 2016, ci guida al centro della vocazione evangelica di Francesco d'Assisi, a quel cuore incandescente che ancora oggi non smette di interrogare e di provocare quanti si fermano ad ascoltare la sua voce. Comprendiamo così che la parola del vangelo, quella parola che ha stravolto e plasmato la vita di san Francesco, si rivolge anche a ciascuno di noi, per fare della nostra vita un canto di lode a Dio che ci dona ogni bene. Ci troviamo di fronte ad un classico che da più di cinquant'anni non smette di affascinare e accompagnare intere generazioni di lettori. Questa nuova edizione rivista e aggiornata è preceduta da un'introduzione di Enzo Bianchi, priore di Bose e grande amico di Francesco d'Assisi.
Con tutta evidenza Francesco d'Assisi non è un pensatore dell'ecologia; eppure il riferimento alle sue parole e alle sue azioni occupa nel dibattito contemporaneo un posto tale che vale la pena provare a osservare più da vicino. Una tra le figure più impressionanti del secondo millennio dell'era cristiana è stata portatrice di un messaggio che ancora continua a risuonare in modo considerevole nelle sensibilità e nelle preoccupazioni contemporanee, ben oltre i confini del mondo cattolico.
All'ottavo centenario dell'approvazione della Regola di san Francesco, a Milano si è aggiunto un altro ottavo centenario: la presenza delle clarisse in città è testimoniata per la prima volta in una pergamena del febbraio 1223. Il convegno organizzato per l'occasione ha voluto soffermarsi su questi due anniversari, sul diffondersi del carisma di Chiara e Francesco fuori da Assisi mentre ancora i due santi erano in vita.
La Regola francescana afferma che siamo "ospiti e pellegrini". Noi non proveniamo dal mondo, dove pure abitiamo. La nostra origine è Altrove: noi non apparteniamo a questo mondo. Il nostro modo di pensare e di vivere, quindi, non deve essere possessivo, ma ospitale. L'ospite sa di non essere padrone d'alcunché, ma itinerante, cittadino del mondo. Essendo ospiti siamo chiamati a ospitare a nostra volta, evitando il vivere come padroni e il pensare come possessori.
Quale è la linea prevalente, oggi, quella ospitale o quella padronale?
L'intuizione francescana, secondo cui siamo ospiti e pellegrini, non padroni di nulla e e d'alcunché, svela la profondità delle sue radici e l'importanza decisiva per l'attualità.