I libro riporta alcuni interventi del Convegno svoltosi a Bologna il 21 settembre 2023, quasi come introduzione al Festival francescano nell'ottavo centenario dell'approvazione della Regola bollata di san Francesco da parte di papa Onorio IlI il 29 novembre 1223.
Gli interventi di Juri Leoni, Marco Guida e William Short riguardano la vita regolare prima di Francesco, vari attori che hanno contribuito alla nascita della Regola così come la conosciamo e questo testo come alimento per la vita spirituale e comunitaria.
Veniamo così aiutati a cogliere questo testo «non come un pezzo da museo, ma come una forma di vita, vissuta da migliaia di persone in tutto il mondo ancora otto secoli dopo la sua conferma solenne» (dall'Introduzione di J. Dalarun).
Con tutta evidenza Francesco d'Assisi non è un pensatore dell'ecologia; eppure il riferimento alle sue parole e alle sue azioni occupa nel dibattito contemporaneo un posto tale che vale la pena provare a osservare più da vicino. Una tra le figure più impressionanti del secondo millennio dell'era cristiana è stata portatrice di un messaggio che ancora continua a risuonare in modo considerevole nelle sensibilità e nelle preoccupazioni contemporanee, ben oltre i confini del mondo cattolico.
All'ottavo centenario dell'approvazione della Regola di san Francesco, a Milano si è aggiunto un altro ottavo centenario: la presenza delle clarisse in città è testimoniata per la prima volta in una pergamena del febbraio 1223. Il convegno organizzato per l'occasione ha voluto soffermarsi su questi due anniversari, sul diffondersi del carisma di Chiara e Francesco fuori da Assisi mentre ancora i due santi erano in vita.
La Regola francescana afferma che siamo "ospiti e pellegrini". Noi non proveniamo dal mondo, dove pure abitiamo. La nostra origine è Altrove: noi non apparteniamo a questo mondo. Il nostro modo di pensare e di vivere, quindi, non deve essere possessivo, ma ospitale. L'ospite sa di non essere padrone d'alcunché, ma itinerante, cittadino del mondo. Essendo ospiti siamo chiamati a ospitare a nostra volta, evitando il vivere come padroni e il pensare come possessori.
Quale è la linea prevalente, oggi, quella ospitale o quella padronale?
L'intuizione francescana, secondo cui siamo ospiti e pellegrini, non padroni di nulla e e d'alcunché, svela la profondità delle sue radici e l'importanza decisiva per l'attualità.
Catalogo della mostra "Nel nome di san Francesco". Una ragionata rassegna di materiali e di testimonianze, sondati con rigore entro una ricca documentazione patrimoniale per lo più appartenente ai frati Minori della Provincia di S. Bonaventura che, tramite il loro Centro Culturale Aracoeli, rendono conto della loro azione ministeriale in una stratificazione secolare assai viva nel territorio del Centro Italia e che prende il nome di Progetto san Francesco.
Non a caso la mostra, allestita nel complesso romano di S. Francesco a Ripa ove soggiornò Francesco d'Assisi, è stata idealmente pensata con un riferimento coinvolgente altri luoghi della città di Roma: la centralissima basilica di S. Maria in Aracoeli in Campidoglio, il silenzioso ma vitale convento di S. Bonaventura al Palatino. Luoghi diversi per origine storica e funzione pastorale ancora espletata, eppure ugualmente legati all'iniziale intento francescano di collaborare, con semplicità e passione, alla dignità della vita di ogni uomo. Tutto questo senza dimenticare la Valle santa di Rieti con i suoi splendidi santuari nati dalla presenza di san Francesco, l’Abruzzo e i campi di evangelizzazione aperti dai francescani in Medio Oriente, in Asia, nelle Americhe e, da ultimo, in Africa.
I diversi materiali in mostra – dal XIII secolo ad oggi – sono tutti centrati su alcune figure di san Francesco e mentre rappresentano un percorso dello sviluppo e della vita dell'Ordine dei Frati Minori, mirano ad un itinerario emozionale: alternante momenti di sosta e di meditazione a momenti di movimento e di conquista. Conquista interiore, beninteso, che intende muovere un recupero identitario, un nutrimento sostanziale proprio delle esperienze artistiche e letterarie, ora, che all'interno del più ampio Progetto san Francesco, si intendono moltiplicare occasioni culturali lungo un lasso di tempo più largo che è segnato dai vari centenari francescani: 2023, il Natale di Greccio e la regola francescana scritta a Fontecolombo; 2024, l'anniversario delle stimmate ricevute da Francesco a la Verna; 2025 (anno santo), la composizione del Cantico delle Creature; 2026, la morte di Francesco.
La mostra, peraltro, non si configura come un evento effimero, ma rappresenta il presupposto per la costituzione e la riapertura al pubblico (in veste rinnovata) di una biblioteca-museo a San Francesco a Ripa, che, oltre alle straordinarie opere d’arte ospita un totale di circa 30.000 volumi antichi e preziosi e il completo restauro degli affreschi di Emanuele da Como pressoché sconosciuti.
In mostra:
Tavole e tele riguardanti S. Francesco. Esposizione di oggetti preziosi, codici, incisioni, stampe, reliquiari, testimonianze vive e concrete della storia del movimento francescano nel territorio compreso tra Lazio e Abruzzo.
Torna l’ormai classico volumetto che quotidianamente aiuta ad approfondire le letture della messa attraverso una breve meditazione offerta da francescani, clarisse e amici di san Francesco. In un unico volume, ad un prezzo contenuto, vengono offerti i testi necessari per tutto l’anno. Oltre alla tradizionale riflessione spirituale, per ogni giorno dell’anno viene anche riportato il testo del vangelo del giorno, per aiutare anche quanti sono impossibilitati a partecipare personalmente alla celebrazione. Uno strumento semplice e accessibile a tutti che aiuta a compiere il difficile passaggio dal vangelo alla vita e dalla vita al vangelo. Un amico fedele e senza pretese che favorisce una sana familiarità con la parola di Dio. Un’idea simpatica per un regalo utile per tutto l’anno.
Il libro raccoglie una serie di studi che si propongono di far luce sul tema della costruzione di un’identità dissidente all’interno del mondo francescano tra Due e Trecento, partendo dalle figure di Iacopone da Todi, Pietro di Giovanni Olivi, Ubertino da Casale e Angelo Clareno.
La memoria di questa corrente che, nonostante le persecuzioni, ha favorito il cammino verso la modernità, è ricostruita dall’autore tramite l’analisi dei diversi livelli di cultura e di lingua (latina e volgare).
In questo quadro è nata una nuova sensibilità devozionale, che viene qui articolata con le comunità testuali del dissenso religioso francescano.
I Quaderni Francescani editi dall'Associazione Cardinal Peregrosso raccolgono gli Atti dei Convegni che si tengono con cadenza annuale a Pozzuolo Martesana (MI), nella antica chiesa di S. Francesco, sorta alla fine del XIII secolo per volere del cardinale Pietro Peregrosso. Il Convegno del 2021 ha voluto ricordare l’ottavo centenario della morte di Dante; attraverso i contributi di fra Paolo Canali, di Paolo Bartesaghi e di Mons. M.
Ballarini, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Anche il prof. E. Fumagalli, emerito di Letteratura italiana presso l'Università di Fribourg in Svizzera, ha voluto essere presente nella pubblicazione con un suo saggio inedito
Le lettere pastorali annuali del cardinale C.M. Martini sono state un dono formativo importante per tanti credenti, ben oltre i confini della diocesi ambrosiana. Su quelle lettere si concentra il volume, sulla loro capacita di plasmare cristiani adulti e consapevoli, in grado di rispondere alle sempre nuove sfide del tempo in cui vivono.
È quindi sommamente importante la radice contemplativa, ed è forse il dono più bello che vorrei lasciare come eredità di questi 22 anni di servizio episcopale: dimensione contemplativa e Parola...
Luca di Pietro, laureato in giurisprudenza, e frate Minore nel nord Italia. Ha portato a termine i suoi studi teologici con il Dottorato presso la Facoltà teologica del Triveneto sulla figura del cardinale Carlo Maria Martini. Impegnato in una piccola fraternità nella provincia di Cuneo, si occupa prevalentemente di accompagnamento familiare.
San Francesco è stato definito "il santo del Padre nostro": i suoi biografi più volte sottolineano come egli non si stancasse di pregarlo, assaporandone ogni parola e facendone il cuore della sua meditazione. Nelle riflessioni che seguono, centrate sulla preghiera che il santo di Assisi ha lasciato sul Padre nostro, possiamo ascoltare la voce di Francesco che prega e riflette sulle parole del Pater, così che le sue intuizioni possano servire anche a noi per dare respiro alla nostra preghiera, proprio come lui ha fatto. Francesco si rivela un'ottima guida per fare del Padre nostro il cuore del nostro stesso pregare, secondo l'insegnamento di Gesù.
I santi sono un dono che il Padre con generosità mette sul nostro cammino. Santi si diventa grazie al vangelo di Cristo: lo si accoglie nel cuore e ci si impegna a metterlo in pratica. Francesco d’Assisi ci appare come il santo radicalmente evangelico; in questo libro vengono ripercorse le tappe del suo cammino verso quella Comunione con Dio che è il significato e la vocazione di ogni vita umana.
Possiamo cosi comprendere perché negli Scritti di Francesco sia sempre presente la lode rivolta a Dio, segno del desiderio profondo che abita i] suo cuore e della sua letizia contagiosa. In questo modo Francesco diventa un compagno di strada che ci sostiene nel nostro personale cammino verso l’unione con Dio.
È possibile presentare una biografia di san Francesco che non sia solo un elenco di fatti storicamente accertati, ma che cerchi anche di comprendere le motivazioni che lo hanno guidato nei vari momenti della sua vita? Si può scrivere una vita del santo che sappia tener conto, oltre che degli avvenimenti esteriori, anche delle motivazioni interiori che hanno guidato Francesco?
È il tentativo di questo libro, nato da una conoscenza profonda ed empatica di Francesco, della sua epoca e delle scelte radicali che lo renderanno il personaggio medievale più conosciuto.
«Cesare Vaiani ci dà un ritratto equilibrato e complessivo di Francesco, e lo fa con uno stile accessibile e chiaro, con piena padronanza delle fonti e consapevolezza delle discussioni storiografiche, con un’empatia che non vizia, però, la serietà del suo discorso e non dimentica le esigenze di una corretta metodologia storica.
Dalle sue pagine tuti potranno trar frutto: per questo non possiamo che dirgli grazie!».