Bernardo pone al centro della vita cristiana l'esperienza di Dio amore. Ne "L'amore di Dio" egli ci presenta Dio come un Padre che ci ama come figli nel Figlio, che vive e parla nel nostro cuore, che ne diviene il tempio vivo, e chiede la risposta del nostro amore, della nostra fiducia, del nostro abbandono, della nostra preghiera, del nostro dono ai fratelli. Ne "I gradi dell'umiltà e della superbia" Bernardo indica l'umiltà come un camminare sulla via di Cristo, Verbo di Dio e immagine perfetta del Padre, che nella sua Incarnazione si è presentato come l'Umiltà stessa. L'"imitazione" di Cristo rimarrà, d'ora in poi, il centro focale di ogni autentica spiritualità cristiana.
San Benedetto da Norcia (480/490-547) è stato uno dei grandi protagonista del VI secolo. Erede dei monaci del deserto, fu allo stesso tempo un fondatore di monasteri e il "teorico" della vita monastica al quale farà riferimento tutta la tradizione occidentale. La sua Regola diede una nuova e autorevole sistemazione alla complessa, ma spesso imprecisa, precettistica monastica precedente. Nel solco di san Benedetto sorsero centri di preghiera, di cultura, di promozione umana, di ospitalità per i poveri e i pellegrini. Diventerà così il "padre dei monaci d'Occidente", prima di essere proclamato da Paolo VI "Patrono dell'Europa cristiana". Questa biografia non si limita a narrarne la vita, ma ricostruisce anche l'importanza della sua opera per i secoli a venire.
Finalmente abbiamo in italiano le più belle composizioni liturgiche dell'Ortodossia, della Chiesa di lingua greca. Sono testi poetici usati per la liturgia delle grandi feste. Magnifici dal punto di vista letterario e ricchissimi di contenuto teologico: sono un'ispirata esposizione della Divina Economia secondo l'esperienza ecclesiale maturata nei più prestigiosi monasteri, come San Saba in Palestina e Studios a Costantinopoli. Hanno come autori i grandi Padri della Chiesa greca, come Basilio Magno, Gregorio di Nissa, Gregorio di Nazianzo, Giovanni Crisostomo, Efrem il Siro, Giovanni di Damasco. Sono monaci che componendo i testi liturgici hanno voluto trasmettere la bellezza del Dio Gesù Cristo, contemplato e amato, e educare alla fede. Per essi la storia della salvezza è il poema epico del popolo cristiano, che partecipando ai Santi Misteri vive la vita della umanità deificata di Cristo e diventa per grazia ciò che Dio è per natura. Il curatore del volume, il prof. Pietro Galignani, ne mette in luce le fonti, gli aspetti più originali e i temi di fede a cui gli inni vogliono introdurre il credente. Prima edizione a livello mondiale con testo greco e traduzione italiana a fronte.
In un tempo in cui la maggior parte dell'umanità si è allontanata da una vita a contatto con la natura, dirigendosi verso una eccessiva medicalizzazione anche dei più piccoli disturbi fisici, l'autrice - in contatto con i più famosi monasteri e conventi d'Italia - ha scelto di farsi raccontare la sapienza erboristica e medica che monaci e frati hanno coltivato fin dai tempi più remoti. In un viaggio entusiasmante Anna Maria Foli ha incontrato abati e madri badesse, priori e superiori, attingendo ai codici medievali della tradizione sul cosiddetto "giardino monastico" e ai ricettari della farmacia di San Salvatore a Gerusalemme, scoprendo che l'interesse per la psicosomatica e la terapia olistica fiorì proprio negli antichi conventi. Un grande prontuario di ricette terapeutiche, tutte naturali, attinte dall'antica sapienza di monasteri e conventi. Una guida pratica al riconoscimento delle erbe officinali e al loro uso medicinale, cosmetico, aromatico, dietetico. Di ogni rimedio, la storia, gli aneddoti, le caratteristiche, le proprietà curative, la preparazione e le modalità di utilizzo.
L'esperienza della vita monastica è stata caratterizzata, sin dai suoi esordi nell'Oriente tardoantico, dall'abbandono di un ambiente di provenienza e dalla ricerca di uno spazio nuovo e alternativo, nel quale maturare un percorso di avvicinamento a Dio da compiersi in una situazione - spirituale e materiale di libertà dalle interferenze esterne. Questa ricerca ha prodotto da subito delle idee su come tale spazio dovesse distinguersi e proteggersi e tali idee si sono presto trasformate in esperimenti concreti su come i luoghi in cui i monaci andavano a stabilirsi (da soli o in comunità) dovessero essere organizzati. Tuttavia, per quanto votato a una vita di solitudine, il mondo monastico non ha mai potuto (né voluto) recidere totalmente i propri legami con il resto della società umana. Sin dall'inizio la struttura dei monasteri ha dovuto perciò assumere forme in grado di mantenere con essa canali di comunicazione. Questo studio percorre ed esamina le testimonianze, testuali e materiali, relative alla conformazione dello spazio dei monasteri, proponendo un excursus su come le diverse funzioni cui essi dovevano assolvere (di tipo religioso, politico, produttivo, assistenziale) sono state pensate e concretamente realizzate.
I monasteri dovrebbero rappresentare l'ultima roccaforte che resiste alle forze modernizzatrici, materialiste e prive di Dio, che dilaniano il mondo occidentale. Oppure no? E se anche i monaci fossero, invece - come i non monaci - uomini senza Dio? Carichi, cioè, di una vaga e imprecisata spiritualità utile soprattutto come guida per orientarsi in spazi e tempi che con Dio hanno poco a che fare? E se il monastero non fosse altro che un luogo in cui monaci e turisti del sacro, mescolati nello stesso spazio, non cercano altro che recuperare una dimensione più umana, meno alienante e dunque un maggiore equilibrio nella quotidianità? E se essere monaci non fosse altro che la messa in pratica di un'arte di vivere il presente che nel mondo fuori sembrerebbe perduta? Il saggio vuole lanciare una provocazione: in una società frammentata e secolare, compressa nel tempo e nello spazio, persino luoghi come i monasteri smettono di essere caratterizzati da religiosità tradizionali per essere trasformati in spazi di ricerca spirituale completamente inediti, alternativi e che spesso hanno a che fare più con la ricerca di un benessere psico-fisico da ottenersi qui e ora, che con l'anelito verso un Dio che attende l'uomo nell'aldilà.