Oggi le società occidentali sembrano ossessionate dai ricchi: ammirati e lusingati e, allo stesso tempo, biasimati e disprezzati. Ma è sempre stato così? Nel corso di mille anni le cose sono molto cambiate. Nel Medioevo, ad esempio, un'eccessiva accumulazione di ricchezze era considerata peccaminosa e perciò ci si attendeva che i ricchi non facessero sfoggio della propria opulenza. Per lungo tempo la loro semplice esistenza ha prodotto disagio sociale, mitigato solo dal ruolo che potevano svolgere nei tempi di crisi, impiegando i propri beni per aiutare la comunità. In passato come oggi, però, ci si è interrogati su come si diventa ricchi e sul perché le ricchezze tendono ad accumularsi nelle mani di pochi. Diventare ricchi è frutto di abilità o di fortuna? Di parsimonia o di capacità d'investimento? Quanto contano le ricchezze ereditate e quanto le reti di relazione che si creano nel corso della propria vita? In questo libro, pieno di esempi e di resoconti delle vite di alcuni individui straordinari, si prova a rispondere a queste domande all'interno di un'ampia e organica ricostruzione storica, capace di offrire anche una prospettiva da cui guardare ai dibattiti in corso sulla disuguaglianza di ricchezza e di reddito. A segnare una differenza dal passato è il fatto che, nonostante i loro patrimoni siano stati sostanzialmente risparmiati dalla Grande recessione del 2008 e dalla pandemia di Covid-19, i ricchi e i super-ricchi si sono mostrati riluttanti a contribuire al bene comune, opponendosi persino a misure d'urgenza. La storia suggerisce che questo è uno sviluppo preoccupante - per i ricchi e per tutti gli altri.
Cosa si aspetta oggi il pubblico da un'esperienza culturale e quali tendenze sono davvero innovative? Come possono essere sostenute creatività e innovazione artistica dal punto di vista economico? Che impatto hanno le nuove tecnologie sulla tutela del diritto d'autore e quale 'metodo' possono darsi le imprese e le organizzazioni culturali per guidare la tecnologia a servizio di un nuovo umanesimo? È in atto un cambiamento di rotta che, nelle sue luci e ombre, necessita di consapevolezza e visione, ma anche di formazione e competenze per essere gestito con successo. Attraverso le voci di oltre venti diversi esperti del mondo culturale, universitario e imprenditoriale, il volume esplora come evolvono la fruizione e lo sviluppo di servizi e prodotti culturali che integrano tecnologia e conoscenza e apportano un cambiamento anche sotto il profilo delle strategie imprenditoriali. Prefazione di Carlo Sangalli.
Vogliamo avere il 'controllo della situazione' senza esserne ossessionati; vogliamo sfuggire alla morsa del controllo senza finire 'fuori controllo'. Cosa cerchiamo nel controllo di noi stessi, degli altri e del mondo e cosa ci lascia insoddisfatti se lo otteniamo? In che consiste, dunque, il controllo? Il libro intende rispondere a questa domanda e lo fa interrogando la storia e i contorni di questo concetto, attraverso la filosofia, il diritto, la sociologia. Ma, soprattutto, attraverso l'arte contemporanea, in particolare attraverso le opere di due grandi artisti. Tehching Hsieh - 'il Maestro' secondo Marina Abramovic - con le sue incredibili performance, tutte della durata di un anno, che rivelano i risvolti più intimi del nostro rapporto con il controllo e l'incontrollabilità e chiamano in causa la relazione tra l'arte e il grande libro confuciano 'dei mutamenti', I Ching. Thomas Hirschhorn, uno dei protagonisti della scena artistica contemporanea, che lavora alle sue opere 'sotto la soglia del controllo', facendo emergere i rapporti incommensurabili tra l'ipersensibilità dell'Occidente e il suo risvolto oscuro, quello che affiora dal dark web e dalle violenze planetarie.
La politica come capacità di pensare la realtà nel suo essere una rete di relazioni. Il bisogno di costruire una comprensione del nostro tempo a partire dal basso e di inserirla dentro la cornice di un mondo divenuto il luogo di un futuro comune per l'umanità. La volontà di costruire un’Europa che sia pienamente consapevole del ruolo politico a cui le tensioni e le attese del nostro tempo la chiamano. E in tutto questo dare all'Italia la capacità di essere protagonista di questi processi con l'apporto di una sensibilità e di una visione che riconosce la ricchezza di esperienze, di intelligenze e di capacità che il nostro Paese sa esprimere e che possono essere la base del nostro diventare cittadini. Questo è il Libro Bianco per l'Italia che Argomenti2000 ha elaborato in un percorso di più anni, fatto di incontri, confronti, discussioni, elaborazioni condotte incontrando persone e realtà vive che oggi in Italia pensano un domani possibile. Un testo frutto di un lavoro comune che oggi viene offerto al Paese, alle sue classi dirigenti e all'opinione pubblica per poter tornare ad una politica che sia intelligenza delle cose.
È ora che qualcuno lo dica: «Grazie, Occidente!». Ma sono due parole che non incontrerete altrove. Tutto il bene che abbiamo fatto, a noi stessi e agli altri, è il supremo tabù di questa epoca. Nelle scuole non si insegna più la storia vera del progresso, che è nato a casa nostra e dove ha avuto un ruolo anche l'Italia. Invece nelle piazze e nella cultura contemporanea siamo sotto un processo permanente. È ora di ribellarsi, in nome della verità. Cinesi o indiani, brasiliani o africani, il mondo è popolato da miliardi di persone che devono la loro stessa esistenza... a noi. La scienza occidentale, pensiamo alla nostra medicina e alla nostra agronomia, è stata copiata e applicata dal resto dell'umanità con benefici immensi. Se la longevità è aumentata, la mortalità infantile è crollata, il livello d'istruzione è cresciuto nel mondo intero, è perché l'Occidente ha esportato progresso. Dove si combatte per migliorare i diritti umani - per esempio la condizione della donna - il paradigma da emulare siamo noi. Il nostro modello industriale ha sollevato dalla miseria grandi nazioni. La sfida per un'economia più sostenibile e per decarbonizzare l'ambiente sarà vinta grazie alla ricerca scientifica e all'innovazione tecnologica dell'Occidente. Viviamo in un'epoca in cui pronunciare queste verità è scandaloso, è proibito. Il conformismo dominante impone una versione bugiarda della storia, in cui la «razza bianca», europea o nordamericana, ha seminato solo distruzione, oppressione, sofferenze. L'idea stessa di progresso è disprezzata, siamo sottoposti a un lavaggio del cervello quotidiano per inculcare la certezza che l'Apocalisse è dietro l'angolo (per colpa nostra). In questo viaggio tra la storia degli ultimi secoli e la geopolitica del mondo contemporaneo, Federico Rampini approfondisce quel che l'Occidente è stato davvero per l'umanità. Quali tratti originali della nostra civiltà hanno fatto sì che da mezzo millennio il progresso nasca qui e non altrove? Perché la Cina e l'Iran oggi si definiscono «repubbliche», un concetto che non esiste in Confucio o nel Corano? Una lezione di onestà storica è urgente per le nuove generazioni, aiuta a ricostruire la nostra autostima e a vedere il futuro con più fiducia.
L'attualità del conflitto israelo-palestinese e la relativa attenzione mediatica rendono di estremo interesse un testo che raccoglie storie attuali di pace e speranza dalla viva voce dei protagonisti. Testimonianze raccolte da un'autrice estremamente autorevole: Chiara Zappa infatti si occupa da anni di Medio Oriente.
L'idea che una tesi scientifica o una legge di natura siano il frutto di un'evoluzione non è affatto scontato. La storia della scienza ci mostra in modo esemplare che queste non sono verità definitive, ma piuttosto il risultato di un percorso, iniziato in tempi in cui quelli che oggi riteniamo errori superati furono assunti e condivisi come conoscenza certa. Inoltre rende chiaro che, nel cammino della conoscenza, le false piste non sono meno importanti di quella che oggi appare come la retta via del sapere. Questo libro racconta oltre cinque secoli, dal Rinascimento alla seconda metà del Novecento, attraverso biografie, percorsi intellettuali, esperimenti, teorie e controversie. Storie di uomini e donne in un lungo itinerario dove le figure del filosofo naturale, del mago, dell'alchimista sono state via via sostituite dalla figura professionale dello scienziato. Sentieri spesso tortuosi, e per questo affascinanti, che hanno contribuito a definire le diverse forme dell'impresa scientifica e l'attuale conoscenza del mondo.
Oggi siamo testimoni dell'affermarsi di una nuova ideologia totalitaria: il wokismo o liberal progressismo. Un'ideologia intransigente il cui carattere intollerante è la negazione e, anzi, l'antagonista di un autentico spirito di libertà e di convivenza civile. A partire da questa analisi, questo libro compie un passo in più e suggerisce che il liberal progressismo ha anche superato i confini stessi dell'ideologia e si presenta come un vero culto religioso. Con il suo neo-linguaggio da iniziati e il suo pensiero magico, attraverso un surreale e feroce normativismo moralistico e punitivo, punta a plasmare la società per trasformarla nella civiltà del post-umano, un mondo post-moderno dove ogni riferimento al reale, compreso il corpo, si trasforma in opinione. Di fronte a questa aggressione al buon senso e alla logica, diventa urgente tornare alla natura delle cose e assumersi la responsabilità di tutelare la nostra libertà di espressione, il rispetto dell'etica e della giustizia, la sacralità delle relazioni e la comunità. L'approccio radicalmente ideologico alla crisi dell'Occidente e delle religioni, al cambiamento climatico, alle trasformazioni sociali, conseguenza di uno sviluppo tecnologico e scientifico senza freni, a temi complessi come il fine vita o l'identità di genere ci porta a conservare ciò che amiamo con maggiore urgenza. Emerge un coraggioso sentimento di cura per ciò che ci appare fragile e prezioso: la cultura e la tradizione, il legame con la terra, la memoria, i valori che riteniamo fondamentali. Lungi dall'essere una battaglia di retroguardia e reazionaria questa è, al contrario, una sincera battaglia di libertà e un impegno fondamentale per restituire ancora un senso al vivere, e per trasmettere questa sacralità a chi verrà.
Il Mediterraneo, il nostro oceano in miniatura, così piccolo e così diverso nei paesaggi, sta attraversando una trasformazione vorticosa per effetto del surriscaldamento globale e dell'impatto delle attività antropiche. Dalle specie aliene che proliferano alla plastica che lo soffoca, dall'eccesso di pesca all'estrazione di idrocarburi, è diventato lo specchio dell'azione nefasta dell'essere umano sul suo habitat. Oggi in questo nostro mare si intrecciano e si evidenziano tutti i nodi problematici della contemporaneità: cambiamento climatico, sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, inquinamento e collasso degli ecosistemi. Stefano Liberti, reporter di lunga esperienza, viaggia tra le sue isole e le sue coste - da Linosa a Cipro, da Tunisi alle Kerkennah, da Mazara a Samos - interrogando chi, vivendoci a contatto diretto, può testimoniarne e spiegarne la sorprendente metamorfosi.
Lungo tutto il secolo breve, una donna bellissima e fortissima pensa, scrive, agisce, lotta. Viaggia prima per studio, poi attraversando fronti e frontiere dell'Europa occupata dai nazifascismi: Parigi, Lisbona, Londra, Marsiglia, Roma, il Sud dell'Italia dove sono arrivati gli Alleati. Documenti falsi, missioni segrete, diplomazia clandestina. Joyce, insieme al marito Emilio Lussu e ai compagni di Giustizia e Libertà, sostenuta nelle sue scelte dalla sua famiglia di origine, è in prima linea nella Resistenza. Poetessa, traduttrice, scrittrice, ha sempre coniugato pensiero (prefigurante, modernissimo) e azione. Azione che prosegue nel dopoguerra con la ricerca di poeti da tradurre per far conoscere le lotte di liberazione degli altri paesi, in particolare dell'Africa e del Curdistan. Nazim Hikmet, Agostinho Neto, i guerriglieri di Amílcar Cabral che compongono canti di lotta durante le marce, sono alcuni degli autori che Joyce 'scopre' e propone attraverso traduzioni rivoluzionarie. Rievocando le scelte, gli incontri, le occasioni, ripercorriamo l'esistenza di questa donna straordinaria (laica, cosmopolita, 'anglo-marchigiana') e il suo essere, da sempre, riferimento per molte donne e molti giovani.
Una palla infuocata si è trasformata in milioni di anni in ciò che noi chiamiamo Terra: un agglomerato di rocce sufficientemente solido da ospitare i vasti oceani della nostra 'arancia blu' e grandi continenti in perpetuo movimento. Un ambiente dove la vita ha prosperato, e continua a farlo nonostante tutto e tutti. Eppure di questo spazio, su cui poggiamo i piedi tutti i giorni e che ci nutre, spesso sappiamo pochissimo. In questo libro, allora, ci muoveremo attraverso i luoghi dove è possibile comprendere la storia della Terra e i profondi legami che essa ha con la storia della vita: dalle tenui tracce della sua origine, più di tre miliardi di anni fa, fino alle prove della coevoluzione del pianeta con il mondo vivente. Andremo alla scoperta di alcuni dei suoi luoghi più incredibili, dalla fossa delle Marianne alla cima dell'Everest, passando per le miniere del Sudafrica e le scogliere coralline tropicali. Il nostro sarà anche un viaggio nel tempo, perché è impossibile raccontare la storia della Terra tralasciando le storie dei protagonisti della sua esplorazione, dalle prime intuizioni sulla sua forma fino alle recenti esplorazioni dei fondali oceanici. Una storia della Terra che propone un approccio globale alla comprensione del pianeta e della sua fisiologia, una dimensione culturale oggi più che mai necessaria.
Varcare le frontiere è la testimonianza di uno tra gli intellettuali più lucidi e vivaci del nostro tempo, e al contempo, un viaggio attraverso la migliore storia del nostro Paese dal dopoguerra a oggi, nelle cui pieghe si riconosce un'Italia laboriosa, mossa da princìpi saldi nel presente, fiduciosa sull’avvenire.
Interrogare la memoria è un esercizio diffi​cile, una sfida, a volte un azzardo. Senz'altro è un'occasione per trarre insegnamenti preziosi, come dimostrano queste pagine nelle quali Sabino Cassese, uno fra i più noti giuristi italiani, ripercorre la sua lunga carriera di studioso, anzi di "savant". Non una ricerca del tempo perduto, quanto un'autobiografia intellettuale, un ritorno su se stessi, per riannodare i fili del passato e ricomporre l'affresco delle idee, dei dibattiti, dei protagonisti che hanno animato non solo le scienze del diritto, ma la vita accademica, culturale e politica del nostro Paese. Vi si leggono le esperienze di una vita spesa con umiltà e curiosità. Dalla giovinezza durante il fascismo ai ricordi familiari, dagli studi alla Scuola normale superiore di Pisa agli anni all’Ufficio studi dell’Eni di Enrico Mattei, dagli incarichi presso le più prestigiose università italiane e straniere agli impegni nei settori bancario e giudiziario, Cassese dipinge una tela fatta di interessi e passioni, di viaggi e di incontri in primo luogo quelli con i grandi autori del passato, grazie ai libri più amati, studiati e meditati, di riflessioni e di analisi. E poi la politica ai vertici delle istituzioni, le ricerche di respiro internazionale, la collaborazione con giornali, riviste e case editrici come forma di impegno civile, l'etica del lavoro, la partecipazione informata e responsabile al dibattito pubblico nelle vesti di osservatore attento dei fatti sociali. Ne emerge, da ultimo, un accorto esame dell'Italia di oggi e un giudizio sullo stato della nostra Repubblica.