Occasione preziosa per guardare avanti. Il Cammino neocatecumenale è "una modalità di iniziazione cristiana degli adulti". Questo è forse il dato meno percepito dopo questi primi 50 anni. Gli iniziatori hanno gettato il seme e lo hanno curato a lungo con amore. Dio lo ha benedetto con abbondanti frutti e con il sigillo dell'autorità della Chiesa. Oggi diventa imprescindibile porsi la domanda: "Il Cammino viene da Dio o da Kiko e Carmen?". Questo carisma risponde a un'"urgente necessità": riscoprire la bellezza, la ricchezza del battesimo e della fede. Rievangelizzare, oggi, con la modalità di "una catechesi postbattesimale a modo di catecumenato" (San Giovanni Paolo II): riscoprire, cioè, una "via pastorale permanente" di formazione cristiana.
Fine agosto 1914. L’esercito tedesco riduce Lovanio quasi completamente in cenere: più di 1000 palazzi sono distrutti; più di 200 civili uccisi. La prestigiosa biblioteca dell’Università Cattolica è completamente distrutta dalle fiamme. Benedetto XV non reagisce pubblicamente e il suo silenzio, in quei primi mesi del primo conflitto mondiale, preoccupa e irrita cattolici e non. Dal Natale 1914 è attivo a Roma un club segreto composto da rappresentanti di cinque nazioni, che sotto la guida di mons. Simon Deploige, professore a Lovanio, tenta di cambiare l’orientamento della diplomazia pontificia in favore degli alleati e così rompere il monopolio della propaganda militare tedesca. L’azione clandestina è rimasta segreta fino ad oggi. Due manoscritti – un rapporto segreto scritto da mons. Paulin Ladeuze, rettore dell’Università lovaniense e le note manoscritte di mons. Eugenio Pacelli – muovono la scena. Supportato da materiale archivistico inedito, l’Autore apre con acribia uno spiraglio sul complesso mondo della diplomazia vaticana del tempo. Il finale della storia è sorprendente e provocatorio per le interpretazioni del pontificato di Benedetto XV e getta una luce singolare e nuova sul giovane Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII.
"San Medardo è una personalità quasi sconosciuta nella nostra epoca, eppure la sua vita e il suo pensiero sono ancora di grande attualità. Medardo è vissuto in quella che oggi è la Francia a cavallo tra il IV secolo e il V secolo. Nel 530 fu eletto Vescovo di Noyon, cittadina a nord di Parigi; egli è stato testimone dell’incontro di due culture diverse quella gallo–romana e quella franca. Medardo ha contribuito in modo determinante a saldare le diversità culturali francho-galliche e romane, contributo che ha preso vigore e forza in quella che può essere definita la peculiarità del Carisma di Medardo. Egli infatti fin dalla giovane infanzia si è contraddistinto per il dono della carità che esercitava nei confronti dei poveri e di chiunque avesse bisogno tanto da essere acclamato ancora in vita come Santo. Anche grazie all’accoglienza e l’amore per l’altro, di san Medardo, quello che poteva essere uno scontro di civiltà si è trasformato in una fusione che ha dato origine alla cultura occidentale."
Con questo Libro l'autrice si propone di esaminare la validità delle ragioni del pensiero filo-protestante. Lo fa a partire dai documenti, analizzando da vicino gli scritti di Lutero - anche quelli che stampa e manuali guardano con serena distanza -, puntando a far emergere le idee forti del credo luterano a partire dall'analisi puntuale dei testi. L'autrice non si occupa del Lutero privato perché il fondatore della riforma e' un uomo pubblico e le sue idee, le sue azioni ed i suoi scritti hanno provocato enormi ricadute, con implicite, quanto logiche ed inesorabili, conseguenze. Da questo lavoro emerge una verità scomoda e non raccontata dalla storiografia ufficiale, una verità a tinte forti che mette in risalto le incongruenze e gli aspetti meno conosciuti del pensiero di Lutero e della riforma.
"La laborem erecens" (1981) è l'enciclica che Giovanni Paolo II dedica al tema del lavoro. Scritto insuperato e oggi ancora attualissimo, si pone sulla scia delle grandi riflessioni in particolare di Smith, Hegel, Marx e Weber. L'autore sintetizza la teologia del lavoro di papa Wojtyla, così importante per la formazione e l'ascesa del movimento di Solidarnosc che guida la rivoluzione polacca e dà origine al crollo del blocco sovietico. Il lavoro, categoria fondamentale dell'umano, non è luogo di alienazione ma il modo con il quale l'uomo serve Dio proseguendo la Sua opera creatrice e contribuendo alla costruzione di un mondo migliore e più bello. Con un'intervista a Lech Walesa sulla vicenda polacca e l'esperienza di Solidarnosc.
A cinquant'anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II il contributo del Card. G. Siri (1906-1989), Arcivescovo di Genova per quarantun anni, resta significativo ed originale. Fin dall'annuncio dato da San Giovanni XXIII, egli colse nell'evento conciliare, non solo l'occasione per il necessario aggiornamento in ordine al servizio della Chiesa, ma anche l'impulso che sarebbe stato dato alla missionarietà, alla crescita della vita cristiana, alla fraternità, all'ecumenismo. Fu in sintonia con i Papi del Concilio, ma anticipò anche qualche aspetto dei loro successori. Spiegò sempre che la riforma del Vaticano II non era da intendersi come una rottura con la Tradizione della Chiesa e la sua applicazione non doveva imporsi come tale. Sostenne che l'aggiornamento della Chiesa, il suo ringiovanimento consisteva nel continuo ritorno a Cristo e nella lotta contro ogni forma di mondanità. Elaborò in modo originale un percorso di rinnovamento nella prospettiva della giovinezza della Chiesa.
Ma papa Francesco, nonostante il consenso entusiastico sulla sua persona, è solo? È letto, compreso, seguito? Ci voleva un cardinale del Collegio, teologo della casa Pontificia, un domenicano sapiente e mite, acuto e moderno, pur avendo attraversato la storia, e la storia della Chiesa, dalla Resistenza al Concilio, dalla vicinanza a Giovanni Paolo II alla sintonia con Francesco. Un sacerdote cui porre con libertà ogni domanda, le più urgenti per il cristiano, per l'uomo di oggi. Dall'idolatria agli scandali, dalla bioetica alle apparizioni, dal demonio alla bellezza come via della verità. Un dialogo aperto, senza dogmatismi e giri di parole, che suscita altre domande, che conforta sulla speranza e sul destino buono del mondo, anche del nostro mondo.
Questo volume testimonia la fecondità che nell'ambito pastorale hanno le intuizioni e gli insegnamenti di colui che la Chiesa ha proclamato Santo e che ricordiamo come "il Papa della Famiglia". Le testimonianze concrete di coloro che hanno avuto il dono di incontrare San Giovanni Paolo II e collaborare personalmente con lui e di coloro che hanno accolto e messo in pratica il suo magistero, mostrano un rinnovamento efficace e promettente della pastorale familiare e confermano la preziosa eredità del suo insegnamento, che apre una prospettiva positiva e ricca.
Un dialogo senza compromessi tra i due autori sulla figura di papa Francesco e sui temi più scottanti che la Chiesa è chiamata ad affrontrare.
In questo piccolo libro, il Patriarca di Venezia ci invita a ripercorrere i primi passi di fede della comunità cristiana. Un invito a "ripensare il nostro modo di dire sì a Gesù Cristo", in chiave personale e comunitaria.
Nel volume l'Autore propone la cronaca dettagliata, pubblicata sul bollettino ufficiale del custode di Terra Santa nel 1964 e fino ad oggi inedita in Italia, della visita che Papa Paolo VI fece 50 anni fa in Terra Santa.
Due grandi giornalisti interrogano quattro grandi storici sull'Editto di Costantino che segna storicamente la nascita del Cristianesimo.