Il libro propone un'analisi dei problemi bioetici più attuali e, attraverso di essi, del ruolo giocato dal diritto giurisprudenziale nella creazione di quello che ormai può essere considerato un sottosistema del diritto delle persone.
Le cellule staminali sono fra i temi di ricerca più affascinanti della biologia contemporanea. Le grandi promesse nel campo della medicina rigenerativa che derivano da questo settore lasciano sperare in future applicazioni ma allo stesso tempo hanno creato illusioni. Nel libro sono spiegate la natura di queste cellule, troppo spesso propagandate come "miracolose" o bersaglio di posizioni di intransigenza e fondamentalismo, e le loro potenzialità, utilizzando un linguaggio chiaro ma scientificamente rigoroso e al di là di qualsiasi preconcetto, così che il lettore possa sviluppare in autonomia un proprio pensiero sui temi biopolitici sottesi.
Che cosa sono la malattia e la salute? Come sono cambiati nella storia i problemi medico-sanitari? Quali idee hanno guidato gli sforzi compiuti per spiegare, prevenire e trattare le patologie umane? Il libro suggerisce alcune coordinate per orientarsi nell'evoluzione delle strategie di categorizzazione degli stati di sofferenza e di benessere, con particolare attenzione per le teorie e i modelli utilizzati per spiegare e manipolare la realtà empirica delle patologie, delle situazioni cliniche e dei rischi sanitari.
Il volume si propone di fornire al lettore un'ampia panoramica delle questioni di bio diritto, una disciplina, recentemente emersa, in cui si intersecano profili scientifici, giuridici e morali, avente per oggetto lo studio (e la critica) dei modi in cui il diritto disciplina (o non disciplina) le questioni di bioetica. In particolare, i saggi qui raccolti vertono su alcuni dei temi oggi più discussi, in un percorso ideale che va dall'inizio della vita (con le questioni legate, ad esempio, alla fecondazione artificiale) alla sua fine (affrontando problemi quali quelli relativi all'eutanasia o alla definizione di morte).
Il volume raccoglie le riflessioni di studiosi di diversa formazione sulle nuove dimensioni della corporeità umana prospettate dall'avvento delle converging technobgies (nanotecnologie, bioinformatica, robotica), delle neuroscienze e della biologia sintetica. Si tratta di sviluppi tecno-scientifici in grado di rendere possibili il controllo e la modificazione della materia organica a livello delle sue componenti strutturali di base, nonché il cambiamento in profondità, da un lato, delle prestazioni fisiche e intellettuali dell'uomo e, d'altro lato, del rapporto dell'uomo con l'ambiente e le risorse naturali. Il testo affronta così gli aspetti etici e bioetici, giuridici, economici e sociali dello human enhancement (che secondo alcuni condurrà ad una dimensione "post-umana", realizzando una vera e propria rivoluzione antropologica) e propone, ma anche sollecita, una riflessione sul nuovo statuto del corpo umano. A tal fine, viene utilizzata una metodologia scientifica interdisciplinare che muove da diverse prospettive d'indagine: biologica, psicobiologica, neurofisiologica, medica, fisica, ingegneristica e bioingegneristica, filosofica, bioetica, psicologica, storica, giuridica, economica, culturale e comunicativa.
Creare artificialmente la vita - un'utopia che ha sempre alimentato l'immaginazione umana - è divenuta una concreta realtà a partire dal Settecento, quando la scienza ha cominciato a investigare il meccanismo della generazione. In questo libro Emmanuel Betta ricostruisce la storia della riproduzione artificiale dell'uomo, dai primi esperimenti dell'abate Spallanzani alla messa a punto di soluzioni efficaci tra Otto e Novecento, fino agli sviluppi più recenti dell'ingegneria genetica, con particolare attenzione alla realtà italiana che ha avuto un ruolo importante in questa vicenda.
Guardare alla bioetica nell'orizzonte della complessità significa proporre un collegamento tra le sue diverse dimensioni: quella medica, che riguarda la nascita dell'uomo, la sua salute, la sua morte dinanzi alle nuove possibilità offerte dalle biotecnologie; quella ambientale, che s'interessa alle questioni di valore connesse alle conseguenze pratiche del rapporto tra l'uomo e la natura; quella animale, che si occupa degli aspetti morali, sociali, giuridici delle relazioni dell'uomo con le altre specie. La riflessione filosofica è chiamata a un confronto critico con le diverse scienze della vita, dalla biologia alla medicina umana e veterinaria, dall'ecologia all'etologia. Da qui una serie di interrogativi, per molti aspetti inediti: quali sono i confini del nostro universo morale? quali le nuove frontiere della giustizia? come raccordare gli interessi dell'umanità attuale con quelli delle generazioni future, dell'ambiente e delle altre specie? La risposta è in un umanesimo capace di andare oltre le mura della città dell'uomo, nel riconoscimento dei nuovi soggetti che appartengono anch'essi alla comunità di vita della terra.
Le scelte concernenti il trattamento della vita possono riguardare tutti: dal medico al paziente, dallo scienziato al politico, dal giurista al cittadino comune. La bioetica, inerente alla valutazione morale di queste scelte, si è imposta negli ultimi decenni come un tema fondamentale della discussione pubblica nelle società occidentali. Il volume è un'introduzione filosofica alla disciplina e ne discute i problemi più rilevanti: l'aborto e la fecondazione assistita, l'ingegneria genetica e la clonazione, l'eutanasia e il trapianto d'organi, il trattamento degli animali e della natura. Delineando i rapporti della bioetica con l'etica e la filosofia, l'autore individua gli argomenti utilizzati in risposta a tali problemi e mette in luce il persistente disaccordo nelle principali soluzioni prospettate.
Bioetica: l’evidente centralità delle questioni della vita e della morte, e la crescita dei saperi sulla vita e sulla morte, stravolgono i connotati classici della politica. Quello che viene talora definito "paradigma biopolitico" muta i contorni della sovranità, e minaccia le certezze del diritto, innalzando le pretese di controllo sugli individui e sulle popolazioni. Costringe, in altri termini, a interrogarsi sulle nuove dimensioni che sta assumendo la persona. Il tema della laicità è ormai assurto a luogo di riflessione comune, declinato in modi assai diversi tra loro, discusso in contesti accademici, politici, religiosi, giornalistici. Lo stesso concetto ha ormai acquisito una valenza semantica molto varia, divenendo momento di definizione anzitutto di un atteggiamento mentale che si lega, in certe prospettive della scienza politica e giuridica, alla stessa idea di democrazia, di pluralismo, di inclusività integrativa. È un tema del massimo rilievo non solo sul piano della riflessione scientifica, ma anche su quello, ben più prosaico e contingente, della vita politica, specialmente in un contesto come quello italiano.
L'interruzione volontaria della gravidanza è ampiamente accettata dalle legislazioni della maggior parte dei paesi; le ragioni politiche e sociali in favore della depenalizzazione sono state largamente discusse e analizzate. Non altrettanto intensa è stata invece la discussione sull'aspetto propriamente morale della questione. Il volume presenta una discussione critica del dibattito etico sull'aborto degli ultimi trentacinque anni.
Il volume si propone di fornire un panorama introduttivo e completo delle questioni etiche e bioetiche in infermieristica. A una prima parte in cui vengono illustrati i termini fondamentali del dibattito, le teorie etiche principali e il loro rapporto con la bioetica e con la pratica infermieristica, segue una seconda parte di taglio più applicato. Vengono quindi analizzate alcune delle più importanti questioni bioetiche di inizio-vita (diagnosi prenatale, fecondazione artificiale, aborto) e di fine-vita (assistenza al morente, eutanasia, trapianto di organi). Ultimo ambito di riflessione è la diversità, rappresentata dalla malattia mentale e dalla differenza culturale.