Come lavorano gli assistenti sociali? Quali percorsi e processi caratterizzano le loro pratiche? Questo testo introduce le varie fasi del processo metodologico di servizio sociale e identifica gli aspetti distintivi di questa professione nel lavoro con le persone e con i loro contesti di vita, in una logica di promozione dell'inclusione e della solidarietà sociale. La contemporanea attenzione alle dimensioni personali, istituzionali e sociali degli interventi, la professionalità riflessiva, la dimensione di ricerca e quella etica e valoriale fanno da sfondo a una rivisitazione dei passaggi cruciali dell'intervento. Il lavoro sociale è caratterizzato dalle contemporanee e a volte contraddittorie esigenze di rigorosa metodologia e di valorizzazione della dimensione umana del processo. Il testo propone nuove strade per coniugare queste due rilevanti istanze. Coerentemente con un approccio riflessivo alla metodologia del servizio sociale, ne presenta le varie fasi, attraverso l'analisi di casi e di incidenti critici e il riferimento ai principali risultati della ricerca scientifica. Prefazione di Walter Lorenz
Questa indagine sulle origini cristiane abborda la materia non per tematiche teologiche ma percorrendo passo passo e per ambiti geo-culturali l'itinerario del movimento iniziato in terra d'Israele da Gesù di Nazaret e proseguito attraverso le varie tappe della sua prima espansione in ambito giudaico e soprattutto greco-romano, andando alla scoperta dei vari gruppi che si sono man mano costituiti nel suo nome. I cinque sostantivi del sottotitolo potrebbero anche essere formulati meno astrattamente con altrettanti interrogativi: chi? quando? dove? in che modo? con quali contenuti? L'interrogativo di fondo sul "perché" è sempre latente e permea tutti gli altri. L'esposizione offre una sintesi dei dati e delle problematiche in questione invitando ad approfondimenti ulteriori di quello che rimane un arazzo dai molteplici intrecci la cui tessitura non è ancora terminata.
Troppo spesso la formazione scientifica viene limitata ad una dimensione teorica, facendo riferimento a nozioni e definizioni astratte, e rischiando di privare i ragazzi dell'attività stessa nella quale si può mobilitare tutto il loro potenziale intellettivo e creativo. Il libro propone delle concrete attività sperimentali (manuali, costruttive, di ricerca) per aiutare i ragazzi a forgiare le proprie conoscenze scientifiche, a partire da processi di cui essi sono il motore, proprio perché la comprensione dei fenomeni scientifici passa anche attraverso l'esperienza e la progettualità.
Qual è l'attendibilità storica dei vangeli? Come si sono formati e su quali informazioni si basavano? Come si è arrivati ai diversi racconti orali e scritti della straordinaria vicenda di Gesù? Per rispondere a queste domande, nella prima parte del libro gli autori propongono una teoria critica della memoria e della tradizione; nella seconda, invece, suggeriscono una lettura antropologica dei testi, alla quale si accompagna un esame storico. L'intento è riscoprire le tracce degli eventi, incorporate ma spesso nascoste nelle testimonianze dei vangeli. Sulla figura di Gesù, subito dopo la sua morte, vi fu una molteplicità di informazioni trasmesse da gruppi che avevano conoscenze parziali ed erano dislocati in zone diverse della Terra di Israele. A partire da questo dato, gli autori ricostruiscono la mappa dei luoghi da cui provengono le fonti su cui si basa ciascun vangelo.
Che cos'è l'esistenza? Ci sono gli universali? Qual è la natura degli oggetti materiali del mondo che ci circonda? E, infine, le cose hanno un'essenza? Questi quattro interrogativi sono al centro dell'attuale dibattito filosofico e in particolare della disciplina che comunemente chiamiamo "ontologia". Il libro ricostruisce l'origine delle questioni proposte illustrando le risposte fornite dal pensiero greco, medievale e moderno. Lo scopo del testo è duplice: da un lato si vuole dare profondità storica al dibattito filosofico contemporaneo, evidenziando come problemi e soluzioni non nascano oggi ma affondino le proprie radici in una lunga e sfaccettata tradizione; dall'altro, s'intende mostrare come la storia delle dottrine ontologiche e metafisiche possa essere illuminata e meglio compresa se si tiene presente il modo in cui l'ontologia viene praticata oggi. L'ontologia e la sua storia sono, in questo quadro, due facce della stessa medaglia.
Che cos'e e come si compone un testo in italiano? Il manuale risponde muovendosi entro l'orizzonte teorico della linguistica testuale, con uno stile agile indirizzato agli studenti e ai docenti di Linguistica italiana e di Laboratori di scrittura, ma anche a quanti desiderino migliorare le proprie abilità scrittorie e comunicative. L'analisi, la discussione e la riformulazione di testi di ogni tipo e provenienza rivelano che l'universo della scrittura è molto più variegato di quanto la scuola e l'università comunemente riconoscano. Così, il concetto stesso di errore mostra la sua natura relativa, da verificare al vaglio di criteri compositivi come l'occasione comunicativa, gli scopi del testo, la relazione sociale tra gli interlocutori, le aspettative del ricevente. Il volume è completato da un glossario, da esercizi e dal sito scrivereinitaliano.it, nel quale sono disponibili le soluzioni degli esercizi e molti esercizi ulteriori, oltre a numerosi altri spunti di approfondimento e di discussione.
L'attività osservativa, sia essa occasionale o strutturata, fa cogliere un insieme di dati, fra loro connessi, riferiti a persone, situazioni o fenomeni. Tali informazioni, tuttavia, non consentiranno neanche all'osservatore più scrupoloso di conoscere nella loro complessità e interezza le realtà indagate. Allora a cosa serve osservare? Il percorso proposto dal volume fornisce a chi opera in ambito educativo e sociale elementi utili per dotarsi di lenti e strumenti che permettano di intervenire in ambiti complessi e in continua trasformazione. In questa nuova edizione, aggiornata con un capitolo sulla progettazione dialogica, sono inoltre presentate le metodologie e gli strumenti pratici in grado di supportare un'osservazione professionale contestualizzata.
Che cosa serve per insegnare ai bambini e alle bambine? Quella dei maestri e delle maestre è una vocazione o una professione? La loro bravura è una questione di pedagogia o di cultura generale e preparazione disciplinare? Dalla patente per insegnare e dalle scuole normali ottocentesche, passando per l'istituto magistrale di epoca fascista e repubblicana, in Italia si è giunti alla laurea per maestri e maestre solo venticinque anni fa. I corsi universitari in Scienze della formazione primaria sono stati un riconoscimento tardivo di una categoria che si è costruita da sé una preparazione superiore a quella che gran parte della società si aspettava. Le università si sono trovate a rispondere a una nuova domanda di formazione e di istituzionalizzazione di saperi altri: un'occasione, ma anche una grande responsabilità. Il libro ripercorre la storia dell'istruzione normale e magistrale nell'Italia unita e si sofferma sui suoi sviluppi più recenti e meno studiati, con un'attenzione ai diversi mondi cui gli insegnanti appartengono. Attingendo a fonti ulteriori rispetto a quelle loro prescritte, maestre e maestri hanno saputo anche coltivare modi esigenti di stare accanto ai bambini. Ma non ci sono esperti che bastino: per le società contemporanee, che hanno affidato loro questo compito, un'attenzione più evoluta verso i piccoli della specie è un esercizio ancora urgente di intelligenza collettiva.
Albino Luciani, papa con il nome di Giovanni Paolo I, è il quinto pontefice del XX secolo a salire agli onori degli altari. Ma chi era il patriarca di Venezia che fu papa per trentatré giorni (dal 26 agosto al 28 settembre 1978), suscitando interesse e simpatia non solo tra i cattolici? E cosa resta del suo pontificato? A rispondere sono sei autori, con scritti che tra l'altro indagano la presenza di Luciani (e di molti papi immaginari, ma non troppo) nella letteratura e nel cinema. I testi sono di quattro storici (Sylvie Barnay, Roberto Pertici, Gianpaolo Romanato e Giovanni Maria Vian), dello scrittore Juan Manuel de Prada e del critico cinematografico Emilio Ranzato.
Che cosa hanno in comune il cannocchiale di Galileo Galilei e la bacchetta magica di Harry Potter? Per scoprirlo, il volume, in una nuova edizione completamente rivista e ampliata, ci accompagna in un viaggio ai confini fra scienza, magia e fantasia, dove incontreremo Newton lettore appassionato di Nicolas Flamel, Kant alle prese con l'esistenza degli spiriti, Coleridge immerso nella letteratura di viaggio e Frankenstein affascinato dai segreti dell'alchimia e della chimica. Tutto questo insieme a molte altre storie, da Atlantide all'Antartide, e a tanti straordinari personaggi, da Einstein a Lovecraft, tra ippogrifi e pietre filosofali, profezie e leggi naturali.
Si dice fosse stato Numa Pompilio, all'alba della storia, a dettare alle matrone di Roma l'obbligo del silenzio, imponendo loro di non prendere la parola, in assenza dei mariti, neppure per le cose necessarie. A questa regola obbedisce anche la letteratura dei Romani, nella quale le voci femminili sono sempre filtrate dagli autori, rigorosamente uomini, cui è riservato in esclusiva il privilegio della scrittura. Nel ripercorrere le tappe di quella straordinaria esperienza culturale, il libro mette invece al centro le donne e ne fa le protagoniste di un racconto spesso sorprendente, in ogni caso diverso, che vede testi da sempre familiari svelare aspetti inediti e lasciar affiorare sfumature destinate altrimenti a rimanere nascoste. Capitolo dopo capitolo, viene così tracciata la mappa di un'avventura intellettuale aperta a chiunque voglia guardare con occhi nuovi a una vicenda letteraria che ha segnato in modo indelebile la cultura dei millenni successivi.
«Lo latino è perpetuo»: così dice Dante agli inizi del Trecento. Il senso di immortalità della lingua latina, che traspare dalle parole del sommo poeta, è in contrasto con l'opinione comune secondo cui il latino è una lingua morta. Il libro analizza l'apporto del latino all'italiano attraverso l'angolo visuale delle parole, di cui ricostruisce le vicende storiche in un appassionante viaggio tra passato e presente. L'autore cerca le tracce di vocaboli ed espressioni andando a ritroso nel tempo e conduce il lettore a scoperte inaspettate. La storia di un termine religioso come cristiano s'intreccia con quella di un insulto come cretino. I verbi considerare e desiderare sono connessi con l'osservazione delle stelle. Il sostantivo furto è collegato ai nomi foruncolo e furetto. L'idioma dell'antica Roma non è morto, ma vive ancora nella nostra lingua e nella nostra cultura.