Graffite stentatamente nel buio di un lupanare o esibite a lettere cubitali sugli edifici cittadini, impresse su oggetti di uso quotidiano o incise su monumenti funerari, le iscrizioni accompagnavano in ogni momento la vita degli abitanti del mondo romano, con uno straordinario impatto mediatico. E proprio per questo motivo le iscrizioni sono una delle fonti principali per conoscere in maniera diretta e approfondita i più diversi aspetti del mondo romano, soprattutto quelli sui quali le fonti letterarie, attente di solito ai grandi eventi o ai grandi personaggi, forniscono solo, quando le forniscono, notizie cursorie. L'epigrafe, inoltre, proprio per la sua particolare natura costituisce un inscindibile binomio di monumento e documento, di reperto archeologico e di testimonianza scritta, rappresentando, di fatto, un prezioso "bene culturale", il cui studio può essere affrontato con diversi approcci: antiquario, archeologico, filologico, linguistico, paleografico, storico, topografico, per citarne solo alcuni. Un "bene culturale", inoltre, che è facilmente accessibile a tutti, perché non è conservato solo nei musei, ma è presente ancora oggi, e in modo diffuso, nei centri urbani, grandi e piccoli, e sul territorio, accessibile, dunque, ma spesso non comprensibile appieno. Scopo di questo manuale, quindi, è fornire un agile e pratico strumento di lavoro per quanti desiderino avvicinarsi allo studio delle epigrafi.
Il volume analizza lo sviluppo sociale nei bambini di età prescolare, partendo da una riflessione teorica sul ruolo che le caratteristiche individuali, familiari e, più in generale, contestuali giocano nell'influenzare tale sviluppo. Dopo aver analizzato gli specifici ambiti relazionali all'interno dei quali il bambino costruisce la propria competenza sociale, ampio spazio è dedicato alle questioni relative alla valutazione e misurazione di tale costrutto. Il lettore viene, infine, guidato nella scelta degli strumenti più idonei a cogliere aspetti specifici del funzionamento sociale del bambino e nell'utilizzo del metodo osservativo nei contesti in cui l'individuo sperimenta gli scambi sociali, primo fra tutti la scuola dell'infanzia.
Il volume propone al lettore che si avvicina alla storia romana con interesse e curiosità personale un valido e originale strumento per approfondirne la conoscenza. La trattazione si sviluppa secondo un andamento cronologico, dalle origini di Roma sino alla divisione politica fra parte occidentale e parte orientale dell'impero dopo la morte di Teodosio I, con l'interposizione di "finestre" tematiche, dalle quali osservare e comprendere meglio gli aspetti salienti della società romana o la stessa storia degli eventi politico-militari. Una particolare attenzione è dedicata alle istituzioni amministrative e alle relazioni sociali, all'ideologia del potere, ai rapporti tra politica e religione. L'esposizione, che tiene conto dei recenti sviluppi del dibattito storiografico, è caratterizzata da citazioni tratte da documenti antichi ed è corredata di un'ampia bibliografia.
La disponibilità all'ascolto, premessa indispensabile al colloquio psicologico, richiede un continuo lavoro di osservazione, conoscenza e familiarità col proprio mondo interno e un attento studio della teoria e della tecnica del colloquio, considerato una tecnica relazionale ottimale per conoscere il paziente dall'infanzia all'età anziana. Il volume propone una prospettiva dinamica che vede la relazione al centro dell'ascolto e comprende quattro sezioni corrispondenti alle fasi principali della vita: età infantile, età adolescenziale, età adulta ed età anziana, in ognuna delle quali si risponde alle richieste che emergono con maggior frequenza nella consultazione clinica. L'ampia documentazione bibliografica e la ricchezza di casi clinici riportati in ogni capitolo rendono il libro un strumento di approfondimento per studenti di psicologia, per psicologi e psichiatri e, in generale, per tutti coloro che lavorano nell'ambito dei rapporti interpersonali.
"È evidente che tutte le scienze hanno una relazione più o meno grande con la natura umana, e anche quelle che sembrano più indipendenti, in un modo o nell'altro, vi si riallacciano. Perfino la matematica, la filosofia naturale e la religione naturale dipendono in certo qual modo dalla scienza dell'uomo, poiché rientrano nella conoscenza degli uomini, i quali ne giudicano con le loro forze e facoltà mentali. E impossibile prevedere quali mutamenti e progressi noi potremmo fare in queste scienze se conoscessimo a fondo la portata e la forza dell'intelletto umano, e se potessimo spiegare la natura delle idee di cui ci serviamo e delle operazioni che compiamo nei nostri ragionamenti."
Il pensiero iconologico attraversa tutto il XX secolo, trovando in Germania e poi in Inghilterra e negli Stati Uniti i luoghi di affermazione e di diffusione. Il percorso di questa tradizione di studi segue le vicende accademiche, scientifiche e personali dei protagonisti: Aby Warburg, Fritz Saxl, Erwin Panofsky, Edgar Wind, Rudolf Wittkower e il viennese Ernst Gombrich. In questo libro, nuova edizione di un testo ormai "classico" del settore, l'autrice esamina con sguardo critico lo sviluppo dell'iconologia che trova, dopo la metà del Novecento, esiti e connessioni con altre discipline, dalla semiotica alla psicanalisi, alla psicologia della percezione, alla storia sociale, all'antropologia. Alla luce degli attuali interessi per l'immagine e per la cultura visiva l'iconologia è al centro del dibattito sul rapporto fra immagine e opera d'arte, fra capolavoro e immagine documentaria, fra visività e espressione significante e patetica, fra tradizione e anacronismo, fra immagine e testi, fra linguaggi visivi e linguaggi verbali, poetici e musicali, introducendo, nel superamento dei confini disciplinari e geografici, un'accezione antropologica dell'immagine, all'interno del dibattito attuale sull'"iconic turn", e aprendo al multiculturalismo, alla multimedialità e alle neuroscienze.
"A chi chiede a che cosa serva la filosofia, bisogna rispondere aggressivamente perché la domanda è volutamente ironica e caustica. La filosofia serve a denunciare la bassezza del pensiero in tutte le sue forme, a trasformare il pensiero in qualcosa di aggressivo, attivo e affermativo, a formare uomini liberi, che non confondano cioè i fini della cultura con gli interessi dello stato, della morale o della religione, a combattere il risentimento e la cattiva coscienza che hanno usurpato in noi il pensiero, a sconfiggere infine il negativo e il suo falso prestigio."
Che cosa vuoi dire "educare alla cittadinanza" alla luce dei nuovi fenomeni connessi alla globalizzazione, quali l'annullamento della distanza dovuta a rapidi mutamenti sul piano sociale, economico, culturale, politico, tecnologico, l'aumento delle migrazioni dal Sud al Nord, la nascita di nuovi fondamentalismi? L'educazione civica del passato, mirante a costruire l'identità nazionale, si apre a nuovi obiettivi. Si tratta, infatti, di continuare a garantire la coesione sociale, ma nel quadro di una nuova complessità dovuta alle diverse culture dell'immigrazione. Formare "cittadini del mondo", anziché una sconsiderata utopia dal sapore illuministico, diviene oggi una necessità. A partire da questi e altri temi, il volume cerca di fare il punto sul tema della cittadinanza e delle sue applicazioni nella pratica educativa.
"La filosofia si è mondanizzata, e la dimostrazione più schiacciante di questo fatto è che la coscienza filosofica è coinvolta non solo esteriormente ma anche interiormente nel tormento della lotta. Se la costruzione del futuro e il ritrovamento di una soluzione valida per tutti i tempi non è affar nostro, tanto più appare chiaro ciò che dobbiamo compiere al presente, e cioè la critica spregiudicata di tutto ciò che esiste, spregiudicata nel senso che in generale la critica non si atterrisce di fronte ai suoi risultati e nemmeno di fronte al conflitto con le forze esistenti."
Pochissime sono le testimonianze pervenuteci attraverso la Bibbia e le fonti classiche relative alle religioni dell'antica Mesopotamia, ma dopo la decifrazione della scrittura cuneiforme, è emerso pian piano un tesoro ricchissimo, conservato sulle tavolette d'argilla e che i filologi hanno faticosamente ricostruito. Oggi possediamo versioni di miti, rituali esorcistici, manuali oracolari sia in sumerico sia in accadico: una mole di materiale tale da rischiare di perdersi nell'esplorarlo. Il volume offre allo studente o alla persona semplicemente curiosa di approfondire l'argomento le coordinate per orientarsi in questo pensiero lontano e così ricco di fascino.
L'attività osservativa, anche se metodologicamente strutturata, permette di cogliere un insieme di dati, riferiti a persone, situazioni o fenomeni che però non consentiranno di conoscere le realtà nella loro complessità e interezza. Nel testo viene dedicato ampio spazio a quegli aspetti che aiutano l'educatore ad acquisire maggior consapevolezza dell'influenza che l'osservatore ha sul campo osservato, attraverso l'approfondimento degli elementi che indirizzano e "disturbano" la suddetta attività attraverso metodologie e strumenti pratici.
I parchi di divertimento sono una realtà estremamente importante delle società contemporanee, sia sul piano economico sia su quello sociale. Diffusi in tutto il mondo e in grado di attirare ogni anno alcune decine di milioni di visitatori, riassumono in sé le principali caratteristiche delle società postmoderne: il desiderio di spogliarsi dell'identità quotidiana, forme interattive di entertainment, un uso magico della tecnologia più avanzata, modelli di ricostruzione architettonica di monumenti del passato che fondono storia e finzione. Il volume, partendo da una ricostruzione del primo luna park della storia, presenta una classificazione dei numerosi parchi di divertimento oggi esistenti e un'analisi degli artifici polisensoriali cui si ricorre spesso nei parchi a tema.