«Il mondo intero non è degno del giorno in cui il Cantico dei cantici fu donato a Israele». Rabbi Achivà commentava così l'eccezionalità di un poema difficilmente situabile, che oggi appartiene non solo al canone biblico ma alla letteratura universale. Poema erotico-pastorale che celebra l'amore umano? Dialogo d'amore tra Dio e il suo popolo? Colloquio intimo tra il Signore e ciascun essere umano? Chi sono l'amante e l'amata che fremono, palpitano e si toccano, e poi si rincorrono, si cercano, si perdono e si ritrovano? Verso dopo verso, sondando i segreti delle parole ebraiche originali, Teresa Forcades ci invita a un'apertura ermeneutica audace e arrischiata. Mentre ci restituisce il contesto storico e scandaglia le diverse traduzioni e le infinite letture offerte nel corso dei secoli, l'autrice commenta il testo in un'analisi tanto rigorosa quanto appassionata, e coglie nella ricerca d'amore che il Cantico mette in scena una sensibilità specificamente femminile, un nuovo posto per la donna e l'assoluta centralità del corpo e del desiderio, tanto umano quanto divino.
L'avvincente narrazione della vita di Dietrich von Hildebrand (Firenze, 1889 - New Rochelle, New York, 1977), intellettuale cattolico tra i più importanti del Novecento, filosofo e teologo. Scritta dalla moglie Alice, questa biografia racconta gli esordi e i momenti cruciali della sua carriera di studioso - quelli in cui scriverà i testi fondamentali che lo consacreranno uno dei padri fondatori della fenomenologia realista - ma soprattutto il ruolo ispiratore che ebbe nella battaglia contro l'ideologia nazista e antisemita. Hildebrand, infatti, fu tra i primi nomi della lista nera di Hitler per la sua lotta contro il regime. Per scappare dalla deportazione fuggì oltreoceano, e visse a New York fino alla sua morte. Prefazione di Joseph Ratzinger.
La religione può rappresentare una fonte di energia per chi lotta in favore dei diritti umani? La teologia può offrire un contributo positivo ai movimenti sociali? Boaventura de Sousa Santos scandaglia il mondo in cui viviamo, pervaso da fondamentalismi religiosi di varia provenienza, e cerca di capire quale rapporto fruttuoso possa crearsi fra le teologie politiche oggi imperanti a varie latitudini del pianeta e le battaglie sociali di chi lotta per la dignità degli esseri umani. Come queste pagine tentano di dimostrare, solo una concezione contro-egemonica dei diritti umani può essere all'altezza di una simile sfida.
Nell'immaginario collettivo gli alberi sono l'asse del mondo, elemento di forza vitale e di enorme stabilità; appagano il senso di grandiosità, la tensione verso ciò che è senza confini, l'ansia di superare la finitudine umana e il senso del soprannaturale. Rappresentando il tramite fra cielo, terra e mondo ipogeo, sono stati tra i primi oggetti di venerazione in tutte le civiltà antiche. In questo volume, Anna Maria Sciacca ne esplora la sacralità, narrando miti e leggende diffusi nel continente europeo e in quello asiatico, come pure in Africa e nelle Americhe, e mette a confronto le tradizioni di popoli diversi: prima di tutto greci e latini ma anche germani, celti, egizi, fino alle credenze indiane e vediche. E giunge infine alla cristianità, in cui l'albero acquista nuovi significati religiosi di rinascita e speranza in un mondo di felicità eterna. Prefazione di Angela Ales Bello.
Gli ultimi secoli della storia occidentale sono stati attraversati da una crescente influenza del pensiero femminista, dalle sue origini cristiane nelle comunità calviniste del Settecento fino all'elaborazione, in anni più recenti, della gender theory. Da Edith Stein a Judith Butler, il ruolo del femminile e del rapporto uomo-donna nell'antropologia femminista, nella religione cristiana, nella teologia queer e in altre teorie filosofiche sono oggi al centro di una rivoluzione che sembra ancora agli inizi. La filosofa Angela Ales Bello ne ripercorre qui la genesi, il fondo antropologico, le origini nelle culture arcaiche e nella cultura occidentale cristiana. Ed è proprio nel Magistero della Chiesa che, negli ultimi decenni, la questione del femminile è stata trattata più che in ogni altra epoca: nella lettera apostolica Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo II e nell'esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco, nelle posizioni pastorali di Bergoglio sull'universo Lgbt e nei teologi che si confrontano sulla questione del gender.
La religione rappresenta oggi un argomento di sfida che unisce le comunità, le polarizza, così come le disgrega e le frammenta. Cercare di comprendere le ragioni della religione e di ciò che la lega alla comunità significa penetrare nel magma confuso delle società contemporanee per iniziare il difficile compito di una loro decifrazione. Il potenziale etico delle religioni, che sembrava scomparso tra le maglie della secolarizzazione, torna oggi drammaticamente attuale con l'insorgere, nel dibattito delle società civilizzate, di antiche culture e tradizioni religiose. Qual è il compito del pensiero democratico di fronte a tali fenomeni? Alcune delle principali voci internazionali della filosofia della religione (G. Vattimo, Ch. Taylor, P. Nemo, G.E. Rusconi, P. Stagi, G. Filoramo, il card. Leumann, P. Coda, C. Ciancio, M. Nicoletti) sono state chiamate a esprimersi su questi interrogativi, dando vita a un volume in cui la cultura occidentale si confronta con quanto di più antico torna a visitarla: l'Estraneo.
Maestro di spiritualità per la beat generation, osannato da Evola e pubblicato da Pavese. La vita di Mircea Eliade (Bucarest, 1907 - Chicago, 1986), che ha conosciuto fortune e destini imprevisti e mai convenzionali, è qui raccontata nella più aggiornata biografia italiana: i viaggi giovanili in Italia e il rapporto precoce con la cultura del nostro Paese, la lunga permanenza in India e lo studio della religiosità indù, i numerosi legami intellettuali e di amicizia con i maggiori protagonisti del Novecento come Jung, Pettazzoni, Dumézil, Ortega y Gasset, Schmitt e Scholem, l'adesione alla Guardia di Ferro rumena e le relazioni intessute con i suoi principali ideologi e sostenitori (Codreanu, lonescu, Cioran, ecc.), il lavoro diplomatico svolto in Portogallo e, infine, la consacrazione del periodo francese e la lunga docenza all'Università di Chicago.
Nell'aprile del 1911, il matematico e storico della scienza Federigo Enriques presiede a Bologna il IV Congresso Internazionale di Filosofia. Nel discorso di apertura, che qui viene ripubblicato e che suscitò un'aspra polemica con Benedetto Croce, Enriques elogia lo spirito aperto e non dogmatico della scienza, caratterizzata da una ricerca continua di una teoria che possa dare un senso complessivo alla realtà. Sebbene sia legato all'osservazione empirica, lo scienziato non rinuncia allo scopo ideale di soddisfare le esigenze razionali, estetiche e morali innate nell'essere umano. In questo senso, la scienza non perde mai lo spirito di religiosità che anima ogni sforzo conoscitivo intrapreso dall'uomo nella comprensione del mondo che lo circonda.
Uno dei più importanti scienziati francesi del Novecento rilegge la teoria dell'evoluzione alla luce della fisica moderna, per dimostrare che una visione logica e razionale della Natura conduce all'idea di Dio. Per quanto rigorose e geniali, le spiegazioni esclusivamente materialistiche dell'Universo non riescono infatti a dare ragione di tutta la complessa ricchezza dell'essere umano. Attraverso una riflessione articolata e penetrante, du Noüy asserisce che la presenza e il significato della vita dell'uomo sulla Terra non possono essere il prodotto di una casualità cieca e meccanica, e che è necessario trascendere la pura realtà fisica verso il suo fondamento divino. In tal modo, diventa possibile ricostruire quel legame tra spiritualità e scienza che, fin dalle origini, ha guidato l'uomo nella ricerca del senso dell'esistenza.
Come si è configurato il senso del sacro nel corso del tempo e come si è trasformato passando dal sacro arcaico al sacro complesso delle manifestazioni storiche? Come comprendere la sua vera natura? E qual è la sua condizione nella nostra epoca, di fronte al processo di desacralizzazione? A queste domande Angela Ales Bello risponde attraverso un'indagine storico-filosofica delle figure rituali assunte dai fenomeni religiosi, che prendono forme sempre diverse, ma permangono come elementi costitutivi insopprimibili. Per cogliere l'origine di questi fenomeni, l'autrice compie uno scavo archeologico nelle recondite sfere interiori degli esseri umani che si aprono a una Potenza che li trascende. E lì che l'esperienza sacrale-religiosa, accettata o respinta, determina il corso dell'esistenza individuale. Ed è proprio per questo che non può essere trascurata o ignorata. Il libro si propone di ripensare questa esperienza per metterne in luce le caratteristiche essenziali e i diversi modi delle sue manifestazioni storiche fino al suo presunto esaurimento.
Il Jainismo è una delle più antiche religioni dell'India. La sua manifestazione storica risale a più di 2500 anni fa, ma la dottrina è probabilmente basata su esperienze ancora più antiche. Dotato di una originale cosmologia, di una sua tradizione filosofica e di un preciso percorso iniziatico, il Jainismo ha come proprio cardine il distacco dalle passioni e la non-violenza assoluta (Ahimsa) nei confronti di ogni forma di vita. Paul Dundas, con il piglio dello studioso e l'entusiasmo del divulgatore, racconta la nascita di questa tradizione e analizza i suoi rapporti con le altre correnti filosofiche e religiose dell'India, in un gioco reciproco di rifiuti e appropriazioni di elementi culturali e dottrinali. È alla dottrina jaina che si ispirò, tra gli altri, il Mahatma Gandhi, nella cui pratica il principio irrinunciabile della non-violenza diviene anche uno strumento di lotta politica.
Quattro incontri con altrettanti ricercatori di verità, esseri umani dai percorsi di vita molto diversi, ma uniti dalla stessa apertura al dialogo, da un'analoga sete di conoscenza. La conversazione è il cuore di questa raccolta, nella quale Franco Battiato con l'aiuto dei suoi interlocutori, affronta gli argomenti cardine della sua visione del mondo: ii rapporto con il divino, le applicazioni concrete delle pratiche mistiche, la reincarnazione, l'eccellenza nell'arte. È sorprendente allora notare come i quattro testi scelti per questo libro, brevi e bilanciati dal discreto interloquire del conduttore, si richiamino sottilmente l'uno con l'altro: dall'alchimia visionaria di Alejandro Jodorowsky, all'esperienza profonda del sufismo per un intellettuale come Gabriele Mandel, alla scoperta della tradizione vedica per il musicista Claudio Rocchi. Temi ricorrenti quali il valore del silenzio, l'attenzione per il corpo, l'affermazione di uno spazio interiore e il superamento della dualità assumono qui la forma di piccole ma luminose scintille di riflessione, che trovano nelle parole di Raimon Panikkar, grande costruttore di ponti tra le tradizioni religiose, la loro più vertiginosa definizione.