Scrive ai ragazzi della Cresima il cardinale Angelo Scola, e si rivolge a loro con parole calorose e l'invito a farsi "testimoni" del Risorto come Pietro. L'Arcivescovo prende spunto dal cammino dei "100 giorni cresimandi" proposto dalla diocesi, incentrato sulla figura del primo degli apostoli. "Anch'io scrive il cardinale - quando avevo la vostra età ne sono stato sempre colpito e l'ho sentito molto vicino a me". E come a Pietro, anche ai cresimandi e cresimati di oggi Gesù rivolge la stessa domanda, che Scola rilancia nella lettera: "Mi vuoi bene?" Una scelta importante sta davanti ai ragazzi: decidere di lasciarsi "educare ad agire, amare e pensare come il Maestro, fino ad avere il coraggio di dare la vita per lui." Un progetto, una prospettiva e insieme anche una provocazione, che l'Arcivescovo affida ai suoi giovani amici indicando loro anche il frutto promesso: la scoperta di "un'amicizia che non esclude nessuno" e "che mette in conto di restituire il preziosissimo regalo del perdono". Realizzata con una veste grafica particolarmente curata e gradevole la lettera "Tu mi vuoi bene?" rappresenta un ben regalo e un ricordo prezioso di questo momento importante della vita.
sLasciamoci educare per accogliere i sentimenti e il pensiero di Gesù! Questa è la sfida che l'Arcivescovo ha lanciato a tutta la diocesi in quest'anno pastorale.Anche i ragazzi che si preparano alla Cresima vogliono accoglierla e il cammino dei 100 giorni è una concreta provocazione in questo senso. L'itinerario è ritmato dall'ascolto della Parola di Dio e si apre ad attività diverse (animazioni, laboratori, testimonianze, incontri, celebrazioni liturgiche) che aiutano i ragazzi a percepire che l'incontro con Gesù, nella comunità cristiana, tocca tutta la loro vita e la loro esperienza.
"Ricevi lo Spirito Santo che ti è dato in dono" è il titolo della lettera che l'Arcivescovo invia ai ragazzi della Cresima. Il Cardinale si rivolge ai cresimandi in tono confidenziale spiegando loro tre parole: ricevere, dono e Spirito Santo. Il verbo "ricevere", scrive Scola, "è importante perché fa capire la vita", non lascia "passivi e fermi", ma mette in "movimento". Il dono, continua, "è qualcosa o qualcuno che non ti dai tu e, se ci pensi bene, neanche ti meriti", forse anche per questo "ti spiazza e ti oltrepassa". E conclude: "Noi uomini siamo strani: capiamo di più il valore di un dono quando rischiamo di perderlo". Infine lo Spirito Santo: "Il dono che riceverete il giorno della Cresima è il più grande e importante di tutti, quello che garantisce tutti gli altri, quello che nessuno vi potrà togliere più". La lettera si conclude con una breve preghiera, antica ma attualissima, con cui invocare lo Spirito Santo.
È una lettera intensa e sentita, quella che il cardinale Angelo Scola ha scritto per i ragazzi che si apprestano a ricevere la Cresima. "Vi darà il Consolatore", questo il titolo, propone un testo non banale, che vorrebbe un adulto accanto ai giovani per leggerlo e commentarlo insieme, perché se è vero che i ragazzi stanno per concludere il cammino dell'iniziazione cristiana, è anche vero che soprattutto da adesso occorre la cura della comunità dei più adulti. Dopo la Cresima, infatti, cresce il rischio che i ragazzi si allontanino da pratiche e ambienti quali Messa e Oratorio, perdendo così il senso della "amicizia cristiana". È quindi necessario preservare quei luoghi e quei momenti capaci di dare tutte le risposte alle domande più sentite dai ragazzi, soprattutto a quel "Mi vuoi bene?", l'interrogativo che Gesù rivolge a Pietro, ma anche la domanda che chiunque si pone di fronte agli altri..
Come ogni anno, il cardinale Angelo Scola rivolge il suo messaggio ai ragazzi della Cresima dedicando loro una letterina. "Decidere in prima persona", questo il titolo dell'edizione 2013, si presenta con una grafica elegante in un agile cartoncino colorato. Le parole dell'Arcivescovo fanno emergere il senso del sacramento della Confermazione che "prima di tutto" è un dono. Scritta con un linguaggio semplice, discorsivo e di immediata comprensione, la lettera dell'Arcivescovo si legge di un fiato e rappresenta l'"essenziale" del messaggio che i catechisti e le catechiste sono chiamati a trasmettere. Per questo può essere consegnata ai giovani all'interno del percorso di animazione dei "100 giorni Cresimandi", con l'intenzione di leggerla quando ci si ritrova insieme, suggerendo a ciascuno di riprenderla a casa, meditandoci su, magari insieme ai propri genitori, per capire tutto ciò che serve sapere prima di ricevere la Cresima. La consegna della lettera è legata anche all'invito a partecipare all'incontro diocesano allo stadio di San Siro di sabato 1 giugno 2013: in quella occasione il dialogo con l'Arcivescovo sarà più evidente, ma certamente sarà già iniziato, grazie al messaggio speciale che viene dalle parole della lettera ai ragazzi della Cresima di quest'anno.
Due sono le decisioni attorno alle quali ruota il discorso sulla Confermazione: da un lato la scelta di Gesù di rimanere con noi attraverso il dono del suo Spirito e dall’altro la scelta di chi crede in lui di diventare suo “testimone”, cioè di «fare da ponte tra Gesù... e tutti quelli che Lui ci mette vicino». Grazie alla libertà, dono di Dio, queste decisioni non stanno in piedi da sole: l’una ha bisogno dell’altra, come se fossero la stessa scelta, la stessa «scelta decisiva».
La scelta decisiva è appunto il titolo della prima lettera ai ragazzi della Cresima della Diocesi ambrosiana scritta dal cardinale Angelo Scola. Scritta di suo pugno, a mano, è stata poi trascritta in una grafica che riprende la dimensione di una busta da lettere in cui si trova un dono prezioso e personale: il messaggio inviato dall’Arcivescovo di Milano a ciascun cresimando, nella speranza di incontrarlo poi, insieme ai genitori, ai padrini e madrine e ai catechisti, a San Siro il 2 giugno prossimo.
La lettera dell’Arcivescovo illustra in breve, in modo chiaro e diretto, ai ragazzi quale sia il significato del Sacramento della Confermazione. «La Confermazione, come tutti i sacramenti, è un incontro con Gesù - scrive -. È Lui, per primo, a confermare la sua amicizia con noi. Il Signore ti dice: “Mi impegno con te” e aspetta la tua conferma». Anche qui viene ribadito il doppio passaggio della Confermazione, cioè la conferma reciproca di un’amicizia, che impegna e responsabilizza sempre.
Dalla lettura de La scelta decisiva può partire un percorso di accompagnamento rivolto ai cresimandi, perché, grazie all’accoglienza del dono dello Spirito del Risorto, possano desiderare di vivere «da grandi» o «per dirlo con il vostro linguaggio - continua l’Arcivescovo - ... “alla grande”». E che cosa significa allora per i catechisti suscitare questo desiderio? Fare in modo che possa essere sempre alimentato e portare frutti. Agli educatori che propongono la lettura di questa breve lettera viene chiesto di aiutare i ragazzi a leggere «con verità» la loro vita, troppo spesso «intossicata» da ciò che non è amore e, soprattutto, di farsi testimoni, dimostrando che uno stile di vita che sia quotidianamente «risposta» a un amore ricevuto è davvero possibile!
Il buon samaritano è il brano evangelico scelto dal cardinale Tettamanzi per il suo dialogo, ormai tradizionale, con i ragazzi e le ragazze che si preparano a ricevere il sacramento della Confermazione. Quest'anno l'Arcivescovo sottolinea che i doni dello Spirito sono come dei 'colori' capaci di prendere forma su una tela: occorre imparare ad accostarli l'uno all'altro per far sì che la nostra vita acquisti un significato e abbia un senso e una direzione e, soprattutto, abbia uno stile che somiglia molto a quello del buon samaritano. Santi? Si può! L'arcivescovo evidenzia come diventare santi non sia un'avventura per pochi eroi ma un'opportunità per la vita di tutti ...anche per i ragazzi.
Carissime ragazze e carissimi ragazzi della Cresima,
forse vi stupirete un po’ nel ricevere una lettera dal vostro Arcivescovo. Voi di solito siete velocissimi nello scambiarvi molti sms, magari scrivete qualche mail, ma può essere che qualcuno ancora non abbia mai ricevuto una lettera personale. Perché mi è venuto in mente di scrivervene una?
Perché ricevere una lettera è bello e fa sempre piacere: vuol dire che qualcuno ha pensato a noi, che ha qualcosa da dirci, insomma… che ci vuole bene! E per me è proprio così, cari ragazzi: anche se non posso incontrarvi tutti, ogni giorno mi ricordo di voi, prego per voi e vi porto nel cuore. Immagino i vostri volti e le vostre giornate: la scuola, la famiglia, l’oratorio, lo sport, gli amici. Penso ai vostri desideri e alle vostre domande, alla bellezza e alla fatica di diventare grandi, di essere felici, di capire tante cose. Insomma… vi penso e vi voglio molto bene! E ho anche una cosa importante da dirvi. Perciò ho deciso di scrivervi.
Voglio essere sincero con voi: perché i sogni diventino realtà, non basta aspettare qualche anno o avere un po’ di pazienza. Sì, tutte le cose grandi e belle richiedono tempo per crescere, ma il tempo da solo non è sufficiente; e poi, spesso, l’attesa ci sembra vuota e troppo difficile da vivere… Servirebbe un amico capace di accompagnarci, di sostenerci, di consigliarci, di consolarci... Ma dove trovare un amico così?