Il volumetto di padre Burdese si può considerare innanzitutto come la risposta di chi ha creduto alle parole di Caterina e continua ad approfondire, con incalzante interesse e stupore, lo straordinario messaggio che la Madonna ha rivolto al mondo - e in modo speciale ai vincenziani - con la sua medaglia e l'invito a diffonderla. Una medaglia definita "il cristianesimo in miniatura".
Se "la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia" (SC 10), l'"accurata riforma generale della liturgia" (SC 21), voluta dal Concilio Vaticano II e attuata con immane sforzo, con la collaborazione di numerosi storici, biblisti, studiosi di liturgia, teologi e pastori di tutto il mondo, implica una riforma e un rinnovamento della Chiesa, della sua coscienza, della sua spiritualità, del suo modo di presentarsi al mondo e della sua prassi pastorale. Il volume, nei suoi cinque capitoli percorre il cammino, non privo di difficoltà e di resistenze, della riforma liturgica, per concludere che la liturgia come la Chiesa è semper reformanda.
Lo studio teologico-liturgico della Messa crismale mette in evidenza che il vero cuore di questa celebrazione è l’unzione di Cristo; da essa, attraverso i sacramenti, derivano le due unzioni che costruiscono il corpo della Chiesa, quali modi di partecipazione all’unico sacer- dozio di Cristo (cfr. LG, 10). Si può dire quindi che la cristologia definisce l’ecclesiologia: se- condo la prima Lettera di Pietro coloro che si avvicinano a Cristo e accettano l’offerta della salvezza vengono trasformati in pietre vive per l’edificazione di un edificio spirituale (cfr. 1Pt 2,5ss); tale edificio ha per scopo il sacer- dozio santo, cioè l’offerta di sacrifici graditi a Dio mediante Cristo. È la tematica soteriologi- ca del riportare il mondo al Padre, compito af- fidato a tutti i fedeli: essi costituiscono una co- munità sacerdotale, che realizza quanto pre- conizzato in Es 19,6: «Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa». Per questo i fedeli, in forza dei sacramenti dell’ini- ziazione cristiana sono costituiti sacerdoti, re, profeti e martiri.
L'Associazione Professori e Cultori di Liturgia Italiani, con la XXXVIII settimana di Studio, ha voluto addentrarsi nella questione omiletica. La pubblicazione degli Atti rappresenta un contributo alla promozione del dibattito e della ricerca intorno a tale questione, fornendo indicazioni per un possibile equilibrato e rigoroso approccio all'omelia quale servizio alla Parola in ambito liturgico.
Se i primi passi della recezione della riforma liturgica, non senza ingenuità e sba­vature, si sono mossi nella consapevolezza di una mutabilità del culto ecclesiale, ora sia­mo più avveduti, anche grazie agli ap­porti dell'antropologia culturale, circa la "ca­no­nicità" del rito che lo preserva da ma­no­mis­sioni estrose e ne permette il ricorso nel passaggio e nella comunione delle gene­ra­zioni. La sfida, alla quale dal fronte della rifles­sione teorica l'Istituto di Liturgia Pa­sto­rale non si è sottratto, è di celebrare e di pensare una liturgia consegnata e ricevuta e, al contempo, che sia ancora ricono­sci­bile, ovvero praticabile dagli uomini e dalle donne di oggi. Se il rito cristiano rimane co­sì, un ordine "predisposto" ma vivibile, potrà ancora attestare la precedenza del dono su ogni compito e dichiarare la perenne dispo­nibilità dell’Indisponibile.
Tra le più importanti espressioni della pietà popolare si trova la Via crucis mediante la quale i fedeli ripercorrono il tratto ultimo del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: dal Monte degli Ulivi fino al Monte Calvario. Attualmente, anche se la presenza delle stazioni della Via crucis nella maggioranza delle chiese è un dato di fatto, la questione di questa presenza (all'interno o all'esterno dell'aula celebrativa) non è materia da ritenersi conclusa e sulla quale si possa formulare una risposta definitiva. L'archi­tet­tura, la liturgia e i pii esercizi appartengono infatti all'uomo e con l'uomo si modificano nel tempo, anche se talvolta in modo poco apparente: mutano i costumi, le usanze, le esigenze spirituali, vengono riformati i riti, ecc. Di conseguenza, il posizionare o meno le stazioni della Via dolorosa, diviene spesso la parte più controversa nella costruzione o nell'adeguamento di una chiesa. È difficile trovare oggi una Via crucis perfettamente riuscita, cosa che deriva senza dubbio dalla natu­ra stessa di questa devozione, più spirituale che rituale, più individuale che collettiva, da farsi piuttosto all’esterno che all'interno di un edificio. Ragione di più per studiare a fondo la questione invece di accontentarsi di una soluzione qualunque. Le soluzioni dignitose dal punto di vista archi­tettonico, con il rispetto del primato liturgico, si possono trovare. Ci vuole senz'altro una buona e costruttiva collaborazione tra l'architetto, l'artista e il liturgista per la riuscita dell'insieme del progetto.
Il presente libro è proposto come stru­mento di formazione introduttiva alla vita consacrata, al fine di contribuire alla crescita della consapevolezza del dono della vita consacrata nella chiesa e nel mondo. Uno strumento a servizio delle persone chiamate a sostenere la rinascita della società e della comunità eccle­siale con la sequela Christi nel­l’ar­monia sinfonica della preghiera e del servizio. Lo scopo è quello di contri­buire alla crescita della consapevolez­za del dono della vita consacrata nel­la chiesa e nel mondo.
Il libro degli Atti, frutto del XIII Convegno Liturgico per Seminaristi, intende rileggere l'identità e la missione del presbitero, attraverso lo studio e la riflessione intorno al rito e alla preghiera di ordinazione.
Atti della XXXIII Settimana di Studio dell'Associazione Professori di Liturgia, Camposampiero (Padova), 28 agosto - 2 settembre 2005.
"Non vedo come possiamo dire di riconoscere la validità del Concilio – anche se mi stupisce che un cattolico possa affermare di non farlo – e non accettare la riforma liturgica nata dalla Sacrosanctum Concilium. La non accettazione della riforma, così come una sua comprensione superficiale, ci distrae dal compito di trovare le risposte alla domanda che torno a ripetere: come possiamo crescere nella capacità di vivere pienamente l'azione liturgica?" (Papa Francesco, Desiderio desideravi, n. 31).
Je ne vois pas comment on peut dire que l'on reconnaît la validité du Concile - bien que je m'étonne qu'un catholique puisse prétendre ne pas le faire - et ne pas accepter la réforme liturgique née de Sacrosanctum Concilium. La non-acceptation de la réforme, ainsi qu'une compréhension superficielle de celle-ci, nous détournent de la tâche de trouver les réponses à la question que je reviens à répéter : comment pouvons-nous grandir dans la capacité de vivre pleinement l'action liturgique?(Papa Francesco, Desiderio desideravi, n. 31)
La vocazione della Figlia della Carità, e di ogni cristiano, prima di essere un servizio al povero, è un adorare l'Amore di Dio, è un vivere già ora "l'estasi della carità".