Se "la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia" (SC 10), l'"accurata riforma generale della liturgia" (SC 21), voluta dal Concilio Vaticano II e attuata con immane sforzo, con la collaborazione di numerosi storici, biblisti, studiosi di liturgia, teologi e pastori di tutto il mondo, implica una riforma e un rinnovamento della Chiesa, della sua coscienza, della sua spiritualità, del suo modo di presentarsi al mondo e della sua prassi pastorale. Il volume, nei suoi cinque capitoli percorre il cammino, non privo di difficoltà e di resistenze, della riforma liturgica, per concludere che la liturgia come la Chiesa è semper reformanda.
Il Salterio, libro della preghiera del popolo di Dio nell’Antico Testamento, attraverso Cristo che con esso ha pregato e alla luce dei salmi ha interpretato la propria vicenda terrena, è divenuto il libro privilegiato dei canti e della preghiera della Chiesa, che sin dai primi secoli ne ha fatto largo uso nella predicazione, nella celebrazione dell’eucaristia, nella preghiera oraria, nei riti sacramentali e nelle processioni. Essi esprimono come nessun altro libro la gioia, il dolore, l’azione di grazie, lo stupore per l’opera di Dio nella creazione, nella storia della salvezza, il lamento, il pentimento dei peccati, gli interrogativi profondi dell’uomo, la riflessione sulla vita e sulla storia, la fiducia, la speranza, dinanzi a Dio nel suo agire storico. La preferenza della Chiesa per i salmi è dovuta principalmente al fatto che, come hanno spiegato i Padri nei loro commentari, in essi la Chiesa riconosce la sintesi orante di tutta la Scrittura e la voce di Cristo, capo e corpo al Padre nonché la propria voce a Cristo, suo sposo. Il volume approfondisce l’uso che del Salterio fa oggi la liturgia, l’ottica con cui lo legge, le problematiche che tale uso pone, nell’intento di offrire suggerimenti per un suo migliore impiego.
La santa Chiesa celebra, con sacro ricordo, in giorni determinati, nel corso dell’anno, l’opera di salvezza di Cristo. Ogni settimana, nel giorno a cui ha dato il nome di domenica, fa la memoria della risurrezione del Signore, che ogni anno, insieme alla sua beata passione, celebra a Pasqua, la più grande delle solennità. Nel corso dell’anno, poi, distribuisce tutto il mistero di Cristo e commemora il giorno natalizio dei Santi. La Chiesa, infine, nei vari tempi dell’anno, secondo una tradizionale disciplina, completa la formazione dei fedeli per mezzo di pie pratiche, spirituali e corporali, per mezzo dell’istruzione, della preghiera, delle opere di penitenza e di misericordia. (Ordinamento Generale dell’anno liturgico, 1).
La liturgia fondamentale, i diversi sacramenti, l’anno liturgico, la liturgia delle ore, i sacramentali e le benedizioni.
La liturgia è celebrazione del mistero pasquale di Cristo, vertice di tutta la storia progettata da Dio dall’eternità, preparata nell’Antico Testamento, compiuta da Cristo attraverso la sua morte e risurrezione per donare agli uomini la salvezza. E’ memoriale del mistero pasquale: lo evoca e lo rende presente, costituita da azioni simboliche rituali comunitarie. In essa la Chiesa radunata in assemblea è associata a Cristo, ma la celebrazione nello stesso tempo manifesta ed edifica la Chiesa come corpo di Cristo e popolo di Dio. I saggi raccolti in questo volume percorrono in maniera esemplificativa l’intero arco della liturgia: la liturgia fondamentale, i diversi sacramenti, l’anno liturgico, la liturgia delle ore, i sacramentali e le benedizioni
Il presente volume non ha l'ambizione di elaborare una nuova definizione del sacramento della Penitenza-Riconciliazione, ma di studiarne la storia e la fisionomia nella prospettiva terapeutica, che non pretende di essere esaustiva, ma ne arricchisce sicuramente la comprensione e ne facilita la prassi.
"Il tema che è stato prima di tutto affrontato, e che in un certo senso nella chiesa è preminente, tanto per sua natura, che per dignità - vogliamo dire la sacra liturgia – è arrivato a felice conclusione e viene oggi da Noi con solenne rito promulgato. Per questo motivo il nostro animo esulta di sincera gioia. In questo fatto ravvisiamo infatti che è stato rispettato il giusto ordine dei valori e dei doveri: in questo modo abbiamo riconosciuto che il posto d'onore va riservato a Dio",
Con queste parole entusiaste, il 4 dicembre 1963 papa Paolo VI salutava la promulgazione della Costituzione sulla sacra liturgia "Sacrosanctum Concilium", primo fra i documenti emersi dal Concilio Vaticano II.
A cinquant'anni da quello storico evento, la Facoltà Teologica di Sicilia ha tentato di raccogliere la preziosa eredità, declinando, nella polifonia dei contributi qui raccolti, gli accenti, le sfide e le provocazioni che quel testo ancora oggi offre alla vita, al pensiero e alla preghiera della Chiesa.
«L'unzione dello Spirito Santo configura il presbitero a Cristo sacerdote e lo rende capace di agire nel nome di Cristo Capo. Essendo cooperatore dell'ordine episcopale, egli è consacrato per predicare il vangelo, per celebrare il culto divino, soprattutto l'Eucaristia da cui trae forza il suo ministero, e per essere il pastore dei fedeli.
Pur essendo ordinato per una missione universale, egli la esercita in una Chiesa particolare, in fraternità sacramentale con gli altri presbiteri, che formano il "presbiterio" e che, in comunione con il vescovo e in dipendenza da lui, portano la responsabilità della Chiesa particolare»
Nella società occidentale oggi si assiste ad un fenomeno apparentemente contraddittorio: da una parte vi è lo sforzo patetico di rimuovere la morte e i segni del lutto, dall'altra parte la spettacolarizzazione della morte. Ambedue i comportamenti appaiono tentativi maldestri di addomesticare la paura della morte. I riti con cui da sempre in ogni cultura e religione la morte viene circondata hanno lo scopo di aiutare l'uomo ad affrontare l'angoscia per la scomparsa di una persona cara o il pensiero della propria morte dandole un senso. Nel rito cristiano delle esequie la morte è compimento della partecipazione alla morte di Cristo iniziata nel Battesimo e contiene la promessa della risurrezione e della vita nuova che la fede fa sperare. La nuova edizione del rito delle esequie, mentre risponde al bisogno di prossimità solidale e alla domanda di senso delle persone colpite dal lutto, offre modalità celebrative per le diverse situazioni, compresa quella inedita della cremazione. Il volume presenta diversi contributi che affrontano il tema dal punto di vista antropologico, teologico, biblico, ecumenico, liturgico e pastorale, nell'intento di aiutare il credente, e anche il non credente, ad affrontare nella speranza l'ora del distacco e a riscoprire il senso cristiano del vivere e del morire
Il rito del matrimonio non è una realtà statica e predefinita, collocata sopra la storia delle persone e la loro vicenda affettiva. Rappresenta piuttosto la grammatica indispensabile per comprendere la singolare e irripetibile vicenda d'amore che caratterizza il cammino di ciascuna coppia nella prospettiva dell'amore di Dio. Ed è proprio Dio ad avere pensato e voluto per ciascuna coppia una peculiare attuazione di quel mistero grande' di cui i primi interpreti sono il Cristo sposo e la Chiesa sposa. Nulla di ciò che è autenticamente umano nell'esperienza affettiva resta escluso dal cammino sacramentale, di cui il rito è il culmine. I sentimenti nelle più diverse forme e modulazioni, i desideri e le attese nella loro multiforme espressione, l'integralità del dono (a partire dalla sessualità come compimento dell'unione e della fecondità dell'amore), la valenza spirituale che accompagna ogni autentico dialogo d'amore di chi accoglie il progetto di Dio sulla propria vita: tutto trova posto e senso pieno nella ricchezza della celebrazione liturgica, che diviene così punto di arrivo del fidanzamento, ma anche punto di partenza per una vita familiare ricca di grazia e orientata alla santità(CEI, Celebrare il mistero grande " dell'amore, 4).