L'incontro tra il buddhismo zen e l'Occidente, la missione del primo patriarca zen giunto in Europa, la pratica vivente della meditazione nella testimonianza del primo successore del m. Deshimaru alla guida della scuola Soto zen in occidente.
In questa originale opera il concetto di ideologia tripartita, postulata da Georges Dumézil, viene applicato ai miti dell'Asia Orientale, basandosi principalmente sulle ricerche svolte dal professor Yoshida Atsuhik, che iniziò i suoi studi in Francia proprio sotto la guida di Dumézil. Avvalendosi del metodo comparativo, viene portato alla luce l'inequivocabile carattere trifunzionale delle tradizioni mitiche dello shinto giapponese primitivo e di altri popoli altaici. Si disveleranno così corrispondenze sorprendentemente numerose e puntuali, testimonianza di profonde influenze del mondo indoeuropeo sull'Asia orientale risalenti a ben prima dell'introduzione del buddhismo, che gettano una nuova luce sui rapporti intercorrenti in epoche remote tra i vari popoli dell'Eurasia.
Nell'attuale storia europea e mondiale il tema di questo volume è un nodo assolutamente cruciale.
Importanti appartenenti al mondo della cultura e della politica si interrogano sul complesso e delicato rapporto tra identità e libertà religiosa tra individuo e diritto in una dimensione europea.
L'intento dei contributi di questo libro, sollecitato dalla serie inarrestabile di eventi che attraversano e segnano l'attualità europea e mondiale, vuole essere una "provocazione" culturale e politica che cerca di animare in modo concreto e vero una delle grandi riflessioni moderne e contemporanee, ovvero il ruolo dello Stato e/o dell'Unione Europea nell'utilizzo della religione come salvaguardia delle regole etiche della società, e conseguentemente l'inclinabile problema di autonomia delle Istituzioni a difesa della libertà religiosa.
In ogni tempo e cultura la tentazione “settaria”, rappresentata dall’aspirazione a distinguersi dalla folla indistinta, sia civile che religiosa, attraverso la creazione di una nuova entità sociale rassicurante e motivante, al punto da immergervi gradualmente la propria identità più profonda, ha costituito una cifra comune e ricorrente. In particolare l‘'epoca moderna, caratterizzata da una società sempre più frammentata e da una religiosità frantumata, per la caduta delle ideologie forti di riferimento e per la crisi delle istituzioni religiose tradizionali, rappresenta un terreno particolarmente fertile per proposte culturali e spirituali alternative in generale. Questo libro intende offrire un quadro organico e documentato, a livello multidisciplinare, non solo del complesso e variegato mondo dei gruppi settari in generale e dei movimenti religiosi alternativi in particolare, ma in primo luogo delle motivazioni che spingono l’uomo contemporaneo ad aderire a proposte “religiose” talvolta bizzarre e spesso pericolose.
L’esplosione della “nuova religiosità” e di forme molteplici di sètte e movimenti neospiritualisti è da tempo al centro dell’indagine di teologi, psicologi, storici delle religioni. Il limite di larga parte di questa diffusa trattatistica è che essa si pone dall’esterno del problema, limitandosi ad una sua valutazione ed interpretazione a distanza.
Questo saggio di interpretazione teologica del fenomeno della “Patologia del Sacro”, sulla base di una vasta erudizione filosofica e di una forte competenza teologica, nasce al contrario dall’interno di una pluridecennale esperienza di incontro, colloquio e discussione con il mondo del neospiritualismo.
Le ragioni della tradizione cristiana cattolica vengono quindi confrontate ed esaltate da un confronto dall’interno con l’ideologia dei maggiori movimenti parareligiosi contemporanei, alla ricerca di una miglior risposta alla domanda di Sacro che, inesausta, assume talvolta forme patologiche.