Nella teologia del giudeo-cristianesimo, il latte e il miele erano il simbolo della parola di Dio. In alcune comunità cristiane, durante la celebrazione eucaristica, oltre al calice del vino veniva offerta anche una coppa di latte caldo misto al miele, per “gustare quanto è buono il Signore”. Le Odi di Salomone, prima raccolta sistematica di canti eucaristici e battesimali, citano il latte e il miele sapendo che chi partecipava alla Liturgia ne conoscesse il significato. La dolcezza di questa misura rimandava innanzitutto all’amore di Dio, manifestato nel Cristo morto e risorto, e a quello tra i fratelli. È dal 1914, anno in cui Leone Tondelli pubblicava un commento alle Odi, che in Italia, a parte qualche piccolo, benché significativo contributo, non veniva presentato un nuovo commento. Documento di straordinaria importanza, le Odi di Salomone possono ancora oggi insegnarci a nutrire un particolare affetto nei riguardi degli attuali canti liturgici e, per le tematiche affrontate, riconsiderare la vita cristiana come un matrimonio mistico, spirituale, tra Gesù, sposo della Chiesa, della comunità nella quale si vive la fede, e, come conseguenza, sposo di ogni singolo battezzato.
La figura di Abramo cosl come emerge dalla Scrittura e dal Midrash, la cui ricca fantasia scopre bene le caratteristiche di questo padre nella fede, modello di credente per il quale nulla h impossibile a Dio. Anni fa, leggendo midrashim, mi sono imbattuto in questa frase: Trattandosi di Abramo, non si pur mai dire". Il re Nimrod chiuse Abramo in prigione. Per un anno intero lo tenne prigioniero, senza acqua e senza pane. Passato un anno, mandr il capo delle sue guardie a prendere il prigioniero; questi gli rispose che, dopo un anno, in tali condizioni, il prigioniero non poteva essere vivo. Ma il re gli rispose: "Trattandosi di Abramo, non si pur mai dire". Piy tardi compresi la risposta del re. Abramo credeva che "nulla h impossibile a Dio. La fede di Abramo rende la sua vita piena di avvenimenti illogici, impossibili all'uomo abbandonato alle sue forze, ma che rispondono alla logica e alle possibilit` di Dio... "
L’amore di Dio per il suo popolo è orchestrato nel Nuovo Testamento. La verità è sinfonica. Gesù è presentato come lo sposo e nelle parabole il Regno di Dio viene paragonato a un Re che prepara le nozze per suo figlio. Ai cristiani di Corinto Paolo ricorda che li ha fidanzati per presentarli a Cristo come una sposa casta. L’autore della Lettera agli Efesini paragona l’unione della Chiesa e di Cristo a quella del marito con la moglie. Per la prima volta in un contesto biblico si osa paragonare esplicitamente l’unione mistica tra Dio e l’uomo all’unione sessuale. È il mistero sponsale dell’Alleanza. La donna è dunque nella rivelazione biblica il segno della Chiesa-Sposa; essa rappresenta il popolo di Dio nel suo rapporto sponsale con Dio e Cristo. Dal punto di vista teologico, questo legame di alleanza costituisce, da una parte, il fondamento ultimo del sacerdozio maschile, ma dall’altra anche il fondamento della vera missione della donna nella Chiesa.
La collana “Maria, agnella senza macchia” è un valido sussidio per celebrazioni comunitarie sui temi della Beata Vergine Maria.
In ogni fascicolo abbondano testi biblici, commenti patristici e documenti del Magistero (Catechismo della Chiesa Cattolica, Concilio Vaticano II, Catechesi ed Encicliche di Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Papa Francesco).
1. MARIA, MADRE DELLA CHIESA
2. MARIA, NUOVA EVA
3. MARIA, VERGINE FEDELE
4. MARIA, SPOSA DELLO SPIRITO SANTO
5. MARIA, MODELLO DEL CRISTIANO E IMMAGINE DELLA CHIESA
6. MARIA, ASCOLTATRICE DI DIO
7. MARIA, MADRE DEL SERVO SOFFERENTE
8. MARIA, MARTIRE
9. MARIA, AGNELLA DI DIO. IMMACOLATA CONCEZIONE
10. MARIA, TRONO-SEDE DELLA SAPIENZA
11. MARIA, ARCA DELL’ALLEANZA
12. MARIA, TRONO DELLA MISERICORDIA
13. MARIA, MADRE NOSTRA
14. MARIA, UMILE E GLORIOSA REGINA DELL’UNIVERSO
Cofanetto contenente 14 temi
L’amore di Dio per il suo popolo è orchestrato nel Nuovo Testamento. La verità è sinfonica. Gesù è presentato come lo sposo e nelle parabole il Regno di Dio viene paragonato a un Re che prepara le nozze per suo figlio. Ai cristiani di Corinto Paolo ricorda che li ha fidanzati per presentarli a Cristo come una sposa casta. L’autore della Lettera agli Efesini paragona l’unione della Chiesa e di Cristo a quella del marito con la moglie. Per la prima volta in un contesto biblico si osa paragonare esplicitamente l’unione mistica tra Dio e l’uomo all’unione sessuale. È il mistero sponsale dell’Alleanza. La donna è dunque nella rivelazione biblica il segno della Chiesa-Sposa; essa rappresenta il popolo di Dio nel suo rapporto sponsale con Dio e Cristo. Dal punto di vista teologico, questo legame di alleanza costituisce, da una parte, il fondamento ultimo del sacerdozio maschile, ma dall’altra anche il fondamento della vera missione della donna nella Chiesa.
Sto guardando fuori dal finestrino. I campanili della “bassa” si acquattano pigri dietro i pioppi, che sono convenuti attorno a loro, dando le spalle a chi passa. Sotto ciascuno di essi una chiesa che si può indovinare piena di penombra, un altare, una lampada rossa, un confessionale, un battistero, forse anche un prete. Ma se tutto questo è diventato muto per le case disseminate attorno e per la gente che le abita, se è diventato un linguaggio incomprensibile, è anche inutile trasformare in magie, che comunque devono funzionare, le cose che ci sono e gli atti che vi si compiono.
È la fede che conosce il linguaggio, degli altari, delle icone dei santi, dei battisteri, dei sacramenti… è la fede che lo decifra e se ne nutre. Se è venuta meno la fede, non c’è altro da fare che cominciare dal principio a rigenerare, attraverso un tempo di conversione, una cristianità che svolga di nuovo l’insostituibile prezioso compito di testimoniare a tutti che Dio ha provveduto una risposta alla morte e alla corruzione di cui tutti sono tributari.
L’AUORE
Tarcisio Zanni è nato a Cremona nel 1945 vive a Bologna. È autore di numerosi saggi di “teologia divulgativa” di indole catechetica per adulti e bambini:
A Betlemme; Assunti in cielo; Che cosa c’è di diverso questa notte?; Circondati da testimoni; Città, Chiesa e missione; Crocifisso per la sua debolezza; Figlio, come si credeva, di Giuseppe; Intervista a Francesco Cuppini; Lettera a una bambina battezzata a sua insaputa; Il libro del Matrimonio; Non conformatevi; Ogni genere di discernimento; Pensieri sul morire e su quel che segue; Il segreto di Karol; La Veglia; Venduto in Giuseppe; Verso il Natale in famiglia; Viaggio alla ricerca dell’Italia cattolica che non si trova più.
Il volume raccoglie, insieme ai Vangeli delle domeniche e delle solennità, il commento di poco più di un minuto curato per tre anni al Radiogiornale della Radio Vaticana: è un servizio semplice!
Spesso offre solo una provocazione a chi desidera un breve incontro con la bellezza e la ricchezza del Vangelo. Del Vangelo della domenica.
Nel commento si è sempre privilegiato l’aspetto kerigmatico – di buona notizia – del Vangelo, prima di tutto e sopra tutto, e sempre in relazione al contesto liturgico nel quale il Vangelo è proclamato.
Il libro ha quattro parti. La prima parte descrive la Chiamata universale alla santità. Tutti, senza eccezioni, compresi i peccatori, sono chiamati alla santità. Dio ha il potere di trasformare i peccatori in santi. Si possono anche vedere le fondamentali verità sulla santità, nascoste agli occhi dei dotti e dei potenti, ma rivelate da Dio ai piccoli. La seconda parte spiega come il Battesimo ci ha resi uno con Cristo. Attraverso il nostro Battesimo, Cristo ci ha uniti a lui, lui vivente in noi e noi in lui. Egli ci rende suoi templi viventi e membra del suo Corpo. In questa seconda parte vediamo come le Scritture proclamino il nostro essere “uno” con Cristo. Nella terza parte scopriamo le sette colonne della santità mediante le quali noi collaboriamo con Cristo nella costruzione di questa casa di santità in noi. Infine, nella quarta parte, abbiamo un barlume dell’opera d’arte realizzata da Dio: la trasformazione in Cristo. L’unione con Cristo cresce fino a che possiamo amare come egli ci ha amato e siamo trasformati in lui, così che non siamo più noi a vivere, ma Cristo vive in noi.
Zacharias MATTAM, sdb, è rettore del Collegio Diocesano Redemptoris Mater di Bangalore (India). Ha conseguito il baccalaureato presso il Pontifical Athenaeum, Poona; la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico ed il dottorato presso la Pontificia Università Salesiana di Roma. Autore di numerose pubblicazioni tradotte in varie lingue tra cui ricordiamo: Aprendo la Bibbia scrutate le Scritture perché parlano di me (2001); La voce dell’Amato. Commento esegetico, kerygmatico, teologico e spirituale del Vangelo secondo san Luca (2013); Siate santi, perché io sono santo. Le sette colonne della santità (2018).
… si tratta non già di costruire la Chiesa, quanto di ricostruire, a meno che non ci consideriamo in campo missionario, dove l’impianto, la plantatio della Chiesa deve cominciare dal primo annuncio del Vangelo. Ma noi, nei paesi di antica formazione cristiana, dobbiamo avere una attenta coscienza d’un fattore indispensabile nella questione della costituzione della Chiesa, ed è la tradizione, è il lavoro compiuto nei secoli da chi nell’edificazione della Chiesa, ci ha preceduti.
Noi siamo degli eredi, noi siamo dei continuatori d’un’opera precedente; noi dobbiamo avere il senso della storia, e formare in noi lo spirito di fedeltà, umile e fortunata per quanto i secoli passati ci hanno tramandato di vivo e di autentico nella formazione del corpo mistico di Cristo.
Dobbiamo guardarci dall’incoscienza dello spirito rivoluzionario proprio di tanta gente del nostro tempo, la quale tutto ignora o vuol ignorare del lavoro compiuto dalle precedenti generazioni, e crede di poter iniziare l’opera salvatrice dell’umanità ripudiando tutto quanto l’esperienza, convalidata da un magistero di coerenza e di autenticità, ci ha conservato, e ricominciando da zero l’impresa d’una nuova civiltà.
Per Israele, Isaia è il profeta della consolazione… Le omelie rabbiniche su Isaia, raccolte nella Pesikta rabbati, commentano i testi di Isaia con altri passi della Scrittura, poiché, unendo i due testi, da questi scaturiscono scintille di luce che illuminano e consolano coloro che ascoltano. Infatti, in tutti i testi biblici si può cercare la consolazione della Scrittura (Rm 15,5), come fa Paolo nella sua predicazione: offrire una parola di esortazione al popolo (At 13,15).
Questo è anche il mio desiderio. Queste pagine, sulla scia del libro di Isaia, sono un invito ad una lettura personale della Scrittura, poiché in essa lo Spirito Santo ha impresso il suo sigillo, rendendola eterna. Come dice Isaia: “Veramente il popolo è come l’erba. Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre” (40,8).
Il presente lavoro è parte integrante dei primi due pubblicati sotto il titolo “Culto cristiano, arte e architettura sacra in Occidente” della stessa casa editrice. Questo III volume tratta la liturgia sotto l’aspetto teologico. Tale aspetto, del tutto fondamentale nella Chiesa primitiva, quando vigeva la lex orandi, in epoche posteriori non è stato più considerato in modo sufficiente dai teologi di professione; restava, invece, ancora vivo nella coscienza implicita della cristianità, che, pur ignorando una lingua liturgica, divenuta ormai arcaica, tuttavia continuava a sentire l’essenzialità della celebrazione quale punto focale del proprio approccio umano con Dio.
Infatti, si è conservata per secoli la stessa liturgia eucaristica, più intuita che sentita o capita; ciò nonostante, il popolo di Dio non errava nel considerarla sempre come elemento essenziale della propria vita cristiana, anche quando la stessa comunione eucaristica era tanto diradata da diventare eccezionale. Ma il movimento del cervo assetato verso la sorgente d’acqua viva non si è mai arrestato: alle timide manifestazioni della pietà medievale, successivamente sconvolte dalla Riforma protestante e con urgenza represse dal Concilio di Trento, ha fatto seguito il Movimento liturgico ad opera di alcuni pionieri, tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, ufficializzato prima dall’enciclica Mediator Dei (1947) e infine realizzato nel Concilio Vaticano II (1962-65). Tuttavia, dobbiamo riconoscere che questa realizzazione non è ancora arrivata alla sua perfezione, allo stesso modo della Chiesa che di essa si nutre nel suo perpetuo pellegrinare verso la patria celeste, dove finalmente Gesù Cristo, sommo sacerdote dell’Onnipotente, porta tutto alla perfezione.
Molto saggiamente l’Autore, nel considerare il divenire liturgico dei tempi presenti, lascia aperta la porta del futuro della liturgia, includendolo in un “già” e “non ancora”.
(M. Arranz, Presentazione)
Un'opera di alto valore scientifico, l'Oriente e l'Occidente negli scritti di Matteo Ricci. L'Autore ha esaminato, criticamente, i punti piu' salienti dell'operato di p. Matteo Ricci S.J. Passando dalla complessa elaborazione dei calcoli geografici ai non facili rapporti intrattenuti con i funzionari governativi cinesi, dall'attivita' scientifica e missionaria, alla tesi piu' che valida della falsa attribuzione della Storia dell'Introduzione del Cristianesimo in Cina al Ricci. Un testo indirizzato non solo ad un ristretto numero di studiosi, esperti in materia, ma anche ad un pubblico piu' vasto che voglia conoscere approfonditamente, tanto il personaggio, quanto diversi aspetti della storia della Cina di fine '500.