In che modo la guerra in Ucraina avrà un impatto sui consumi, sulle abitudini e sullo stato di benessere dei cittadini dell'unione europea e del mondo? Il libro mostra al lettore i possibili scenari economici che si prospettano dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e a seguito di tutte le crisi (energetica, alimentare ecc.) che ne sono derivate. L'obiettivo del lavoro è raccontare come potrebbero cambiare le nostre economie e come questi cambiamenti potrebbero modificare le nostre abitudini, i nostri comportamenti d'acquisto e le nostre aspettative sul futuro.
Il volume, dal titolo volutamente provocatorio - Si può vivere senza scienza? - raccoglie i contributi più significativi elaborati nei lavori dell'area di ricerca Sefir e presentati in un convegno avente lo stesso titolo, con la partecipazione di varie decine di scienziati e ricercatori - italiani e internazionali - provenienti da campi disciplinari diversi quali le scienze naturali e umane, la filosofia e la teologia. A tali contributi sono stati aggiunti testi riguardanti alcune riflessioni tematiche frutto del dibattito instaurato nel convegno stesso. In un panorama culturale sempre più sensibile all'interdisciplinarità e alla relazione sinergica tra scienze naturali e teologia si offre al lettore questo testo nella convinzione di poter stimolare e arricchire la propria personale riflessione.
Perché la foto di un uovo su Instagram è arrivata a totalizzare cinquantacinque milioni di "like"? E perché le cavallette sembrano più buone se siamo costretti a pagare per mangiarle? Utilizzando gli strumenti delle scienze comportamentali l'autore ci guida alla scoperta dei meccanismi più sottili che influenzano la comunicazione pubblica, le nostre percezioni, le nostre credenze e, quindi, le nostre azioni. Conoscere questi meccanismi è il primo passo per imparare a riconoscere il senso dentro la storia, il messaggio dentro la notizia e, così, riuscire a farci un'idea più precisa di quanto ci dicono le parole e, magari, a scegliere in maniera più consapevole. Prefazione di Annamaria Testa.
Il prossimo decennio sarà cruciale per il nostro pianeta. Siamo di fronte a una sfida di sostenibilità che richiede un impegno da parte di tutti noi. A partire dalle nostre scelte quotidiane: la mobilità, il riciclo dei rifiuti, i consumi di energia, l'alimentazione, lo svago e lo sport. In ogni momento della nostra giornata contribuire a salvare l'ambiente. Questo libro ci spiegherà come.
Ogni persona, in Occidente, diventa immagine appena fuori dall'utero materno. I genitori o gli infermieri ci fotografano subito, al primo vagito. Ma il processo inizia già prima. Le moderne apparecchiature ecografiche sono in grado di mostrare i bambini ai loro genitori mentre ancora sono avvolti nella placenta. Lì comincia la nostra storia virtuale, la nostra immagine. Poi, la relazione con le immagini e le interfacce, i monitor, diventa come un fiume che ci travolge e ci trascina in un oceano di comunicazioni visive. Questo processo, però, non è neutrale. Nel tempo, le innumerevoli possibilità d'intervento sulle variabili luminose e di contrasto cromatico hanno costretto i produttori di apparecchi di registrazione e riproduzione d'immagini elettroniche a creare degli standard sui quali non c'è stato un vero dibattito. In pochi si pongono il problema di quanto essi influiscano sulla conoscenza e sul modo di percepire la realtà che ci circonda. Ma chi ha stabilito quello che gli occhi delle masse (nelle quali siamo tutti compresi) devono intendere come plausibilmente vicino al vero? Con quali criteri e, soprattutto, con quali conseguenze sulla cultura e sull'estetica in senso lato?
Il libro, partendo da alcune riflessioni di Chiara Lubich che illuminano specifici aspetti della nostra vita relativi al benessere psico-fisico e alla salute ambientale, disegna attraverso riflessioni ed esperienze uno stile di vita capace di costituire una risposta costruttiva e pacificatrice alle sfide del presente, quali le malattie, la vecchiaia, l'inquinamento del pianeta, fino alle pandemie che ci troviamo ancora una volta ad affrontare.
Come sarà la vita sociale quando la pandemia del Covid-19 sarà stata debellata? Ritorneremo alla vita "normale" di prima, in continuità con i miti moderni del benessere e del progresso, o dovremo adottare un altro modus vivendi? Il libro intende mostrare che la pandemia ci ha rivelato qualcosa che la modernità ha rimosso: la realtà delle relazioni sociali. È attraverso le relazioni che le epidemie di ogni genere si diffondono. Serve una nuova visione creativa e soprannaturale delle relazioni affinché siano portatrici di bene. Il libro spiega come e perché possiamo uscire dalle pandemie con una visione relazionale della vita umana e dell'organizzazione sociale.
Viene chiamato 'cigno nero' un evento altamente improbabile e dagli effetti molto rilevanti. È il grande nemico delle imprese e delle organizzazioni per i suoi effetti potenzialmente devastanti. Ma gli eventi totalmente inattesi e sorprendenti possono rappresentare anche la salvezza delle organizzazioni e delle comunità. Se, infatti, guardiamo bene dentro le dinamiche delle organizzazioni reali ci accorgiamo che il vero grande nemico, il cigno nero cattivo, è la tendenza, invincibile, alla creazione di routine gestionali rigide, costruite sull'osservazione del passato e che quindi impediscono la comprensione dell'arrivo delle grandi novità. La gestione che guida l'oggi guardando indietro fa conoscere solo ciò che si sapeva già. Il pericolo veramente grave delle organizzazioni non sta allora nell'esistenza dei cigni neri ma nella loro gestione, troppo spesso errata. L'errore più comune nasce dal timore dell'arrivo del cigno nero cattivo che rende ostili nei confronti di ogni cigno con un piumaggio leggermente diverso dal bianco. Se però blocchiamo tutti i colori difformi nel loro momento aurorale, forse preveniamo l'arrivo del cigno nero devastante, ma di certo impediamo alle novità vere e buone di arrivare, maturare e portare i loro frutti.
Papa Francesco ha parlato di terza guerra mondiale a pezzi. Le tensioni internazionali nel XXI secolo infatti aumentano, mentre i cambiamenti climatici affliggono l'intero pianeta e i movimenti migratori diventano globali. Cosa sta succedendo e perché? Il libro cerca di offrire al lettore una chiave di lettura per comprendere una realtà complessa e difficile come quella contemporanea, indicando alcuni elementi geopolitici che spesso sono alla base delle tensioni e che condizionano i rapporti internazionali. Questioni e temi spesso ignorati o taciuti, che però servono per orizzontarsi in un mondo sempre più interconnesso. Dalle contese per i confini terrestri e marittimi a quelle per le risorse alimentari ed energetiche, dall'accaparramento di vaste zone nell'Africa per le monocolture alle lotte per l'acqua, l'autore ci aiuta a capire cosa sta avvenendo e perché, offrendoci uno strumento utile per definire le dinamiche del XXI secolo.
I giovani sono scomodi, spesso irruenti, a volte irrispettosi. Vogliono l'impossibile, cercano di spingersi sempre un po' oltre il limite. Soprattutto, i giovani riescono a mettere in scacco il discorso degli adulti con l'autenticità e la spregiudicatezza tipiche della loro età. I giovani non si nascondono di fronte alle contraddizioni del mondo. E una comunità, se vuole sopravvivere, ha bisogno di loro, della loro tensione a innovare. Ciononostante, ogni comunità vive la spinta al cambiamento propria della gioventù come una minaccia. Tale contraddizione è l'oggetto di indagine di questo libro. L'autore ha raccolto le esperienze, le paure e le riflessioni di tante ragazze e tanti ragazzi che ha incontrato durante lezioni e seminari tenuti in giro per l'Italia e le ha raccontate e analizzate in queste pagine. Il risultato è il ritratto di una generazione che definisce se stessa, il proprio rapporto con la famiglia, la sessualità, la religione e la politica nella ricerca di un originale equilibrio tra vecchie categorie novecentesche e nuove tecnologie digitali. Perché l'adolescenza è, innanzitutto, accettazione della propria differenza, della propria singolarità, dell'autenticità che ci abita. Prefazione di Paolo Di Paolo.
La guerra civile in Colombia, ossia la guerra più lunga d'Occidente, s'è conclusa quasi in sordina il 24 novembre 2016. Il libro racconta l'ieri e l'oggi di quel martoriato Paese, in bilico tra conflitto e pace, attraverso le voci di tre sopravvissute. Tre donne - metafora di molte, molte altre - che la guerra non è riuscita a uccidere, nel corpo e nello spirito. È la forza vitale a unirle al di là delle vicende e delle barricate su cui la brutalità del conflitto le ha collocate. Quella forza che le fa camminare, ferite e sanguinanti, a passi piccoli ma ostinati, verso il domani.
A cento anni dalla frattura epocale della Grande Guerra (1914-1918), primo eccidio industriale di massa, l’umanità assiste ad una crescita costante delle spese in armamenti. L’instabilità mondiale, dalla scarsità delle risorse al fenomeno delle migrazioni, sposta le frontiere oltre i confini tradizionali degli stati alimentando la “terza guerra mondiale a pezzi” evocata da papa Francesco. Chi ricerca ancora la pace secondo giustizia non può ignorare il decisivo ruolo esercitato dalle industrie delle armi. Dal monito del presidente statunitense Eisenhower nel 1961 all’export italiano dei nostri giorni.