Il libro colloca Fratelli tutti nella scia della dichiarazione di Abu Dhabi. Smontare le ragioni del conflitto con il terrorismo e l'Islamic State, evitando la strumentalizzazione della religione a fini politico-militari, significa ripartire dal principio di distinzione o laicità e dal valore della libertà. Due dinamiche implicite nel concetto di fratellanza, che non possono articolarsi in un dialogo fruttuoso, in particolare nel variegato mondo islamico contemporaneo, se si rimane soltanto sul piano della discussione teorica e su quello dei principi. Servono testimoni, e il Papa e il Grande Imam lo sono.
La convivenza con i musulmani è diventata un tema centrale della vita interculturale e interreligiosa in Europa. Molti possono essere i modi per affacciarsi al complesso e variegato mondo islamico; quello che si propone in questo lavoro prende avvio da un istituto giuridico-religioso che meglio di altri sa esprimere l'essenza dell'Islam: il matrimonio islamico. Nella visione islamica tradizionale, le norme matrimoniali e sull'organizzazione della famiglia appartengono al nucleo più intimo e irrinunciabile del diritto basato sul Corano, rivelando lo stretto e intrecciato rapporto del diritto musulmano con la rivelazione coranica e la vita concreta del musulmano. Addentrandosi nell'analisi delle regole matrimoniali emerge la visione islamica della sessualità che assume contorni più definiti mano a mano che vengono affrontate le fondamentali questioni di etica sessuale. Spunti di comparazione con la disciplina matrimoniale del diritto canonico consentono di evidenziare le peculiarità del modello patrimoniale islamico e interrogarsi sulla sua più profonda natura: semplice contratto o istituzione sacra?
È ridicolo se non aberrante pensare a Dio come a Qualcuno che abbia nella Sua agenda l'obiettivo di "vincere". La Sua onnipotenza si ferma di fronte alla nostra libertà, chiamata semmai ad essere "convinta" o meglio "avvinta" in una genuina esperienza religiosa. L'interiorità di quest'ultima è palesemente secondaria o del tutto assente in quasi tutto ciò che si pretende di dire o di fare in Suo nome. Il fine non può che essere l'uomo, vale a dire un'umanità fatta di volti e di storie uniche e irripetibili al servizio della quale ogni occasione dovrebbe apparirci come una suprema grazia dataci non tanto per dimostrare che stiamo dalla parte giusta, ma da quale parte ci situiamo nell'eterno e irrisolvibile confronto fra bene e male, luce e tenebre, vita e morte.
Paura dell’Islam propone un’articolata riflessione sulla natura più profonda di quella religione in rapporto alle altre fedi monoteistiche e sulle strumentalizzazioni che le organizzazioni terroristiche cercano di farne. Il testo analizza da una parte la strategia con la quale l’odio per l’Occidente cerca di darsi una dignità ideologica, dall’altra i nostri pregiudizi che ci portano a vedere in ogni musulmano un potenziale terrorista, per approdare all’esigenza del dialogo interreligioso, culturale e politico.
Informazioni sull'autore
Roberto Rapaccini è stato funzionario del Ministero dell’Interno occupandosi prevalentemente di problematiche comunitarie. Dal 2000 al 2002 ha lavorato a Bruxelles presso la Commissione Europea come esperto nazionale distaccato per gli aspetti della cooperazione di polizia relativi alla lotta al terrorismo e al traffico illecito di armi e per le questioni inerenti alla sicurezza e all’ordine pubblico.