«All'origine delle cure palliative, che si sono sviluppate in Italia a partire dagli anni '80 del secolo scorso [...], sta la consapevolezza della necessità di una vera rivoluzione culturale in ambito sanitario. Il consistente prolungamento dell'età media di vita, con un forte incremento della popolazione anziana [...], ha notevolmente accresciuto il numero di malati terminali, spingendo all'assunzione di opposti (e scorretti) comportamenti, quello dell'accanimento terapeutico o quello dell'abbandono. Il superamento di questo grave e pericoloso dilemma va rintracciato nell'adesione a una tipologia di cura che non si propone di guarire sottoponendo il paziente a interventi invasivi e del tutto inutili [...] ma si rapporta in misura proporzionata alla sua situazione, prestando attenzione alla peculiarità e alla globalità del suo vissuto personale e ricuperando a tutti i livelli la dimensione relazionale, nonché sostenendo sul piano psicologico, morale e spirituale la sua persona. È evidente - e Mirabella lo mette bene in luce - che tutto ciò suppone [...] un concetto di salute non riducibile alla semplice terapia fisica e la restituzione di significato alla sofferenza e alla morte, facendole uscire dallo stato di rimozione ed evitando di assumere nei loro confronti comportamenti ispirati o a una accettazione passiva o alla presunzione di poterle radicalmente sconfiggere» (dalla Prefazione di Giannino Piana).
Tutto l'agire morale del cristiano, nel suo fondamentale rapporto con Dio, vive della relazione fra il dono di grazia e la libera risposta, animata dall'amore. L'impegno di amare Dio, e di celebrare il culto cristiano, nasce dal dono di essere in Cristo, che dona la vita di fede, speranza e carità, le sole cose che rimangono. Questo libro vuole illuminare e accompagnare uno sguardo di stupore e responsabilità sul vissuto teologale del cristiano. La vocazione in Cristo si manifesta in una vita teologale animata dalla grazia dell'amore e dall'impegno della carità, un dialogo reso possibile dalla preghiera e dai sacramenti della fede. La riflessione si presenta come teologia ed etica della vita in Cristo, che il cristiano vive e celebra nella sua bellezza creaturale e filiale.
Le questioni prese in esame in questo testo - identità, alterità, riconoscimento, relazione - sono state affrontate, soprattutto nel corso del Novecento, da molti punti di vista, ma pongono interrogativi anche circa la realtà del Divino, la sua identità, il Suo Rapporto con una realtà altra, diversa, distinta da quella Divina. La filosofia offre nuovi registri per una rimodulazione della riflessione sul tema strettamente teologico-trinitario e in particolare della dinamica dei rapporti fra le Tre Persone e la ricchezza della vita intima dell'Unitrino: quanto di questa ci è stato rivelato e trasmesso dalla Tradizione Vivente riceve nuova luce, certamente più adeguata all'incontro e al confronto con i nuovi contesti culturali della contemporaneità.
Il testo individua nella categoria di "Nuova creazione" uno snodo fondamentale del pensiero di Romano Guardini, rilevante (se non imprescindibile) soprattutto per cogliere la tessitura profonda che regge e unifica la sua cristologia, ma utile anche per meglio apprezzare il possibile contributo di questo "padre della Chiesa contemporanea" ad alcune sfide attuali della teologia. «Il merito di questo ampio, meditato e profondo lavoro è l'inserirsi in un filone di rinnovata attenzione "teologica" a Guardini dopo molto ostracismo. Una davvero apprezzabile ricostruzione, che ci introduce sapientemente nell'immenso "cantiere cristologico" di Romano Guardini. Un pensatore innamorato di Cristo al punto da farne l'architrave di tutto il suo pensiero oltre che, ovviamente, il riferimento esistenziale di un'intera esistenza.» (dalla Prefazione di Silvano Zucal)
Il libro contiene gli Acta del Simposio Internazionale e della Mostra al Consiglio d’Europa dei 46 paesi, a Strasburgo, dedicati a Friedrich Josef Haass, cattolico, laico (nato a BadMünstereifel nel 1780, Land Rhein- Westfalen, con solida formazione umanistica). Sceglie di restare in Russia dove era stato invitato come medico della principessa Repnina. La sua capacità di aiutare i più poveri, i prigionieri, gli esiliati in Siberia è cresciuta con la nomina a membro del Comitato di Tutela delle prigioni di Mosca. Lo chiamano al modo russo più familiare Fëdor Petrovic Gaaz. La sua fama è viva presso cattolici e ortodossi: una leggenda metropolitana. La sua spiritualità e carità passa le frontiere dell’Occidente e dell’Oriente, le frontiere culturali e confessionali, interreligiose, raggiunge i non credenti, come medico degli ultimi. Muore nel 1853. Scrittori come Dostoevskij lo hanno apprezzato. Dal 28 settembre al 4 ottobre 2008, con un Simposio presso l’ENA e una Mostra nel Foyer desMinistres del Conseil d’Europe, abbiamo ricordato la luminosa figura di Friedrich Josef Haass con eminenti personalità del mondo accademico germanico, russo e italiano, addetti al mondo carcerario, uomini e donne di buona volontà.
Il volume vuole essere un'introduzione sintetica alla ricchezza e complessità della tradizione artistica ebraica, seguendo un percorso storico-tematico: un viaggio alla scoperta di grandi artisti appartenenti a epoche e culture diverse - tra i quali Maurycy Gottlieb, Marc Chagall, Mark Rothko, Sigalit Landau, Siona Benjamin, Tobia Ravà. Un rilievo speciale è riservato alle grandi potenzialità dell'arte ebraica in funzione del Tikkun Olam, ossia della "riparazione del mondo" intesa come ripristino della giustizia e dell'amore tra gli uomini di ogni cultura e religione.
La teologia degli stati di vita non è un tema periferico della scienza teologica. Essa è fondamentale per comprendere l'essenza della Chiesa, le sue strutture dinamiche e il suo sviluppo futuro. Molte delle questioni che agitano l'ecclesiologia, la sacramentaria e la teologia spirituale contemporanee hanno un collegamento diretto con il tema degli stati di vita. Se vita laicale, vita consacrata e vita sacerdotale - prese singolarmente - sono state oggetto di una lunga tradizione di studi, nel panorama editoriale mancava ancora una riflessione che approfondisse la logica teologica che le distingue, ordina e gerarchizza. Da questo punto di vista, il presente libro cerca di compensare una dimensione poco esplorata e lacunosa della teologia contemporanea.
«La questione dell'importanza della fede e della rivelazione per la moralità, della specificità di un'etica cristiana, non ha avuto un ruolo importante nella storia e non ha causato polemiche come nel secolo scorso quando l'enciclica Humanae Vitae divenne un catalizzatore per una discussione sulla competenza del Magistero. Il contributo di Pietro Cognato riprende i tratti fondamentali del problema alla luce anche della presa di posizione di due autori che non sempre sono stati considerati in questa discussione, vale a dire Anselmo d'Aosta e Abelardo. Mentre quest'ultimo è meglio noto per la sua chiara etica degli atteggiamenti (gesinnungsethische Position), Anselmo è probabilmente un autore meno considerato tra i teologi morali. Il libro di Pietro Cognato, per alcuni aspetti, colma una lacuna e, per altri, può aiutare a chiarire e rendere il dibattito sull'autonomia più obiettivo e sereno» (dalla Prefazione di W. Wolbert).
Inginocchiarsi è un gesto molto importante che dice rispetto e onore, riconoscimento e obbedienza, fragilità e invocazione. Le ginocchia sono una parte del corpo che racconta molte dimensioni della vita: il potere e la vulnerabilità, la forza e la sottomissione. In ebraico ginocchio e benedizione hanno la stessa radice, quella che sta alla base di ogni nostra azione generativa di affidamento e di adorazione, di consapevolezza del mistero nel quale siamo immersi.
"Il profondo bisogno del magico spiega il successo di opere letterarie e cinematografiche come la saga di Harry Potter, che il giovane e promettente studioso di teologia Gianluca Bracalante ha voluto leggere e studiare con passione e competenza". (dalla Prefazione di Giuseppe Lorizio)"È un'originale, serio e affascinante tentativo di poter cogliere nel "fantasy" della saga di Harry Potter il "logos" dell'amore per il prossimo e della fede nel Dio che è Amore".(dalla Postfazione di Bruno Forte)
Erich Przywara fu gesuita, musicista e intellettuale. Nacque nel 1889 in una piccola città di nome Katowice, all'angolo dei tre imperi prussiano, russo e austro-ungarico. La complessità che ha marcato fin dagli albori la sua terra e il suo sangue è diventata presto il paradigma per il "permisero dell'analogia", una logica capace di raccogliere - senza annullarla - la varietà del mondo, e di legare - senza assorbirlo - il mistero di Dio e dell'uomo. In questo libro abbino raccolto la sfida di Pryzwara, cercando di onorarne la levatura teorica e lasciando aperte alcune provocazioni.
Il nostro essere immersi in un mondo sempre più tecnologicizzato porta a non chiederci più come funziona una certa tecnologia ma a darla per scontata, impedendoci di renderci conto dell’impatto che essa ha nella nostra vita. Ciò vale per tutti gli artefatti tecnologici e in particolare per gli algoritmi informatici: essi prendono sempre più decisioni: per l’uomo, sull’uomo e con ma a questo impatto non corrisponde una solida riflessione teologica anche se gli algoritmi cambiano la comprensione che [’uomo ha di se stesso e influenzano le scelte che egli compie.
Obiettivo di questo lavoro è quello di accogliere l’invito di Papa Francesco ai teologi e agli ingegneri informatici di «impegnarsi in uno sviluppo etico degli algoritmi, di farsi promotori di un nuovo campo dell’etica per il nostro tempo: I’"algor-etica’».
«Lo sforzo che appare nel lavoro presentato consente non solo di confrontarsi con la pluralità delle posizioni filosofiche in materia di soggettività morale degli algoritmi ma anche di intravedere una possibile mediazione per la teologia morale che consenta una valutazione specifica e una pista di riflessione propria per la disciplina» (dalla Prefazione di Paolo Benanti).
Alessandro Picchiarelli (Perugia 1983), sacerdote diocesano della Diocesi di Assisi — Nocera Umbra — Gualdo Tadino, ha studiato ingegneria informatica e delle telecomunicazioni(Universita degli studi di Perugia) e teologia (Istituto Teologico di Assisi e Pontificia Università Gregoriana, Roma). Svolge la sua attività di docente presso la scuola interdiocesana di Teologia di Foligno e ha tenuto un corso sull’etica della tecnologia presso I’ Istituto Teologico e di Scienze Religiose di Assisi. Collabora con I’Istituto Affari Internazionali di Roma. Vincitore del premio Vedovato 2021.