«Il libro propone una "cristologia della venuta di Cristo", in chiave trinitaria e storico-salvifica. Contemplando Cristo che viene nel mondo, l'autore predilige una cristologia espressiva, pneumatologica e filiale, che mette in risalto l'unità teandrica di Gesù di Nazaret, l'uomo nel quale, "quando venne la pienezza del tempo" (Gal 4,4), il Figlio è stato generato, il Verbo si è espresso, l'Immagine si è impressa, in una kenosi concepita come pienezza che si "effonde". Essa induce una soteriologia della partecipazione filiale alla vita intratrinitaria, alla quale viene ordinata la salvezza dal peccato, dove emerge la fecondità di un inclusivismo cristocentrico trinitario, radicato nella logica biblica dell'elezione e dell'alleanza delle libertà» (dalla Presentazione di L. F. Ladaria).
Invocare Dio col nome «Padre» non significa proiettare sul mistero assoluto la nostra esperienza della paternità. Si tratta piuttosto del nome con cui Dio si presenta a noi, dicendo di sé e stabilendo una relazione che inscrive nella storia una presenza che accompagna e sostiene. È questo funzionamento del nome divino ciò che emerge con forza dalla testimonianza biblica e culmina nella vicenda di Gesù, il Figlio amato che Dio Padre ha resuscitato per la potenza dello Spirito. Lo stesso Spirito che grida in noi «Abbà, Padre», attestando la nostra identità di figli. Ma il nome del Padre identifica anche una relazione che appartiene da sempre all'essere divino: Dio è Colui che genera il Figlio in un atto di comunicazione di sé totale ed eterno. La portata di questa rivelazione emerge dalla tradizione teologica della Chiesa e viene indagata in dialogo con le attuali istanze della cultura.
A partire dal volume conclusivo della celebre Trilogia di von Balthasar – l’unico interamente dedicato allo Spirito Santo – e da un’indagine sulla prima stagione della sua produzione teologica, il presente studio fa progressivamente emergere l’originale pneumatologia che attraversa l’intera opera del teologo svizzero. Nella corrispondenza tra la sua singolare identità personale e la sua incidenza decisiva nella forma peculiare della vita cristiana e del sapere della fede, il «Terzo» della Trinità risulta occupare un ruolo strategico nella stessa configurazione teorica e metodologica della teologia balthasariana.
Virgilio Sottana è presbitero della diocesi di Treviso. Dopo la licenza in teologia sistematica presso la Facoltà teologica di Milano, ha conseguito il dottorato in teologia e il diploma in studi interreligiosi presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Insegna teologia trinitaria e teologia delle religioni presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Treviso e Vittorio Veneto e l’ISSR “Giovanni Paolo I” per il Veneto orientale.
E' lecito parlare della Trinità mediante l'analogia della famiglia? L'autore cerca di rispondere alla domanda focalizzando l'ispirazione biblica di questa analogia e ricostruendone l'intricata vicenda storica: al diffuso utilizzo in oriente in età patristica segue, dopo la critica di Agostino, un lungo oblio nella teologia occidentale. Di fatto l'analogia familiare è assai ricorrente nel panorama teologico odierno. Il volume è frutto di una ricerca mirata a valutarne la legittimità e i limiti.
Persona nel linguaggio cristiano dice che autonomia e relazione sono inscindibili ed esprime così ciò che di più profondo hanno in comune Dio e la creatura umana. Nella «lingua speciale dei cristiani» persona è entrata per affermare che ciascuno dei Tre della Trinità è l'Assoluto nel suo essere relazione. Nell'incarnazione di uno dei Tre, Dio chiama ogni uomo a riconoscere e ad accogliere di essere «relatività verso il totalmente altro».
L'autore tenta di elaborare una "cristologia ipnotica" all'interno dell'orizzonte trinitario e nella fedeltà al dogma della due nature di Calcedonia. Lo scopo è quello di fondare la possibilità di un'esistenza integralmente umana (spirito-anima e corpo) del figlio di Dio, sviluppando una riflessione cristologia che cerchi di armonizzare la verità dogmatica della permanenza immutata delle due nature nella sola persona del Verbo e l'affermazione scritturista dell'auto-svuotamento del Figlio.
È possibile parlare del cristiano come sacramento? In caso affermativo, come e in che senso? Il presente studio prende le mosse da questa domanda radicale e si confronta con il "De Ecclesia Christi" e il "De Immaculato Deiparae semper Virginis Conceptu" di Carlo Passaglia (1812-1887). Il risultato è sorprendente. Non solo emerge l'organicità della teologia passagliana dal sapore biblico-patristico, ma è anche possibile osservare che alcune conquiste teologiche, attribuite oggi alla teologia del XX secolo e al Concilio Vaticano II, sono già presenti nella riflessione di un geniale teologo del XIX secolo, troppo a lungo dimenticato.
Cosa hanno in comune l'ordine dello spirituale e quello del politico? La riflessione cristiana intorno allo Spirito di Dio non è estranea a questo interrogativo. La dimensione spirituale non rimanda propriamente alla sfera dell'interiorità e dell'intimità, ma allo spazio aperto e inclusivo delle relazioni possibili. La crisi generalizzata che sta interessando i sistemi economici e politici globali può essere attraversata immaginando nuovi sistemi di socialità e dando vita a inedite imprese comuni. L'azione dello Spirito è forza e principio di ispirazione per l'edificazione della comunità. Lo Spirito non solo connette, unisce e avvicina, ma avvia processi di fecondità relazionale aprendo spazi inauditi di prossimità, generatività e inclusione.
Un maneggevole compendio che ci guida a incontrare l'autentico e affascinante volto di Dio che risplende sul volto di Gesù Cristo. L'autore con sicurezza ci prende per mano e ci guida a incontrare l'autentico e affascinante volto di Dio che risplende sul volto di Gesù Cristo, il Figlio Crocifisso e Risorto, e che lo Spirito Santo, da Lui effuso senza misura" nella Pasqua, interiorizza nel nostro cuore e illumina di luce e di vita sempre nuove. In questo testo il volto di Dio non brilla come un sole lontano e inaccessibile, ma proietta vigorosamente i raggi della sua luce su tutte le dimensioni della nostra esistenza: personale e sociale, terrena e definitiva. "