Il volume affronta le questioni legate al sesso/gender da una prospettiva biologica, relativa agli aspetti biodinamici che governano lo sviluppo di ogni essere umano; da quella socio-antropologica, relativa alle costruzioni culturali elaborate dalle differenti culture in rapporto al sesso/gender, e dal punto di vista dell'etica, che si interroga sulla sostanza etica dei differenti orientamenti relativi a questo tema nella modernità contemporanea. La proposta di fondo è quella di superare gli schemi classificatori delle teorie relative al sesso/gender, sottolineando la singolarità e unicità di ogni essere vivente al quale deve essere garantito il diritto di vivere una vita degna di essere vissuta.
I temi etici legati al fine vita continuano a essere presenti nel dibattito pubblico e a suscitare aspre controversie giuridiche e politiche. Fino a qualche anno fa eutanasia e suicidio assistito erano questioni confinate nell'ambito dell'etica medica: oggi stanno diventando sempre più questioni antropologiche fondamentali, che riguardano il modo in cui i cittadini delle società occidentali desiderano vivere la parte terminale della propria esistenza e affrontare la propria morte. In questo libro vengono presentati quattro documenti di ambito protestante e anglicano che, nel corso degli ultimi 50 anni, hanno messo in discussione l'idea che, da un punto di vista cristiano, eutanasia e suicidio medicalmente assistito siano sempre e comunque atti illegittimi. Nel caso del fine vita occorre trovare soluzioni ragionevoli che siano in grado di conciliare, all'interno di una società pluralistica, la tutela della libertà individuale, il valore della vita umana, in particolar modo di quella fragile e sofferente, e l'equità sociale nell'allocazione delle risorse sanitarie. Nella pratica, sul piano medico e soprattutto su quello legislativo, è necessario prendere decisioni il più possibile condivise, che stabiliscano criteri e norme d'azione certe e comprensibili. Perché questo sia possibile, è necessaria una riflessione individuale e collettiva su valori e principi, che si basi su una corretta e approfondita informazione.
La bioetica non è una disciplina di settore, ma la forma in cui la filosofia morale rivive e trionfa nelle società contemporanee: a partire dai dilemmi quotidiani sollevati dalla medicina e dalla tecnica, essa impone a tutti, e non solo all'esperto, di ripensare il significato di esperienze umane universali come la nascita, la morte e la malattia.
Prendendo le distanze dalla radicale contrapposizione tra la bioetica cattolica e quella laica, Ermanno Genre propone non una bioetica protestante bensì un itinerario di "approccio protestante" ai temi del nascere e del morire che invita a una vera disponibilità all'ascolto e al confronto. Genre delinea così un percorso che, da un lato, riconosce l'esigenza di difendere lo statuto di laicità della ricerca, della pratica medica e della cura pastorale e, dall'altro, si ispira alla "saggezza pratica" della tradizione biblica ebraica e cristiana nonché della filosofia greca classica, lontane da ogni pretesa di assoluto e perciò capaci di confrontarsi con l'unicità dell'esistenza del singolo.
La ricerca e le questioni teologiche, antropologiche, etiche ed economico-sociali collegate
Il conflitto tra valori talvolta ugualmente difendibili
Libertà di ricerca, tutela della salute, salvaguardia dell'embrione…
La ricerca sulle cellule staminali solleva grandi speranze per le possibilità terapeutiche che potrebbe dischiudere, ossia per combattere patologie al momento giudicate incurabili.
La medesima ricerca solleva tuttavia quesiti teologici, antropologici, etici ed economico-sociali di grande complessità: libertà di ricerca, tutela della salute, equità nell'assegnazione delle risorse, salvaguardia dell'embrione sono infatti valori egualmente difendibili che entrano in aperto conflitto.
A partire dal documento sulle staminali della "Commissione bioetica" della Chiesa valdese, e in continuità con larga parte delle riflessioni etiche e teologiche del protestantesimo storico europeo su temi quali la responsabilità individuale e la laicità dello Stato, il volume avvia un dialogo interdisciplinare con intellettuali laici e credenti, protestanti e cattolici.
Saggi di:
Alberto Bondolfi, Donald Bruce, Elena Cattaneo, Paolo Cattorini, Elvio Fassone, Giulio Giorello, Demetrio Neri, Anna Rollier, Amedeo Santosuosso, Luca Savarino, Paolo Vineis.
È tutto lecito nella "medicina dei desideri"? Ciò che via via diventa possibile diviene forse moralmente legittimo solo per questo fatto? Il cristianesimo può parlare in nome di tutta l'umanità? Cosa si deve intendere con i concetti di "vita" e "dignità della persona"? Quand'è che la vita di un essere umano può definirsi piena e degna? Insomma, come vanno utilizzate le opportunità offerte dalla scienza e dalle tecnologie moderne? Nessuna risposta preconfezionata ma la riflessione di cristiani su alcuni temi legati alla bioetica dal punto di vista biblico, etico, medico, pastorale e giuridico con particolare riferimento all'inizio e alla fine della vita umana.
Nel contesto del dibattito suscitato nell'autunno 2006 dalla lettera aperta di Piergiorgio Welby al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la legge olandese che regolamenta l'eutanasia resta un importante punto di riferimento. Dalle reazioni estreme di qualche anno fa - l'eutanasia come occasione per liberarsi di anziani scomodi o, al contrario, entusiastica conquista di civiltà e libertà - il dibattito si è fatto più sfumato. Corredato dal testo della legge e da un opuscolo edito dallo Stato olandese con le domande più frequenti sull'eutanasia, il volume aiuta ad affrontare con cognizione di causa il delicatissimo tema. Alle dichiarazioni della Chiesa Riformata olandese e della Chiesa Valdese italiana, si aggiungono le riflessioni di tre teologi protestanti: Paolo Ricca, tra i primi in Italia a occuparsi di eutanasia, Ermanno Genre, docente di Teologia pratica alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma, e Franco Becchino, ex presidente del Tribunale di Savona.