Una «teologia pratica fondamentale» focalizza la sua attenzione sulle persone ed i loro problemi esistenziali. Si interroga criticamente sul reale impatto della fede e della spiritualità cristiana nelle scelte etiche dell’esistenza umana. Il cuore di questa visione non sta in una teoria astratta ma nella vita concreta delle persone, di una comunità di fede, nell’orizzonte del sacerdozio universale delle e dei credenti.
«La teologia è pratica quando si lascia interrogare dalle questioni vitali dell’esistenza umana, accogliendo e ponendo domande, in particolare quando la vita va incontro alla malattia, alla sofferenza, alla morte, senza la pretesa di avere l’ultima parola. I testi raccolti in queste pagine, nati nell’incontro e nel confronto ecumenico, offrono degli spunti di riflessione e di domanda: luoghi diversi, come lo sono un’aula accademica, un convegno di studi, un ospedale… Oggi non è più possibile assolutizzare una legge morale in campo etico e la teologia pratica cerca, con umiltà, di indicare dei percorsi da seguire all’insegna di una vita responsabile».
Ermanno Genre
L'Eucaristia è ritenuta «fonte e culmine di tutta la vita cristiana» (LG 11). Quale spazio, allora, le singole Chiese lasciano aperto alla possibilità di un incontro attorno alla stessa mensa? Chi è il soggetto della reciproca ospitalità? Quale rapporto esiste tra l'unico Battesimo e la celebrazione dell'Eucaristia? Alla ricerca di spazi di dialogo scevri di rigidità dogmatiche, R. Penna, E. Genre e G. Getcha mettono sul piatto il presupposto, incontestabile, che ogni confessione cristiana è d'accordo sul fatto che l'Eucarestia sia il momento di maggior espressione della propria fede poiché la comunità, radunata dal suo Signore, si pone in ascolto della Sua parola e accoglie, appunto, il suo invito a partecipare alla sua mensa. E così fanno gli autori in questo settimo volume della collana di teologia interconfessionale, ponendosi in ascolto delle proprie e delle reciproche comunità per trovare terreno comune su cui costruire nuovi spazi di convivialità interconfessionale.
Per Ermanno Genre e Stefano Giannatempo la vera sfida legata al catechismo, nota dolente per tutte le chiese cristiane, è quella di riuscire a condividere il depositum fidei, il tesoro della propria fede, con gli adolescenti, che vivono un’età estremamente delicata. Un focus particolare sull’adolescenza integra quindi un manuale di catechesi in cui teologia, pedagogia e storia si intrecciano per suggerire strategie pratiche.
Intessendo l’esperienza di anni di ministero pastorale e di insegnamento da una parte, con l’entusiasmo di chi inizia il ministero dall’altra, Ermanno Genre e Stefano Giannatempo presentano alcune riflessioni tra teoria e metodo sulla catechesi giovanile e intrecciano teologia, pedagogia e storia per proporre strategie concrete a quanti si occupano di catechismo, in particolare rispetto agli adolescenti.
Questo perché, come scriveva Lutero a proposito della formazione del cristiano: «La prosperità di una città non consiste solo nell’accumulare grandi tesori, nel costruire solidi bastioni, belle case, fabbricare pezzi d’artiglieria e armature. Ciò che invece rappresenta il meglio e la più grande prosperità, la salute e la forza è avere molti cittadini distinti, eruditi, intelligenti, onorati e ben educati».
Per Ermanno Genre, la diaconia – che nel cristianesimo primitivo indica ogni forma di azione della chiesa, l’annuncio dell’evangelo come il servizio verso i poveri – costituisce l’identikit dell’agire della chiesa nel mondo e rinvia al ministero stesso di Gesù, mettendo sempre in gioco la sua identità e credibilità.
Nel mondo protestante «diaconia» è il servizio reso al prossimo, ciò che per i cattolici è «caritas» e che, in prospettiva generale e laica, si indica con la parola «solidarietà». In queste pagine Ermanno Genre invita a riflettere sulle radici bibliche dell’agire cristiano nel mondo e sui suoi mutamenti nel corso del tempo, in particolare rispetto al cristianesimo primitivo: dal Medioevo alla Riforma fino ai movimenti religiosi del Pietismo e del Risveglio, cui si deve l’organizzazione della diaconia cristiana moderna.
Non manca un esame delle sfide e dei problemi della diaconia valdese dal dopoguerra a oggi, inclusa la dibattuta questione dell’Otto per mille, fino alle nuove prospettive della solidarietà internazionale.
Indice testuale
Prefazione
di Giovanni Comba
Abbreviazioni
Introduzione
Diaconia come identikit della chiesa
1. La Bibbia ha radici profonde
2. Diaconia e Nuovo Testamento
3. Diaconia nella storia
4. I riformatori e la diaconia
5. Il primato dell’agire diaconale
6. La difficile gestione dell’eredità
7. Le nuove prospettive
Appendice I
Nuove povertà, nuova diaconia? Le sfide della globalizzazione
Appendice II
Carta della diaconia
Bibliografia
Biografia dell'autore
Ermanno Genre
ha insegnato Teologia pratica presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma ed è professore invitato in diverse facoltà cattoliche.
Tra le sue pubblicazioni presso Claudiana ricordiamo: Gesù ti invita a Cena. L’eucaristia è ecumenica (2007), Martin Bucer. Un domenicano riformatore (2010), Introduzione alla bioetica. Bioetica e teologia pastorale in dialogo (2013), Osea. L’adultera perdonata (2014).
L'amore di Osea per la moglie come specchio di quello di Dio per il suo popolo. La denuncia delle aberrazioni e le ingiustizie dei potenti. Le minacce per indurre il profeta a tacere.
Prendendo le distanze dalla radicale contrapposizione tra la bioetica cattolica e quella laica, Ermanno Genre propone non una bioetica protestante bensì un itinerario di "approccio protestante" ai temi del nascere e del morire che invita a una vera disponibilità all'ascolto e al confronto. Genre delinea così un percorso che, da un lato, riconosce l'esigenza di difendere lo statuto di laicità della ricerca, della pratica medica e della cura pastorale e, dall'altro, si ispira alla "saggezza pratica" della tradizione biblica ebraica e cristiana nonché della filosofia greca classica, lontane da ogni pretesa di assoluto e perciò capaci di confrontarsi con l'unicità dell'esistenza del singolo.
Il protestantesimo si è sempre tenuto piuttosto alla larga dalla ritualità. I riformatori del XVI secolo - Lutero, Zwingli, Bucero, Calvino, per ricordare i più noti - hanno distinto in modo netto i riti-sacramento del battesimo e dell'eucaristia dagli altri cinque riti ecclesiastici, a cui non hanno riconosciuto pari dignità sacramentale ritenendoli non fondati sulle Scritture. Ciò non significa tuttavia che questi ultimi siano stati aboliti. Nelle Chiese protestanti trovano infatti ancora il proprio posto, con accentuazioni diverse.
Anche nel tempo della postmodernità in cui viviamo, la domanda di ritualità resta viva e si presta a scoprire nuove dimensioni di senso e di orientamento per la vita. Il volume prende in considerazione i riti che accompagnano i "momenti di passaggio" della vita umana, soprattutto in situazioni di svolta, cambiamento o sofferenza. Dunque il battesimo, la confermazione, il matrimonio e la sepoltura.
Partendo dalla prospettiva delle Chiese protestanti, il libro tocca poi anche argomenti di attualità fortemente dibattuti, dando ad esempio spazio al tema del divorzio e a quello delle unioni omosessuali, nonché offrendo in appendice varie proposte liturgiche oggi in uso in alcune Chiese riformate.
Sommario
Introduzione. I PARTE. 1. I riti di passaggio. 2. Le azioni liturgiche e pastorali. 3. La complessità delle «storie di vita». 4. Ambiguità permanente. 5. Azioni simboliche di benedizione. 6. Ritualità e postmodernità. 7. Storie di vita individuali e storie di comunità. 8. Gli atti «occasionali»: opportunità per una cultura alternativa? 9. Benedizione come esperienza di vita. II PARTE. 1. Il battesimo cristiano. 2. Il rito di confermazione. 3. Martin Bucer inventa la confermazione protestante. 4. Catechesi e prassi sacramentale nel protestantesimo: una questione aperta. III PARTE. 1. Il rito del matrimonio. 2. Il rito funebre. Conclusione. Appendice. 1. Battesimo dei credenti - Schema E (Chiesa valdese). 2. Battesimo dei figli di credenti - Schema A (Chiesa valdese). 3. Liturgia per l'accoglienza di un bambino (Chiesa valdese). 4. Liturgia di confermazione - Schema B (Chiesa valdese). 5. Liturgia matrimoniale (Chiesa riformata di Francia, 1997). 6. Liturgia di benedizione di una coppia appartenente allo stesso sesso (Chiesa riformata del Cantone di S. Gallo). 7. Liturgia in occasione di un divorzio (Chiesa riformata del Cantone di S. Gallo). 8. Liturgia per un funerale - Schema A (Chiesa valdese).
Note sull'autore
ERMANNO GENRE, pastore valdese, docente di Teologia pratica alla Facoltà valdese di teologia di Roma, professore invitato al Pontificio Ateneo S. Anselmo e alla Pontificia Facoltà teologica Marianum di Roma, all'Istituto di Studi Ecumenici S. Bernardino di Venezia. Tra le sue pubblicazioni: Il culto cristiano. Una prospettiva protestante, Claudiana 2004 (ed. francese, 2008); Gesù ti invita a cena. L'eucaristia è ecumenica, Claudiana 2007.
Insieme a Lutero e Zwingli, che considerò suoi maestri e cercò invano di pacificare, Martin Bucer (1491-1551) è uno dei padri fondatori delle chiese riformate d'Europa.
Arrivato a Strasburgo nella primavera del 1523, in breve tempo fece della città un vero e proprio laboratorio teologico, a cui partecipavano anche i laici, e una terra d'asilo per molti rifugiati, tra cui il giovane Calvino.
Domenicano, scomunicato per aver sposato una monaca, ebbe sempre a cuore l'unità dell'unica chiesa di Cristo anche quando Carlo V impose il ritorno del cattolicesimo a Strasburgo: con immutata convinzione e passione cercò, inutilmente, il dialogo con Roma e si batté per il superamento delle divisioni tra luterani e zwingliani.
La Cena del Signore nel contesto storico-culturale del cristianesimo delle origini
Unità della chiesa e pluralità delle forme liturgiche dell'eucarestia
La pratica dell'ospitalità eucaristica come via ecumenica
Dopo anni di incontri e discussioni, il dialogo tra le chiese cristiane sembra arenato sulla diversità delle forme liturgiche in cui si celebra l'eucaristia.
Eppure nel cristianesimo delle origini la molteplicità delle celebrazioni eucaristiche non metteva in questione l'unità della chiesa primitiva.
Il pane e il vino che le chiese cristiane di ogni parte del mondo distribuiscono ai fedeli non sono "possesso" di nessuna di esse bensì dono di Dio alla sua chiesa e all'intera umanità: accogliere l'invito a condividerli è atto più forte di ogni divieto ecclesiastico.
Come scriveva Ernesto Balducci: "La chiesa sa che il suo compito è di essere una chiesa conviviale dove la qualifica di fraternità abbia la meglio su ogni altra distinzione: la chiesa dovrà essere, nel mondo di tutti, una pacifica galassia di innumerevoli fraternità".
Su questa scia, Genre sostiene la piena legittimità dell'ospitalità eucaristica tra cristiani di diversa appartenenza ecclesiale, tutti invitati all'unica mensa di Cristo che fa dei molti e dei diversi una sola comunità.