Non vi è dubbio che l'Islam non sia facilmente conciliabile con il relativismo dei valori che sta alla base dello stato democratico, liberale e laico come lo conosciamo storicamente in quanto non contempla la separazione tra Stato e religione, dalla quale, anzi, il primo nasce e a cui è sottoposto. Tuttavia oggi - soprattutto in Occidente - non esiste un unico Islam, così come da secoli non c'è più un solo cristianesimo. Oltre a un Islam fondamentalista e integralista, esiste infatti un Islam liberale, o potenzialmente liberale, secondo cui il Corano va liberato da incrostazioni e derive veicolate dalla tradizione: un'operazione culturale non semplice né breve che tuttavia porta alla luce ordini di pensiero destinati a scompaginare molte categorie.
Tanto l'ebraismo quanto il cristianesimo e l'islam negli ultimi decenni hanno subito forti spinte verso la radicalizzazione in senso teologico e politico. In nome della fedeltà ai fondamenti della propria fede - fossero essi individuati nella Bibbia o nel Corano - si è arrivati ad affermare progetti culturali, spirituali e politici assoluti: per il solo fatto di essere ispirati da Dio, la loro realizzazione poteva essere perseguita con qualsiasi mezzo, anche violento. E infatti la cronaca di questi decenni ci ha mostrato ebrei osservanti, devoti mussulmani e pii cristiani imbracciare il fucile per affermare la loro, violenta verità. Gli autori cercano di interpretare il fatto che nelle tre religioni monoteistiche si esprimono tendenze che non distinguono più tra religione e politica, tra sfera della coscienza individuale e quella dei valori comuni. Lo sforzo di questo libro, quindi, è quello di ritrovare o comunque ricercare il bandolo originario della matassa, di ricostruire il percorso teologico, politico, culturale compiuto dai fondamentalismi prima di giungere ai loro esiti finali.